Le ferrovie italiane sono promotrici inconsapevoli di riscoperte turistiche eccezionali. In epoca di alta velocità e fermento di trasporti iper-veloci, le tratte minori, lontane dai grandi snodi, ma ricche di fascino, storia e tecnica ferroviaria (per quello che resta) costituiscono le ferrovie secondarie d’Italia, al centro di una riscoperta di un vero escursionismo ferroviario, specie al centro-nord del nostro Paese.
Di questi aspetti paesaggistici e anche tecnici si occupa da tempo il geologo Diego Vaschetto, specialista in scienze e culture alpine, che ha scritto un libro «Le più belle ferrovie secondarie d’Italia», Edizioni del Capricorno, in presentazione questa settimana a Milano (domenica 26 marzo, BOOKPRIDE al BASE MILANO).
Il libro racconta, attraverso schede tecniche, vicende storiche e caratteristiche, dalle opere d’ingegneria al materiale rotabile, le tratte del Centro-Nord Italia.
Vaschetto aveva in passato già indagato sugli esordi del trasporto ferroviario europeo, su come venivano viste e progettate le tratte montane sulla catena alpina. Per superare un’incredibile serie di difficoltà ambientali, infatti, sulle Alpi sono stati disegnati tracciati ferroviari che ancora oggi costituiscono una testimonianza straordinaria del genio ferroviario europeo, con viadotti arditissimi, gallerie elicoidali, cremagliere, ferrovie a scartamento ridotto, motrici pensate per superare dislivelli estremi.
Questi percorsi vanno dai ghiacciai del monte Bianco allo Jungfraujoch, dalla valle Roya al lago di Ginevra, da Genova al Ticino alle Alpi Bernesi, passando per Liguria, Piemonte, Lombardia, Francia e Svizzera. Per ogni tracciato, Vaschetto ha raccolto mappe, un ricco e inedito apparato fotografico, approfondimenti storici e tecnici, un itinerario di scoperta e tutte le informazioni pratiche per organizzare il viaggio sui più importanti treni di montagna del continente europeo. Il fulcro è l”arco alpino centroccidentale tra Lombardia, Svizzera e Francia, percorso da alcune tra le più ardite e suggestive linee ferroviarie di montagna d’Europa.
In generale Vaschetto con le sue indagini in loco ci restituisce linee ferroviarie storiche che ci portano all’attenzione sia archeologia industriale ancora viva (piccoli treni a scartamento ridotto con il design dell’epoca) che scorci incontaminati di natura selvaggia. Le funicolari che portano nel cuore della catena alpina, con percorsi di straordinario valore paesaggistico sono uno dei pochi modi per scoprire alcuni dei luoghi più inaccessibili e panoramici delle nostre montagne.
I treni e sentieri di cui parla nell’ultimo libro sulle linee secondatie vanno dalla Torino-Aosta alla Terni-Rieti-L’Aquila-Sulmona, dalla Brescia-Edolo alla mitica Porrettana, dalla ferrovia della val d’Orcia alla Novara – Varallo Sesia: per ciascuna ferrovia esamina la storia della tratta, la descrizione del percorso e delle opere d’ingegneria, la cronologia del materiale rotabile, una mappa dettagliata, un percorso di visita, approfondimenti sulla tecnica e la tecnologia ferroviaria con foto.