4 Novembre 2023

Un weekend sul Monte Amiata in Toscana

Tra le province di Grosseto e Siena, passeggiate esplorative, reperti storici e buon cibo. E la magia dell’Olivo sospeso.

4 Novembre 2023

Un weekend sul Monte Amiata in Toscana

Tra le province di Grosseto e Siena, passeggiate esplorative, reperti storici e buon cibo. E la magia dell’Olivo sospeso.

4 Novembre 2023

Un weekend sul Monte Amiata in Toscana

Tra le province di Grosseto e Siena, passeggiate esplorative, reperti storici e buon cibo. E la magia dell’Olivo sospeso.

Complice la quinta edizione del Buy Food Toscana (evento per promuovere il turismo enogastronomico della Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze che si avvale della sinergia di Vetrina Toscana, il progetto regionale che promuove il turismo enogastronomico), la riscoperta di uno dei luoghi meno battuti della Toscana, nell’area del Monte Amiata, è una valida occasione di viaggio d’autunno.

Tramonto sul Monte Amiata. Si tratta di un gruppo montuoso di origine vulcanica, situato nell’Antiappennino toscano, tra la Maremma, la Val d’Orcia e la Val di Paglia, compreso tra la provincia di Grosseto e quella di Siena. L’origine del nome Amiata è stata da alcuni individuata nel latino ad meata, ossia «alle sorgenti».

Qui si ammirano de visu i luoghi magnifici, carichi di storia e paesaggi incontaminati da dove provengono eccellenze toscane: dai pecorini affinati in grotta alle castagne, fino all’olio d’altura, prodotto sul vulcano spento della Toscana meridionale. Poco più di due ore in corriera da Firenze, tra colline dolci e valli, la prima tappa è Castel del Piano a quasi 700 metri di altezza dove l’autunno fa sentire tutto il profumo delle foglie cadute nei boschi. Castel del Piano non evidenzia fortezze ma campanili che si stagliano quali sentinelle a vegliare sul borgo antico. I reperti vanno dal Paleolitico agli Etruschi e Romani che sfruttavano le miniere del Monte Amiata estraendone il cinabro (da cui poi si sarebbe ottenuto il mercurio) utilizzato nella preparazione dei colori.

La castagna rossa (foto di Beatrice Cambioni). L’IGP “Castagna del Monte Amiata è riservata ai frutti di castagna, allo stato fresco o conservati, prodotti nella zona delimitata, riferibili alla specie botanica Castanea Sativa Mill. e viene ottenuta esclusivamente dalle seguenti varietà: Cecio, Marrone e Bastarda Rossa.

Dopo una breve visita al centro storico, di sera la cena è ad Arcidosso, presso l’Osteria Bastarda Rossa che prende il nome dalla celebre castagna, per gustare i classici pici toscani con guanciale, verza e castagne. Il risveglio e la partenza verso Roccalbegna in visita al caseificio Il Fiorino (vincitore di numerosi riconoscimenti mondiali). Abbiamo assistito alla lavorazione del Pecorino Toscano DOP e visitato le grotte di stagionatura, guidati dal presidente del Consorzio del Pecorino DOP Andrea Righini e da Simone Sargentoni del caseificio Il Fiorino. Roccalbegna, un paese medievale, fu possesso della famiglia Aldobrandeschi e con alterne vicende divenne nel XVIII secolo un comune libero del Granducato di Toscana. Il borgo medievale di Roccalbegna è un piccolo gioiello, sovrastato da una rocca incombente poggiata su di una sorta di masso ciclopico a ridosso del pugno di case del borgo.

Roccalbenga era un antico possedimento degli Aldobrandeschi, poi passato alla Repubblica di Siena. Successivamente divenne la roccaforte del Monte Amiata della famiglia Medici; quindi, della contea di Santa Fiora. Solo nel Settecento, Roccalbegna diventò un libero comune del Granducato di Toscana.

