Appassionati o meno, lo US Open è uno dei tornei di tennis che ogni anno coinvolge moltissime persone.
Quarto dei massimi tornei mondiali, si svolge sui campi di Flushing Meadows a New York, ogni anno tra agosto e settembre.
Per il 2024 è atteso dal 26 agosto all’8 settembre.
Per molti versi è considerato una delle gare più impegnative perché giocato sul cemento che, come ogni sportivo sa, è insidioso per ginocchia e caviglie, quindi non adatto a tutti.
Quando si parla di open tennis a New York ci si riferisce a un appuntamento che non si può saltare, a qualcosa di irrinunciabile nell’agenda di chi questo sport lo segue da sempre.
Ma, in realtà, sono molti anche i non appassionati, quelli che non si perdono un’edizione perché il tennis affascina sempre e coinvolge, così come l’atmosfera che riesce a creare.
Il termine open sottolinea il fatto di essere aperto, appunto, a tutti i professionisti, anche a quelli stranieri. Viene chiamato così dal 1968, quando la Federazione tennistica internazionale ha deciso di aprire ai professionisti anche quei tornei che fino ad allora erano riservati ai dilettanti.
Vediamo com’è organizzata la gara oggi e i record che sono stati realizzati.
Com’è organizzato l’US Open
L’US Open non è una gara come un’altra, non solo perché si gioca sul cemento, ma anche perché è l’ultimo dei quattro tornei di tennis del Grande Slam.
Su questo campo si gioca il tennis di tutti i tipi, sia tra professionisti che tra giocatori di altre categorie come ad esempio quella degli juniores e dei seniores.
Ecco com’è organizzato il torneo l’US Open:
- Singolare maschile
- Singolare femminile
- Doppio maschile
- Doppio femminile
- Singolare maschile in carrozzina
- Singolare femminile in carrozzina
- Quad singolare
- Doppio maschile
- Doppio femminile in carrozzina
- Quad doppio
Il montepremi è davvero altissimo: 65 milioni di dollari. Per i tornei singolare sono in lizza 3 milioni di dollari, per i semifinalisti dei tornei singolare 1 milione di dollari, per i vincitori dei tornei in doppio 750 mila euro e stessa cifra si guadagna per un’eliminazione al primo turno.
Record di vittorie
Sembra che si tratti di un torneo in cui a svettare sono spesso gli stessi americani. Sì, perché a raggiungere il maggior numero di vittorie (sette, per la precisione) sono stati proprio tre statunitensi, rispettivamente: Richard Sears, William Lamed e Bill Tilden.
Tra le donne, invece, c’è Molla Mallory, che di vittorie ne ha portate a casa otto.
Pete Sampras con i suoi diciannove anni, è stato tra i più giovani a vincere.
A giocare più match tra gli uomini con ben 115 gare è stato Jimmy Connors, mentre tra le donne Chris Evert con 113.
Ma i tornei sono anche scenari di rivalità ed anche in questo caso, come in tutti i più grandi, niente cambia.
In particolare si ricorda il dualismo tra John McEnroe e Björn Borg durante la prima edizione Open e quello degli anni Novanta tra Andre Agassi e Pete Sampas.
Il torneo femminile
Tra le categorie ci sono anche quelle femminili, ma non è stato così sin dall’inizio.
Se si pensa che il torneo ha debuttato per la prima volta nel 1881 con il nome di U.S. National Championship grazie allo studente Richard Sears (diventato poi il primo campione americano di tennis), la strada è lunga.
Per vedere le donne scontrarsi sul campo, infatti, bisogna aspettare il 1887 con la vittoria di Ellen Hansell che non riesce però a tenersi stretto il titolo strappato da Bertha Townsend l’anno seguente.
Il campo in cemento
Il tennis si gioca su diverse tipologie di campo. L’Open a New York dal 1978 ha scelto il cemento e lo ha fatto perché non richiede grande manutenzione né gestione particolare.
Insomma, si tratta di una scelta legata a fattori “tecnici”.
Ma i giocatori cosa ne pensano?
Nessuno è soddisfatto di questo terreno di gioco perché se da un lato non richiede particolari tecniche come erba e terra rossa, dall’altro non permettendo uno scivolamento naturale può creare infortuni e condizioni fisiche preoccupanti.
Non è un segreto che Rafael Nadal si sia espresso contro il tennis giocato sul cemento, sostenuto anche da uno studio dell’Università di Calgary che ha dimostrato quanto le superfici dure siano micidiali.
Nel dettaglio è stato dimostrato che gli infortuni che avvengono sulle superfici che hanno un alto attrito come quelle dure, sono da 5 a 8 volte più gravi di quelli che avvengono su campi che permettono lo scivolamento.
I problemi fisici che comporta questo campo sono molti, tra questi ci sono sicuramente quelli legati alle ginocchia e alle caviglie.
Cosa vuol dire Grande Slam?
Il Grande Slam è composto da quattro diversi tornei: Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e lo US Open, appunto. Tutti giocati su diversi campi, rispettivamente su: terreno sintetico in cemento, terra rossa battuta, erba, cemento.
L’impresa di vincerli tutti e quattro in un solo anno solare è quasi titanica, solo pochi ci sono riusciti entrando così nell’Olimpo dei tennisti.
Soltanto due uomini, Don Budge e Rod Laver e tre donne Maureen Connolly, Margaret Smith Court e Steffi Graf.
Se i quattro tornei vengono vinti tutti ma in anni solari diversi si definisce Grande Slam Virtuale. Solo uno ad oggi c’è riuscito ed è Novak Djokovic che a suo modo ha scritto la storia.
In dieci anni ha vinto tre volte l’US Open: nel 2011, nel 2015 e nel 2018.