30 Novembre 2018
ANNIVERARI

Pink Floyd, l’opera rock lunga 39 anni

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Pink Floyd, l’opera rock lunga 39 anni

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Pink Floyd, l’opera rock lunga 39 anni

Siamo nel lontano 30 novembre del 1979 e sicuramente non si aveva ancora piena coscienza della notevole rilevanza che quel 33 giri avrebbe conquistato nel tempo. Da una settimana i Pink Floyd avevano fatto circolare il singolo Another Brick in The Wall con lo scopo di pubblicizzare l’uscita dell’album The Wall, di cui oggi ricorre il (quasi) 40ennale (sono 39 anni, per la precisione).

Composto da ben 26 tracce, l’undicesimo disco dei Pink Floyd era, in realtà, un doppio vinile in cui tutte le canzoni, secondo quanto raccontano le cronache dell’epoca, vennero realizzate da Roger Waters tra il 1977 e il 1979.

 

L’ISPIRAZIONE – La fonte d’ispirazione di questo indimenticabile disco rock progressive deriverebbe da un episodio, di cui lo stesso Rogers fu protagonista: uno scontro con un fan durante un concerto.

A quanto pare, dopo quell’evento, Roger Waters, scrisse ben due album di art rock. Un genere particolare che permise allo stesso autore un viaggio introspettivo e raccontato attraverso non solo, appunto, suoni ed accordi sperimentali ma anche attraverso i versi. Infatti ogni singola traccia realizzata, in forma di metafora e con un unico protagonista chiamato Pink, rappresenta la storia della dura vita del bassista, cantante e fondatore e, anche, in parte della vita dell’altra figura chiave del gruppo londinese, Syd Barrett.

 

LE TRACCE – Ma quali sono queste tracce autobiografiche? Disco 1: In the flesh?, The Thin Ice, Another Brick in the wall, The Happiest days of our lives, Mother, Goodbye blue Sky, Empty Spaces, Young Lust, One of my turns, Don’t leave me now, Goodbye Cruel World; Disco 2: Hey You, Is there anybody out there? Nobody Home, Vera, Bring the boys back home, Comfortably Numb, The show must go on, In the flesh, Run Like Hell, Waiting for the worms, Stop, The trial, Outside the wall. Contandole meglio, però, si può notare che mancano due titoli. Il motivo è semplice: la famosa hit per eccellenza, che traina tutto il lavoro fatto da Roger Waters è suddivisa in tre parti. Tutte e tre comprese nel primo vinile.

IL FILM – Nello stesso anno in cui il doppio vinile trovò spazio nel mercato, il regista Alan Parker realizzò una trasposizione cinematografica dell’album. Stranamente non tutte le canzoni dell’album furono utilizzate e lo stesso Roger Waters non partecipò nemmeno al progetto sul grande schermo. Il film in cui reciterò uno sconosciuto Bob Geldof e venne presentato alla 35esima edizione del Festival del Cinema di Venezia, divenne poi un progetto molto più ambizioso anni dopo.

The Wall è stato The Wall – Live in Berlin è infatti un album di Roger Waters contenente la registrazione dal vivo dell’Opera rock dei Pink Floyd The Wall, eseguita a Berlino, Germania, il 21 luglio 1990, per celebrare la caduta del Muro di Berlino. Lo stesso concerto fu anche filmato e distribuito in vari formati nel corso degli anni.

Testo a cura di Vincenzo Pepe

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