Le Anime giapponesi, arrivate in Italia sotto forma di cartoni animati alla fine degli anni 70, hanno segnato generazioni di italiani. Il nostro Paese, più che altri, ha recepito per uno strano caso e coincidenza, la cultura nipponica dietro questi autentici pezzi d’arte animata. Tanto che in qualche modo lo stesso spirito dei manga giapponesi è entrato a far parte della nostra coscienza collettiva.
A Lucca Comics&Games il 28 ottobre, nell’ambito dell’evento 25 Anni Kappa, verrà proiettato Animeland – Racconti tra Manga, Anime e Cosplay, un film documentario di Francesco Chiatante, dove attraverso materiale d’epoca e nuove interviste a personaggi di spicco, si traccia un ponte tra due mondi, il Sol Levante e l’Italia. Interessante vedere come anche le celebrità di casa nostra abbiano qualcosa da dire in merito: Maurizio Nichetti (regista, attore) Giorgio Maria Daviddi (Trio Medusa) Caparezza (cantautore) Paola Cortellesi (attrice) Fausto Brizzi (regista, sceneggiatore e scrittore) Simone Legno alias Tokidoki (designer, artista, stilista) Valerio Mastandrea (attore) sono tutti stati influenzati fortemente dai cartoni animati giapponesi.
Il documentario, presentato in anteprima mondiale alla nona edizione del Roma Fiction Fest dell’anno scorso, è ideato e realizzato in low budget dal regista Francesco Chiatante, tarantino con la passione dei fumetti e dei cartoni animati e, fin da piccolo, affascinato dal cinema. Tanto da aver seguito un master in Effetti Speciali e realizzato post-produzioni di film e fiction, collaborando come operatore video e montatore per una serie di progetti documentaristici prodotti e diretti da Franco Zeffirelli.
“Un giorno – ci racconta Chiatante – ho deciso di seguire la folle idea di realizzare un complesso film/documentario che raccontasse i manga e le anime come nessuno avesse mai fatto prima. Ho coinvolto i miei “miti” di ogni ambito, anch’essi legati a tanti personaggi e storie provenienti dal Giappone. Ho passato lunghissimi periodi a cercare/catalogare/fotografare/filmare montagne di manga originali, vecchie riviste, oggetti oggi da collezione (una volta “per bambini”), rodovetri, disegni d’autore e a contattare giornalisti, critici, docenti universitari, fumettisti, esperti, curiosi, appassionati, cosplayer, fanatici, otaku, fino ai grossi autori giapponesi”.

E il viaggio raccontato sullo schermo ha riservato non poche sorprese: “Ancora ricordo quando, durante un festival di Venezia, tentando di ottenere un’intervista con Leiji Matsumoto (storico autore di CAPITAN HARLOCK, GALAXY EXPRESS 999) il suo staff decise d’invitarci a cena col Maestro…fu un incontro incredibile che finì per farci coinvolgere persino nel red carpert della prima mondiale del film che presentavano. Siamo stati a girare a Roma, Milano, Napoli, Firenze, Lucca, Bologna, Reggio Emilia in oltre cinque anni di lavoro”.
Animeland è un vero viaggio tra cartoni animati giapponesi e non, manga, anime e cosplay, attraverso ricordi, aneddoti da Heidi a Goldrake, da Jeeg Robot a Dragonball e Naruto, passando per Holly e Benji, L’incantevole Creamy e Ken il guerriero, dalla fine degli anni Settanta è iniziata in Italia una vera e propria invasione “animata” giapponese. E dentro compaiono personaggi che sono il massimo per gli appassionati del genere: l’animatrice e mangaka Yoshiko Watanabe, già assistente di Osamu Tezuka, lo stilista Simone Legno alias Tokidoki, il misterioso cosplay Goldy, Masami Suda, animatore di cartoni animati quali Ken il guerriero, Kiss Me Licia e Yoichi Takahashi, autore di Holly e Benji.
Tra i nomi italiani spiccano quelli dei giornalisti Luca Raffaelli, filo conduttore del racconto e di Vincenzo Mollica, ma c’è spazio anche per un sociologo, Marco Pellitteri, per un saggista come Fabio Bartoli e per la squadra dei Kappa Boys, che per primi importarono i manga giapponesi in Italia.
Una vera analisi socio-culturale che affronta tutti i temi legati a questi variegati universi e l’influenza che hanno avuto ed hanno tutt’ora nell’immaginario dell’Italia di ieri e di oggi tramite i racconti di diversi personaggi della nostra cultura.
E un pregio indiscusso dell’operazione è anche quello di dare alle cosiddette ‘sottoculture’ manga, anime e cosplay, una valenza storica importante, un’eredità culturale che nella società odierna è ancora palpabile.
Il trailer di Animeland è visibile qui
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