9 Gennaio 2020

Parco dell’Olivo di Venafro: lì dove nasce l’oro verde secolare

Un'area unica nel suo genere in quanto la prima nel Mediterraneo dedicata alla protezione dell'olivo.

9 Gennaio 2020

Parco dell’Olivo di Venafro: lì dove nasce l’oro verde secolare

Un'area unica nel suo genere in quanto la prima nel Mediterraneo dedicata alla protezione dell'olivo.

9 Gennaio 2020

Parco dell’Olivo di Venafro: lì dove nasce l’oro verde secolare

Un'area unica nel suo genere in quanto la prima nel Mediterraneo dedicata alla protezione dell'olivo.

“L’oro verde” di Roma antica erano gli olivi di Venafro. Piante millenarie quelle che si trovano nel Parco degli Olivi di Venafro in Molise, nella zona di confine tra Lazio e Campania.

Il simbolo del parco di Venafro è l’ulivo con il campanila a cipolla, tipico delle maestranze architettoniche napoletane del Seicento, che si erge anche dalla veduta di città.

Il Parco Regionale dell’Olivo di Venafro è la prima area protetta dedicata  all’olivo, unica nel suo genere nel Mediterraneo. La sua istituzione  intende promuovere e conservare l’olivicoltura tradizionale che a  Venafro ebbe fasti e splendori, tanto che i Romani ritenevano l’olio  prodotto in loco il più pregiato del mondo antico. Nessun luogo al mondo  coltivato ad olivo, infatti, può vantare simili tradizioni e citazioni  letterarie. Il Parco è anche occasione di riscatto per un territorio penalizzato negli ultimi decenni dall’incuria e dall’abbandono, a  dispetto delle sue qualità paesaggistiche, naturalistiche e storiche.
Il territorio del Parco Regionale è stato inserito nel prestigioso Registro Nazionale dei Paesaggi rurali storici.
Per visitare la cittadina molisana in maniera completa, il percorso può iniziare dal Castello medievale. Dopo la visita d’obbligo al maniero che ospita pregiati affreschi a grandezza naturale del cavalli del Conte Enrico Pandone ed una pinacoteca nazionale, e dal quale si gode la vista sul Parco, si arriva il Museo Winterline dedicato agli eventi dell’ultimo conflitto mondiale. Si raggiunge, dopo pochi metri, la Chiesa dell’Annunziata, il più bell’edificio di culto barocco del Molise, per poi infilarsi, dalla omonima piazzetta, nella strettissima via della” portella”, oltre la quale si apre lo scenario naturale del Parco. Si imbocca un facile sentiero, sostenuto nel suo primissimo tratto da mura poligonali. Si prosegue a mezza costa sulle pendici di Monte Santa Croce, tra olivi secolari e terrazzamenti ancora conservati, per arrivare in prossimità della Cattedrale di Venafro. Qui si può visitare il Giardino degli Olivi patriarchi d’Italia, che raccoglie venti essenze, gemelle degli olivi più vetusti d’Italia, una per Regione. Il percorso termina presso la Cattedrale, ma può prolungarsi fino alla Sede del Parco, ove è possibile visitare la mostra dedicata al paesaggio rurale storico del Parco. Il percorso può essere integrato con la visita al Teatro romano e al Museo archeologico di Venafro.
ULIVI – Nessun  luogo al mondo, coltivato a olivo, ha più tradizioni ed è più citato  dalle fonti antiche, del territorio pedemontano di Venafro.

La  montagna alle cui falde si adagia Venafro, su uno dei suoi coni  detritici, è chiamata Santa Croce. Altra denominazione è quella di Monte  Cerino, che origina probabilmente da Hercule Curinus, il cui culto era  importante tra i Sanniti. La sagoma irrequieta di questa montagna sembra  riprodurre, per chi giunge a Venafro  da oriente, lo stesso profilo  della città, stante la rocca della croce per il Castello e la Torricella  per i campanili del centro storico.
Santa Croce è ricca di emergenze  storiche, naturalistiche e geologiche.
Il paesaggio olivicolo, sebbene in parte  compromesso, caratterizza le pendici di M.te Corno e S. Croce.  Importante è la presenza di cultivar uniche come l’Aurina, varietà  autoctona e propria di Venafro, identificabile con l’ antica “Licinia”  dei Romani ed altre varietà antiche tra cui la Pallante, l’Olivastro  breve, l’Olivastro dritto, la Rotondella, la Rossuola, l’Olivastrello,  l’Olivo “maschio”, il Gragnaro, la Lagrimella.
Questa elevata  biodiversità colturale, indice di valore naturalistico, trovava  giustificazione nella maggior versatilità dell’ oliveto agli agenti  atmosferici, il che equivaleva ad avere un prodotto sempre costante in quantità, a seconda delle annate e della fruttificazione delle varie  specie di ulivo.

La rilevazione per la classificazione del parco ha riguardato 166  olivi di grandi dimensioni presenti nel territorio. C’è qui un valore ecologico,  valore storico e culturale, valore paesaggistico.

L’accesso al parco è libero, tuttavia per visite guidate info: www.venafroturismo.it – Cell. 3273562703

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