31 Gennaio 2018

Il Grand Hotel di Rimini a 110 anni è un simbolo della Bella Italia

Vi raccontiamo come il mito della Belle Époque e Art Nouveau ha raccolto i ricordi di oltre un secolo di viaggiatori.

31 Gennaio 2018

Il Grand Hotel di Rimini a 110 anni è un simbolo della Bella Italia

Vi raccontiamo come il mito della Belle Époque e Art Nouveau ha raccolto i ricordi di oltre un secolo di viaggiatori.

31 Gennaio 2018

Il Grand Hotel di Rimini a 110 anni è un simbolo della Bella Italia

Vi raccontiamo come il mito della Belle Époque e Art Nouveau ha raccolto i ricordi di oltre un secolo di viaggiatori.

Il primo luglio del 2018 il Grand Hotel Rimini compie 110 anni. Con tutta la storia che custodisce, i richiami all’Italia creativa e bella di Federico Fellini che qui passava i momenti migliori, i suoi saloni e le muse ispiratrici dell’arte “in vacanza” di un intero paese, il maestoso edificio è in festa.

La Famiglia Batani desidera celebrare l’anniversario  del più prestigioso degli alberghi della “Batani Select Hotels” raccontando la storia del turismo balneare riminese attraverso  l’evoluzione del Grand Hotel Rimini, rievocandone i tre momenti che meglio lo rappresentano e che strettamente si intrecciano con la storia e la trasformazione della città di Rimini e dei “modi del viaggiare” dall’800 ad oggi.

Federico Fellini ci dice che il Grand Hotel “era la favola della ricchezza, del lusso, dello sfarzo orientale” il luogo di ogni avventura che nelle magiche notti estive si trasformava in Istanbul, Bagdad o Hollywood. Strana la storia del regista più famoso d’Italia: negli anni ’20 poteva solo curiosare nel cortile di nascosto tra le Bugatti e le Mercedes dalle “targhe affascinanti e indecifrabili” o, intrufolandosi tra le piante che fittissime proteggevano la terrazza. Qui, a suo dire, poteva sbirciare “nude schiene di donne che ci sembravano d’oro” mentre “un venticello profumato ci portava a tratti musichette sincopate, languide da svenire”. Poi l’ha vissuto da dentro, guardando la folla esterna che sembrava “una Roma più piccola e addomesticata”.

rimini viale

In realtà la favola era iniziata prima della Dolce Vita, nel 1843, con l’inaugurazione del primo lido riminese denominato “Stabilimento Bagni”, una struttura in legno con una palazzina composta da 6 cabine. Poi arrivarono il Kursaal (1 luglio 1873), con i suoi saloni maestosi dedicati allo svago diurno e alle sfarzose feste serali;  lo stabilimento idroterapico con le cure a base di acque di mare ideate da celebri luminari dell’epoca; le palazzine Roma e Milano dedicate all’accoglienza degli ospiti che non avevano l’opportunità di soggiornare nelle magnifiche ville Liberty della “marina”; infine le estrose forme della “pagoda cinese”, e della “capanna svizzera”.

rimini hotel

L’insieme urbanistico era quasi completo, tutto costruito intorno alla Piazza Risorgimento, il vero fulcro dell’ideale turistico dell’epoca: un foro dei tempi moderni, un palcoscenico dove quotidianamente si manifestavano eleganza e sensualità, sfoggio del proprio status sociale e affermazione di privilegio dei nuovi ricchi, legati alla Belle Époque e all’Art Nouveau con la sua estetica del vivere. Mancava solo un vero “grande albergo” per trasformare la città in una prestigiosa stazione balneare capace di attrarre l’élite internazionale come Ostenda, Cannes, Cabourg, Scarborough.

In questo contesto si apre, nel luglio del 1908, il Grand Hotel, con il suo disegno liberty che si impone maestoso a completare il quadrilatero della Piazza Risorgimento e Rimini assurge a mèta privilegiata delle élite di tutta Europa, tanto da essere chiamata  “l’Ostenda d’Italia” e pubblicizzata come “la spiaggia più bella del mondo”.

Al Grand Hotel approdano i “nuovi viaggiatori” che preferiscono, a ville e villini privati, il Grande Albergo e il “bel mondo” passa da qui, dal Principe Corsini al Duca degli Abruzzi, dalla Principessa Colonna  a Eleonora Duse e Tommaso Marinetti.

rimini pool

Nel periodo del boom italiano la proprietà passa da Manfredo Duranti a Pietro Arpesella che acquistò l’albergo nel 1962. Arrivano le folle, il Grand Hotel è meta di élite vacanziera che sceglie Rimini ormai non tanto per la sua esclusività, ma per la sua crescente fama di capitale europea delle vacanze: un mondo frastornante e scapestrato che si può godere al meglio rifugiandosi negli spazi del Grand Hotel.

Rimini è diventata la Riviera d’Europa, dove s’incontrano divi dello spettacolo e playboy, con i dancing che animano le notti al ritmo delle eccentricità della moda pop, mentre dall’”astronave bianca”, come amava chiamare Arpesella il Grand Hotel, appaiono personaggi inaspettati come Re Faruk, Bush, Gorbaciov, Lady Diana e il Dalai Lama, o le pittoresche carovane di una “festa gitana” che folleggeranno in riva al mare fino all’alba, tra i bagliori dei fuochi.

Il nuovo lusso oggi è declinato con le idee di Antonio Batani, un altro figlio della Romagna più vera: anche lui fortemente legato alle tradizioni che, mentre l’amico Tonino Guerra tramutava in poesia, lui trasmetteva in accoglienza.

Il suo è stato un lungo percorso che, all’alba del boom economico, come molti, lascia la propria terra con una valigia di sogni ancora da abbozzare, alla volta della Svizzera.  Lassù i sogni assumono forma e vividi colori, che “Tonino” vuole realizzare a casa, con la determinazione e ostinazione tipica del suo carattere.

Dalla Pensione Delia, presa in affitto a Cervia nel 1961, il percorso di Batani è un susseguirsi di intuizioni, sempre precorritrici dei tempi, che si trasformano in successi, con il momento culminante nella realizzazione del sogno più grande: l’acquisizione del Grand Hotel Rimini, proprio nell’anno in cui lo storico edificio compiva 100 anni di vita. Da allora è cominciato un nuovo racconto del Grand Hotel nel nome dell’imprenditore che ha saputo cogliere l’essenza dell’ospitalità dalle 3 regole d’oro inossidabili al tempo: accogliere con sincero piacere, offrire un’esperienza genuina e di qualità che esalti l’unicità del luogo, far sentire l’ospite coccolato oltre le sue aspettative.

Batani considerando l’albergo “la propria famiglia”, per la quale si cerca di ottenere sempre il meglio ha precorso ancora una volta i tempi dando al soggiorno dei suoi ospiti quel carattere peculiare di “esperienza unica”, che gli hanno valso il titolo di “Signore degli Alberghi”.

CIBO – Lo Chef Claudio Di Bernardo e la sua brigata propongono una grande varietà di ricette della tradizione marinara e dell’entroterra rivisitate in chiave moderna, in due diverse ambientazioni: al Ristorante “La Dolce Vita” che occupa gli antichi saloni dell’hotel e si apre in estate sulla magnifica terrazza, e al ristorantino in spiaggia “La Dolce Vita al Mare” per aperitivi e feste, ma anche cene romantiche in riva al mare in estate.

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Christian D'Antonio

Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
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