Ulla-Stina Wikander nata e cresciuta a Goteborg è diventata negli ultimi tempi la regina del mezzopunto sui social media. Il suo mezzo punto croce o mezzo punto, un punto di base nel ricamo, è fotografato ovunque: Pinterest è invaso dalle sue creazioni che rimodellano gli oggetti di largo consumo che ormai sono relegati negli attici delle nonne e ci restituisce il sorriso. E agli elettrodomestici dimenticati, nuova vita. Attualmente vive vicino a Stoccolma, in Svezia e lavora come artista dal 1986. Non si direbbe che questi oggetti di decoro arrivano da una creatività della bella e fredda Svezia, tanto colorate e pop sono queste opere.
Eppure i paesi nordici sono i primi che hanno adottato l’urban knitting, l’arte di ricoprire di ricami gli arredi urbani, e la loro fascinazione per la lavorazione colorata a maglia è risaputa. Ma nessuno si era spinto fino al punto di rivestire con tanta fantasia gli arredi di largo consumo dal sapore retrò: telefoni con il cerchio, aspirapolveri, tostapane.
Per più di 10 anni Ulla-Stina Wikander ha collezionato ricami a punto croce, realizzati con tele di tanti buchi e matassine di lana colorata. Oggi ha una grande collezione con oltre 100 disegni diversi. In passato questi ricami erano realizzati da donne, definiti kitsch o considerati un suppellettile piuttosto inutile. Ma sono stati sempre difesi dalle nonne che li adoravano.
DOVE HA COMINCIATO – Nel 2012 Ulla-Stina iniziò a coprire gli oggetti per la casa degli anni ’70, come l’aspirapolvere, la macchina da cucire, il frullatore elettrico, il telefono sino al trapano e molti altri. Trovando interessante vedere la mutazione di questi oggetti che si trasformano in un nuovo contesto; l’obsolèt, le cose che non vogliamo più, le cose vecchie e dimenticate, diventano oggetti mascherati, mimetizzati e vestiti. Dando loro una seconda vita, che offre una raffinata “customizzazione” da esporre in casa.
L’artista svedese visita i mercatini delle pulci e negozi vintage per trovare ricami a punto croce e gli oggetti con cui lavorare. Racconta: “Alcuni dei piccoli oggetti, come un ferro da stiro o un telefono, richiedono uno o due giorni per essere realizzati, ma le installazioni più grandi richiedono settimane per essere completate”.
Negli ultimi anni è stata invitata a diverse mostre e il suo lavoro è finito sull’inglese The Guardian per la pregevolezza della manifattura e l’inventiva. Prezzi e disponibilità su richiesta su www.ullastinawikander.com o sulla pagina Instagram https://www.instagram.com/uskonst
Ricerca e testo di Antonella Galimberti