Ci sono mondi che sembrano impossibili da unire, ma andando al di la dell’apparenza, si possono far incontrare oggetti e stili di vita. Durante un nuvoloso weekend d’autunno abbiamo pensato a come poter inglobare in una travel experience con Tesla, la vettura dal moderno mood eco-friendly, uno sport che negli ultimi anni è sempre più di tendenza, il surf.
Una pratica che oltre l’esistenza di tavole e attrezzature da svariate migliaia di euro e gli spot da sogno dove si può praticare, incontra molto poco il mondo del lusso. Il surf prima di tutto è uno sport che rispetta la natura e mette in contatto con l’ambiente che circonda i suoi appassionati. Per addentrarci in questo universo, abbiamo pensato che il mezzo ideale con cui trasportare tutta l’attrezzatura fosse una Tesla Model X.
LA VERSILIA – Il viaggio verso uno degli spot più conosciuti e frequentati dai surfisti italiani, la Versilia, prevede un percorso di 266 km partendo da Milano in completa propulsione elettrica. Aprendo il bagagliaio posteriore, la versione che più si adatta alle esigenze di un surfista è quella con la configurazione dei sedili a 6 posti. Le 2 tavole si caricano agevolmente abbassando la panchetta posteriore anche grazie al tunnel centrale e alla lunghezza della macchina.
Il navigatore calcola che per il viaggio a bordo della nostra 100D arriveremo a destinazione con circa il 20% di autonomia, il consumo di energia è stato calcolato sul percorso che prevede la partenza da Milano, la percorrenza di un tratto di A1 fino a Parma con una percorrenza veloce e l’attraversamento del passo della CISA per arrivare a destinazione.
La tesla Model X all’interno si presenta con il design Tesla che più volte abbiamo raccontato sulle nostre pagine. Il conducente viene avvolto da tutto quello che serve per guidare l’auto in sicurezza e nel massimo del confort. Dietro il volante il grande display ci mostra tutte le informazioni sul recupero di energia in frenata, il consumo durante la marcia, la stazione radio che stiamo ascoltando, le indicazioni stradali del navigatore e la velocità a cui stiamo viaggiando. Il display centrale da 17” è lo stesso che monta la sorella Model S. Sfruttando l’interfaccia grafica di questo display possiamo accedere a tutte le funzioni della vettura: clima, radio, navigatore impostazioni di guida, autonomia, apertura e chiusura porte e il sistema multimediale con spotify integrato. Attraverso questo display inoltre, gli amanti delle amenity “ritmate” è possibile attivare il particolare easter egg che la casa produttrice mette a disposizione. Attivando la modalità Xmas Show e uscendo dall’abitacolo con la chiave, la macchina balla con tutte le portiere sulle note di “Wizards In Winter” della Trans-Siberian Orchestra.
I passeggeri vengo accolti su sedili in pelle regolabili elettronicamente, il pilota può vantare della maggiore visibilità a disposizione su un SUV grazie al grande parabrezza anteriore che si spinge fino sul tetto e che con la tecnologia fotocromatica ripara dal sole. Dietro, gli ospiti viaggiano comodi su sedili, che grazie alla particolare forma ad L possono essere regolati in tutte le posizioni.
Appena entrati in autostrada, i 2 motori montati su entrambi gli assi delle ruote, ci spingono fino alla velocità di crociera in pochissimo tempo. Arrivati sulla tratto della CISA, dove la pendenza e le curve possono mettere in difficoltà le auto poco potenti e quelle di grande stazza, la Model X continua a spingere con grande facilità mentre i pneumatici da 20” accoppiati al baricentro molto basso, dato dalle batterie poste sotto l’abitacolo, permettono di eseguire le curve con una grossa tenuta di strada.
Arrivati a destinazione con una autonomia di poco inferiore alla percentuale stimata (circa 20% in base ai limiti di velocità), ci siamo trovati a percorrere un piccolo percorso su fondo sterrato dove le sospensioni pneumatiche intelligenti, regolate in rigidità e in altezza dal computer di bordo durante la guida, hanno permesso la marcia in perfetto comfort.
