Esiste un parco pieno di cactus che non è come gli altri. Il Cactualdea Park di Gran Canaria, terza isola per dimensione nella Macaronesia e seconda isola più popolata dell’arcipelago di fronte al Marocco nell’Oceano Atlantico, è a Calle Tocodomán di Las Palmas, Spagna.
E’ il più grande cactus Park d’Europa, ed è inserito in un contesto ambientale con mille specie di cactus endemiche e provvenienti da tutto il mondo, alcuni importati da alcuni luoghi remoti come il Madagascar, Bolivia e Guatemala. Annesso al parco anche una cantina dove è possibile degustare vini regionali e nazionali, un ristorante, una villa non distante dedicata all’accoglienza e pernottamento.
Il parco Cactualdea è stato fondato nel 1995 dalla famiglia Beisel, appassionata di queste piante, con una lunga tradizione nel settore ed è possibile mantenerlo grazie al miglior clima disponibile e alla zona remota, lontana dal rumore e dalla folla.
Qui la natura si ammira nella sua forma più pura, con le tante specie della pianta grassa che fa parte della famiglia piante xerofile, ovvero piante che si ambientano bene in luoghi aridi e desertici dove l’acqua non è quasi mai presente. Il fusto più grande presente in questo luogo magico è alto sei metri.
La Villa de Cactualdea si trova nelle vicinanze del parco Cactualdea, circondata da numerose aree protette, all’interno della Riserva della Biosfera di Gran Canaria e della Destinazione Turistica “Starlight”, per la qualità con cui i suoi cieli si godono l’osservazione delle stelle.
La Villa de Cactualdea, originariamente a disposizione della famiglia tedesca che ha fondato il parco negli anni Novanta, dispone di tre camere da letto per una capienza massima di 6 persone, tre bagni, un’ampia cucina completamente attrezzata e piscina di 9 metri con lettini prendisole, un’ampia terrazza circondata da rigogliosi giardini con diversi tipi di piante, cactus, palme. La struttura è situata nel quartiere di Tocodomán, nel comune di La Aldea de San Nicolás da cui si gode vista spettacolare della montagna “Inagua”.
