23 Novembre 2021

Artisti pop, solo 1 su 5 tra i top è femminile

Le donne rappresentano solo il 14,1% del totale delle artiste presenti nelle classifiche ufficiali della musica in Italia. I dati sul gender-gap diffusi da Spotify oggi alla Milano Music Week 2021.

23 Novembre 2021

Artisti pop, solo 1 su 5 tra i top è femminile

Le donne rappresentano solo il 14,1% del totale delle artiste presenti nelle classifiche ufficiali della musica in Italia. I dati sul gender-gap diffusi da Spotify oggi alla Milano Music Week 2021.

23 Novembre 2021

Artisti pop, solo 1 su 5 tra i top è femminile

Le donne rappresentano solo il 14,1% del totale delle artiste presenti nelle classifiche ufficiali della musica in Italia. I dati sul gender-gap diffusi da Spotify oggi alla Milano Music Week 2021.

La musica nel 2021 è sempre più ascoltata in streaming e liberamente. Ma questo non consente un cambio di rotta nelle abitudini dei consumatori e nell’emersioni dei talenti. Le donne rappresentano il 14,1% del totale delle artiste presenti nelle classifiche ufficiali della musica in Italia. Significa tra 5 artisti pop, solo una è donna. E il supporto fisico nella vendita musicale favorisce le donne: conta per il 54% delle vendite di artiste femminili, mentre per gli uomini il peso scende al 44%.

Per arrivare a questi numeri, Spotify, leader mondiale dei servizi streaming musicali, con GfK, prendendo in considerazione oltre un migliaio di artisti, più di 1.500 album e oltre 2.200 singoli entrati in Top 100 nell’arco degli ultimi 4 anni.

In proporzione, è presente 1 artista donna ogni 4,1 uomini. Un Gap, questo, che va riducendosi negli ultimi 4 anni nel mondo degli artisti più giovani e under 30, dove la proporzione uomo:donna diventa di 3,4:1. Sono i dati presentati da Spotify (fonte e analisi dati: GfK), nel suo report sul Gender Gap nella scena musicale italiana*, e che fotografano la presenza di un divario importante tra artisti uomini e donne nel settore, seppure in costante evoluzione.

Al panel della Milano Music Week 2021, nel quale sono intervenuti Federica Tremolada, Managing Director Southern & Eastern Europe Spotify, Enzo Mazza, CEO di FIMI, Dario Giovannini, VP di PMI e Annalisa, artista tra le più apprezzate nel panorama musicale nazionale, si è discusso anche di estero.

L’evoluzione rilevata in Paesi con una tradizione urban, come gli USA, ha visto crescere la presenza femminile in questa fascia. “Le nuove generazioni stanno dimostrando che le differenze di genere e di gender nella musica si stanno ridimensionando. Ma c’è ancora tanta strada da fare. Il lavoro di un’artista donna nella musica è più difficile e laborioso, ad esempio si viene spesso considerate cantautrici a fatica e soprattutto se ciò che scrivi parla di emozioni. Questo è uno degli aspetti su cui dobbiamo ancora lavorare” ha detto la cantante Annalisa, sulla scena da un decennio con tre partecipazioni al Festival di Sanremo.

Nel corso degli ultimi 4 anni, i tassi di crescita, più sostenuti per la donna rispetto a quelli dell’uomo, portano il peso dello streaming per le donne al di sopra del 70%, in linea con quello degli uomini. La crescita dello streaming delle artiste donne under 30 è notevolmente superiore a quella registrata dagli artisti uomini under 30 (+472 % vs +183%). Per le donne rimane comunque fondamentale anche il supporto fisico, che negli ultimi 4 anni vale il 54% dei volumi realizzati rispetto al 44% degli uomini.

Seppure il quadro generale penalizzi fortemente la figura dell’artista donna, il trend è confortante, ed è sintomatico di come oggi effettivamente alcuni generi musicali, come ad esempio l’Urban, vedano crescere fortemente la presenza femminile, sia tra i fan che tra gli artisti – ha commentato Federica Tremolada, Managing Director Southern & Eastern Europe Spotify – La Z-Gen sta sconvolgendo lo scenario musicale. La fluidità tra i generi si rispecchia in quelli musicali, dissacrando i canoni tradizionali e rendendo difficile assegnare etichette ai generi musicali odierni. Lo streaming in questo ha avuto un ruolo fondamentale, dando la possibilità di accedere a milioni di titoli sempre e in ogni luogo e dando voce a migliaia di nuovi artisti, senza differenza di genere o di età”.

Un’altra lettura la fa Enzo Mazza, CEO di FIMI – Federazione Industria Musicale Italiana: “Nelle nuove generazioni vi è sempre meno dipendenza dal repertorio o dal genere musicale: il fan passa da un genere a un altro con effetti trasparenti sull’artista, non individuato o caratterizzato per il sesso, ma per la vicinanza a iniziative sulle quali la Gen-Z è molto attenta. Questo cambiamento, già in corso, inevitabilmente porterà a modificare l’attività di A&R (ricerca e sviluppo) nelle label”.

L’età media delle donne italiane presenti in classifica è di 37 anni, 8 anni in più rispetto a quelle internazionali e 3 anni in più rispetto agli artisti uomini. Le donne sembrano anche essere meno coinvolte degli uomini nelle collaborazioni musicali: tra i progetti di artisti uomini, solo il 15% dei titoli vede la presenza di una voce femminile (Uomo+Donna). Inoltre, il 77% delle collaborazioni proposte dalle artiste è con uomini. Infine, i periodi da febbraio ad aprile e il mese di dicembre (i mesi dunque di Sanremo e del Natale) sembrano rappresentare i movimenti di svolta per gli ascolti delle artiste.
“Nella musica e nell’arte in generale, il punto di vista femminile è meno sdoganato, meno popolare, e non ha avuto le stesse opportunità di essere ascoltato rispetto a quello maschile. La narrazione maschile ha sempre prevalso. L’immaginario femminile deve rappresentare qualcosa di già conosciuto e incasellarsi dentro una narrazione predefinita (da uomini). Il mondo discografico è ancora molto maschile. Si è creato così un ambiente improntato in una direzione, che non è per forza sbagliata, ma non può sempre essere l’unica. È importante che artisti e artiste siano uniti nella lotta alla disparità di genere” ha aggiunto Dario Giovannini, Vice President di PMI – Produttori Musicali Indipendenti.

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