Lo spot in cui ci siamo recati non era di nostra conoscenza, quindi il nostro quiver era composto da una Mini Malibu da 8 piedi, una tavola perfetta per mare con onde piccole e di poca intensità e un Fish Retrò da 6 piedi ideale per reggere bene la parete anche con onde fino a 3 metri.
Parcheggiata la macchina sulla spiaggia, abbiamo guardato il frangere delle onde e individuato la zona di ingresso e canale di ritorno; una volta indossata la muta e paraffinato le tavole siamo siamo entrati in acqua. Visto le onde un po’ close out, abbiamo optato per il Fish Retrò favorendo così i cambi di direzione e l’entrata in parete.
Dopo 5 minuti di remata siamo arrivati sulla lineup e salutato i local, abbiamo scambiato due chiacchiere sule caratteristiche dello spot, uno spot dove in condizioni di mare molto mosso lungo la costa, le onde (trovandosi in una insenatura), erano particolarmente grosse e potenti ma abbastanza facile da surfare. Lo spot molto affollato permetteva di prendere un onda ogni 6 minuti circa.
All’uscita dall’acqua abbiamo approfittato della situazione di amicizia creatasi, per scambiare due parole anche per quanto riguarda l’idea che i surfisti hanno sulla nostra macchina.
“Devo ammettere che inizialmente eravamo tutti molto scettici – ci dice Amedeo, 23 anni, studente universitario con la passione per le auto e per il surf – ma vista dal vivo sono rimasto colpito dal volume di carico offerto e dal numero di tavole che è possibile caricare”.
Lorenzo è invece leggermente più grande, 28 anni, e di macchine ne ha già cambiate tre: “Ho trovato molto utile anche le porte ad ali di gabbiano che possono fungere da appendici per mettere le mute ad asciugare. Essendo surfisti con attenzione alle soluzioni green, mi sembra che questa vettura a propulsione elettrica sia un giusto incontro con le nostre esigenze di rispetto ambientale. Spesso ci curiamo del mare, qui in Versilia. Ma anche la strada e l’aria vanno protette”. Le porte posteriori della Tesla Model X infatti si aprono ad ali di gabbiano e grazie ai sensori posti tutto in torno all’abitacolo, riescono a regolare l’apertura per evitare gli ostacoli.
Finita la nostra giornata di surf, prima di incamminarci verso Milano, abbiamo avuto la necessita di fare il pieno al nostro potente SUV. Il punto di ricarica più vicino è il Supercharger Tesla posto all’uscita dell’autostrada A12 “Versilia” nel parcheggio dell’UNA Hotel Forte dei Marmi.
La ricarica del 100% della batteria presso il Supercharger è durata circa 1 ora e 30 minuti. La rete di Supercharger consente ai clienti Tesla di caricare fino a 250 km in 20 minuti. La ricarica completa, che richiede più tempo poiché la velocità di ricarica dell’ultimo 20% rallenta, la maggior parte delle volte non è necessaria grazie alla rete ben distribuita e al pianificatore di viaggio che mostra dove fermarsi e il tempo necessario per raggiungere la destinazione. Il tempo dell’attesa lo si può trascorrere nel centro del paese facilmente raggiungibile con 10 minuti di camminata oppure presso il bar dell’hotel.
Il centro del paese durante la sera offre posti dove è possibile fare un aperitivo o consumare una cena intatta tranquillità o fare dello shopping presso una delle boutique di lusso che proprio a Forte dei Marmi, durante la stagione estiva sono mete rinomate da facoltosi turisti.
La rete Supercharger Tesla è in continua espansione lungo tutta la rete autostradale italiana, alla quale vanno aggiunti i destination Charging (punti di ricarica offerti da strutture private) e le colonnine di proprietà delle società erogatrici di corrente elettrica.
Finita la ricarica è bastato staccare il connettore e ripartire alla volta di Milano in totale libertà sfruttando ancora una volta tutti i cavalli messi a disposizione dai due motori Tesla.
Una giornata all’insegna del rispetto ambientale e del divertimento. Che grazie alla velocità e alla curiosità che suscita la vettura, ci ha fatto anche conoscere nuove realtà e nuove persone.