Miami Beach ha la più grande valenza artistica dello stato della Florida, visto che custodisce open-air l’art deco district. Ma in questa settimana di dicembre la cosa più interessante di Art Basel Miami è che ogni bar e location immaginabile ha un evento di rilevanza internazionale aperto al pubblico. Ci son ben 20 rassegne in contemporanea che compongono la Miami Art Week e tanti concerti esclusivi. L’anno scorso ci ha suonato Madonna, quest’anno si sono visti i Duran Duran con Mark Ronson al Faena Theatre.

DIMENSIONI – 260 gallerie da 30 Paesi arrivano a Miami per mostrare 4mila artisti al Miami Beach Convention Center, davanti a 77mila compratori e collezionisti. Le altre fiere che si sono sviluppate attorno, con i party e le celebrità che arrivano in città, formano tutto il programma della Miami Art Week che parte dal convention center e invade la città.

BLACK ART – Alla quarta edizione c’è stata molta attesa per The Art of Black Miami, in contemporanea con Art Basel con 25 nuovi artisti locali per promuovere le influenze creative di afroamericani, americani caraibici, latinoamericani. E se ne sono visti di nuovi ed entusiasmanti artisti.

Duwane Coates è già esposto in Europa e si presenta come un millenial afro-cubano che fa il egista, artista video, fotografo, pittore e curatore. Il suo lavoro è prevalentemente concentrato sulla migrazione, l’identità neo-black, il razzismo a Cuba e la cultura afro-cubana, ispirato alla vita e alle opere del regista cubano Nicholas Guillen Landrian.

Adler Guerrier produce a Miami disegni e sculture a tecnica mista, fotografie, installazioni e video volti a rappresentare le esperienze individuali e collettive delle città. Nato ad Haiti, dice di fare “arte haitiana usando quello che ho, cioè una storia particolare, forgiata da famiglia, educazione, migrazione e appartenenza”. Nei suoi lavori, Guerrier offre una visione del paesaggio urbano attraverso istantanee e disegni saturi di colori composti da frammenti di testo e schemi maturati durante il suo girovagare.
Troy Simmons (immagine di apertura di questo servizio) è nato in Texas e vive attualmente a Miami, dove produce influenzato dalla natura e dal movimento architettonico del Brutalismo, nato negli anni ’50. Le esplorazioni in età infantile delle pinete del Texas orientale hanno ispirato la sua creatività. L’artista ha visto un parallelo tra la sua formazione nelle periferie urbane di Houston, Texas e i modelli di crescita distruttivi ma necessari di una pianta denominata Berchemia scandens.

GALLERIE – Tra le gallerie che ci hanno segnalato le loro novità, Kaufmann Repetto ha puntato su Andrea Bowers, un’artista di Los Angeles che ha rimaneggiato un poster di un workshop del 1973 per See Red Women, un collettivo femminista molto famoso all’epoca.

Erastudio Apartment Gallery ha invece portato le creazioni di Gino Marotta, tutte incentrate sulla natura artificiale. Il riferimento ad elementi naturali con materiali sintetici e artificiali è sicuramente un trend imperante. Marotta dice che “la mia natura e animali con piante finte sono la metafora del mondo, perché riproduco l’effige di qualcosa che fra qualche tempo non ci sarà più. Marotta ha esposto alla Biennale di Venezia, al Louvre e al Macro di Roma e Madre di Napoli.

Galerie Maria Bernheim per la parallela NADA Miami (New Art Dealers Alliance), ha esposto Mitchell Anderson. L’artista esplora la narrativa particolare dei logo trovati negli oggetti e soprattutto in questi nuovi lavori usa la famiglia Kennedy per denunciare la fine del neo-liberismo ed uguaglianza in America. Ha ripreso la campagna pubblicitaria di Kennedy e l’ha rielaborata e messa in sequenza per far ammirare la variazione di font grafici del nome. Accostati alla gigantografia del pacchetto di sigarette di Jackie Kennedy trovato al momento della tragica morte di JFK.

Direttamente da Bologna, l’artista Giorgio Bevignani è presentato dalla storica Galleria bolognese Stefano Forni alla celebre CONTEXT Art Miami, il luogo di sostegno delle avanguardie emergenti giunte a metà carriera. Per l’occasione, esposti alcuni dei lavori più significativi dell’ultima produzione artistica di Bevignani, appena rientrato in Italia dal Giappone, dove è stata registrata la sua intervista “Dialogues in Paradise” presso il Moa Museum of Art-MOA di Atami che ha acquisito una sua opera nella collezione permanente. L’artista adopera un suggestivo agglomerato di materiali, quali silicone e pigmenti, in un motivo di mobile, malleabile, severa, semplice bellezza. La sua produzione artistica trae ispirazione dalle scienze contemporanee, dalla mitologia, dalla filosofia e dalla matematica.

Foto d’apertura: Troy Simmons, particolare dell’opera esposta ad Art Basel 2017 (courtesy Art Basel Miami).