“A Room with a View” è una nuova iniziativa editoriale che mira a illuminare il potenziale positivo e creativo del tempo trascorso in isolamento. My Art Guides ha invitato artisti italiani e internazionali a condividere la loro esperienza e reazione all’attuale situazione globale, durante il blocco.
Il progetto prende in prestito il titolo dal romanzo “A Room with a View” di Edward Morgan Forster, con lo scopo di trasportare i nostri lettori in un viaggio immaginario dentro e fuori lo spazio degli artisti, esplorando le loro riflessioni su questo momento nel tempo e quali il futuro ci aspetta, oltre le loro finestre.
Lanciato l’8 aprile con il contributo di Giorgia Severi, oggi è il turno dell’artista italiano Stefano Cagol.
“Bisogna fare i conti con l’arte della cucina. Quando vivevo a Toronto e studiavo videoarte, grazie a una borsa post-dottorato del governo canadese, ricordo vividamente varie sessioni in cucina: con Michael Snow e il suo caro amico e supervisore accademico Bruce Elder, un eccezionale direttore sperimentale. Ricordo anche un’epica sessione di test sul vino a casa di Bruce nel 1998, dove per la prima volta ho assaggiato vini da tutto il mondo. I soggetti non curriculari sono importanti e hanno il potenziale per assumere un’importanza ancora maggiore durante questo periodo di quarantena.
Ho “navigato” attraverso la scuola da adolescente (ho vissuto alcuni momenti ricchi di eventi … e non hanno ancora finito!), In biblioteca mi immergerei in enormi volumi di storia contemporanea. Filosofia? Non ho mai capito bene perché non sia una materia ufficiale di studio sia a scuola che all’università, come parte integrante del processo di apprendimento artistico in Italia. Di conseguenza: gli stessi nomi “alla moda” degli intellettuali d’arte vengono ripetuti e rigurgitati in testi su opere.
Spesso l’arte prende in prestito concetti rivelati dalla filosofia, ma ha anche definito i propri termini coniati dagli scienziati, come nel caso dell’Antropocene. Scienza e filosofia, un tempo considerate antipodi, non sono così diverse: entrambi indagano sul reale e, a volte, immaginano e prevedono possibili scenari. L’arte fa lo stesso. Per questo motivo, tende a usare termini condivisi da altre discipline: per creare un dialogo attraverso la stessa lingua.
Nel 500 a.C. fu stabilito che l’acqua era l’origine di tutto: reclamato dal primo filosofo occidentale Thales, come riportato da Aristotele in “Metafisica”. In seguito gli scienziati lo avrebbero dimostrato bene, dopo essersi soffermato a lungo su questo affascinante elemento, presente sulla terra nelle sue tre diverse forme: liquido, solido e gas.
L’acqua è l’origine, eppure al contrario porta alla distruzione; scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello del mare, pioggia incontrollabile, inondazioni. “Il Tempo del Diluvio” è il titolo del progetto a cui sto lavorando (vincitore del Consiglio italiano 2019), tra Berlino, Gerusalemme, Roma e Venezia, un progetto che si è allungato nel tempo, tanto più ora con la forza delle circostanze .
Il tempo è come l’acqua. Ci lamentiamo quando scarseggia e si avvicina la siccità, ma quando c’è troppo, tutto in una volta, non va neanche bene; non abbiamo mai abbastanza tempo ma ora, durante questo periodo di quarantena, ne siamo sommersi, in un mare dove il litorale non è visibile”.