Da un paio di mesi i trend setters si interrogano sugli style hunters e i sociologi sono in allerta. Non vi commuovete troppo, si tratta di interpretare il nuovo termine a cui guarda il marketing: i Pivotals.
In italiano vuol dire “centrale” ma anche “essenziale” e quindi partiamo da qui. Superati i Millennials e la Generazione Z, ora gli uffici marketing dei prodotti di consumo si concentrano su queste figure centrali del business del futuro (attualmente i pivotals vanno dai teen-ager fino ai 34 anni) perché sono consumatori appetibili.
Segni distintivi: vogliono essenzialità, se ne infischiano delle mode, mixano abiti e abitudini come gli pare (li chiamano nomadi di stile) e soprattutto sono al cellulare 160 volte al giorno. Lo dice lo studio FOMO (Fear of Missing out, è tutto dire) presentato prima della fine del 2017 in America da Beautycon. Amano il beauty, la moda a modo loro, odiano la distinzione di genere e di qualsiasi altro ambito, quindi per conquistarli bisogna ragionare “a-gender”.
Trionferà la nicchia: infatti questi giovani che sono al centro dei nuovi appetiti aziendali vogliono individualità e su-misura, quindi tutto quello che è massa e omologazione è ufficialmente “out”.
Adesso che li abbiamo inquadrati, e sappiamo che non conoscono MySpace ma si fidano degli influencer più che delle celebrità, cosa ce ne faremo di questo identikit? Come in accordo con quello che è successo nel passato, appena i giovani sono intrappolati in una definizione, faranno di tutto per uscirsene. Avanti la prossima etichetta, quindi.