Tra i monumenti, è la chiesetta dei Santi Pietro e Paolo, al centro della piazzetta dove ha sede il Municipio, a dominare la quinta scenografica. È un piccolo edificio romanico-gotico del XIII-XIV secolo, rimaneggiato nel Settecento. La facciata è dominata da un grande rosone su un portale gotico strombato e decorato. Tra le opere d’arte, colpiscono, sull’altare maggiore, tre tavole con la Madonna col Bambino, San Pietro e San Paolo; facevano parte di un polittico smembrato dipinto da Ambrogio Lorenzetti nella metà del Trecento. Una sosta piacevole al Ristorante La Pietra della rete Vetrina Toscana. Qui a deliziare il palato, oltre il biscotto salato di Roccalbegna, una deliziosa Millefoglie con mousse di baccalà su crema di ceci e poi gli immancabili Tortelli maremmani al ragù o burro e salvia seguiti dagli Gnocchi di castagne porri e pancetta. E dulcis in fundo, le Crepes di farina di castagne con marmellata di mele e ricotta. Il pomeriggio tutto dedicato alla scoperta dell’olio di Seggiano DOP.

Il Santuario della Madonna della Carità di Seggiano è situato appena fuori dal borgo amiatino, tra olivi secolari che lo circondano. Si tratta di uno splendido esempio di architettura tardo-cinquecentesca e la sua costruzione, avvenuta tra il 1589 e il 1603,

Ad accompagnarci Luciano Gigliotti, presidente del Consorzio Tutela Olio Seggiano DOP con cui abbiamo avuto la possibilità di assistere e partecipare alla raccolta di olive ed alla loro frangitura presso l’oleificio Cooperativa La Seggianese.

L’olivo a Seggiano che cresce senza avere le radici in terra. Cresce sospeso nel vuoto

Una corroborante passeggiata alla scoperta del Museo diffuso partendo dall’Oleoteca, fino alla magica visione dell’Olivo sospeso. Si tratta di un albero di Olivastra coltivato con sistema aeroponico, posto a dimora in una cisterna medievale in pietra lungo le mura medievali di Seggiano. L’olivo è posto nella parte superiore della cisterna: il fusto e la chioma fuoriescono dalla bocca della cisterna, mentre le radici sono sospese e visibili entrando nella cisterna: appaiono sospese in una sorta di fania dal buio: la visione è decisamente surreale, un balzo in una atmosfera remota, arcana e suggestiva: un mondo visto dal basso!

La visita si conclude al tramonto, quando fa capolino la luna piena dalla linea d’orizzonte del Monte Amiata; intorno al magico, quasi sacro olivo, viene presentato il progetto Radici Intelligenti con aperitivo e concerto sulla terrazza panoramica. La serata continua a “La Scottiglia” sempre a Seggiano; la proposta gastronomica della Scottiglia è la perfetta sintesi di tradizione ed innovazione, con una Battuta di manzo all’olio Seggiano Dop fino al Tocco di Capocollo di Cinta Senese DOP.

L’itinerario brevissimo ma intenso, tutto all’insegna di alcuni dei prodotti toscani d’eccellenza si conclude di domenica con la mattinata dedicata alla Castagna del Monte Amiata IGP: dalla visita al castagneto di Mirko Fazzi e Donella Guerrini a Castel del Piano, all’essiccatoio a Seggiano. Una veloce tappa al vecchio Mulino a pietra di Agliano Bernini a Seggiano. Il mulino è tornato a nuova vita e ristrutturato con fondi PIF della Regione Toscana, alla scoperta del progetto per la valorizzazione della castagna del Monte Amiata IGP. Prima del ritorno a Firenze, la sosta finale alla Festa del Marrone di Campiglia d’Orcia, tutto en plain air, nonostante una pioggia leggera d’autunno che fa sentire nell’aria il profumo intenso delle foglie e dei ricci di castagne nei boschi.


Testo Teobaldo Fortunato, Foto Mako Kobayashi, Teobaldo Fortunato, Beatrice Cambioni

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