La commissione di esperti del Ministero dei Beni ed Attività Culturali ha annunciato di aver scelto Procida, la piccola isola nell’arcipelago di Napoli, come capitale della cultura d’Italia per il 2022. Visto che Parma è stata nominata Capitale Italiana della Cultura anche per il 2021, dopo che l’anno scorso il programma era stato quasi tutto sospeso, si preannuncia per la prima volta epocale l’attribuzione del titolo a un’isola. Il tema ispiratore è “La cultura non isola”, scelto prima della pandemia sicuramente in accordo con il sentire comune di questi mesi di isolazionismo forzato.

Procida ha presentato un programma che comprende 44 progetti culturali per 330 giorni complessivi di programmazione tra cui il green deal, l’innovazione sociale ed urbana, il turismo lento e la gestione sostenibile degli eventi.
Il progetto presentato dall’unica isola ed unica località della Campania presente nella shortlist delle 10 città finaliste elaborata dal Mibact, è stato definito molto bello e ben costruito dal presidente della commissione ministeriale Stefano Baia Curioni.
‘Procida, La cultura non Isola’ è il titolo del dossier di candidatura che evidenzia come “la terra isolana è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, è modello delle culture e metafora dell’uomo contemporaneo. Potenza di immaginario e concretezza di visione ci mostrano Procida come capitale esemplare di dinamiche relazionali, di pratiche di inclusione nonché di cura dei beni culturali e naturali”.



Questa la motivazione con cui la commissione ha scelto Procida come Capitale italiana della cultura per l’anno 2022: “Il contesto dei sostegni locali e regionali, pubblici e privati, è ben strutturato; la dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria; la dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica è importante per tutte le isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee”.
Significativa anche la valutazione del progetto, che “potrebbe determinare grazie alla combinazione di questi fattori un’autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura che dalla piccola realtà dell’isola si estende come un augurio per tutti noi, al Paese nei mesi che ci attendono.”

Sono questi anni particolari per l’assegnazione della capitale della cultura italiana, un’attribuzione che muove molti business e molto turismo. Non c’è stata per l’anno 2019 perché coincideva con i 12 mesi in cui Matera è stata Capitale europea della cultura. Poi il titolo è stato attribuito a Parma per il 2020, esteso anche al 2021 a causa dell’emergenza sanitaria. Per il 2023 saranno Bergamo e Brescia a condividere il titolo di Capitali italiane della cultura, già deciso in maniera preventiva per premiare i territori colpiti dalla pandemia.