Floraleda Sacchi è riconosciuta dalla critica come una delle più interessanti arpiste sulla scena internazionale. Ve ne parliamo non solo perché ultimamente questo strumento antico sembra essere tornato tra i favori di tutti i music lovers nel mondo.
L’artista comasca è da anni impegnata nella divulgazione e apprezzamento dell’arpa come strumento che ben si inserisce nel panorama contemporaneo. Scrive con l’arpa, si esibisce sui palcoscenici più prestigiosi del mondo. L’arpa è stata sempre la sua passione: è stata ispirata dai dischi di Annie Challan, la famosa arpista francese nata negli anni 40 e famosa in tutto il mondo, ben prima che il trend di recupero dell’arpa celtica contaminasse il pop e il rock. Floraleda Sacchi ha studiato al Conservatorio di Como e si è perfezionata con Alice Giles (Frankfurt a/M), Alice Chalifoux (Salzedo School, USA) e con Judy Loman (Toronto, Canada).
In questi giorni Floraleda esce con il nuovo disco “#Darklight” composto da 14 nuovi brani tra colonne sonore, successi dance e musica contemporanea, eseguiti con arpa elettrica ed elettronica e arrangiati o composti da Floraleda.
I pezzi noti ottengono così una nuova immagine sonora e si identificano in una sorta di insospettata e reciproca parentela. I compositori inclusi sono: Nils Frahm, Clint Mansell, DJ Tiësto, Max Richter, Roberto Cacciapaglia, Joe Hisaishi, Vladimir Martynov, Ólafur Arnalds e la stessa Floraleda. L’album è affiancato da un libro di 72 pagine (testi in italiano e inglese) con idee e suggerimenti per riscoprire ogni giorno il piacere di suonare o ascoltare musica.
“Spesso mi chiedono perché suono l’arpa – dice Floraleda Sacchi – credo che questo unisca appieno i miei contrasti. L’inquietudine e la curiosità mi accompagnano e dunque Darklight, la luce scura, una percezione estrema dell’occhio e della mente è uno stato di grazia. Con questa attitudine, compongo o adatto brani che coniugano acustico e digitale, senza distinguere dove finisce un delay e inizia un pad creato con un arco di violino sulle corde dell’arpa, senza sapere dove agisce un filtro digitale o uno smorzatore in neoprene sulle corde, quale sia un armonico o un campionamento compresso. Ho lavorato senza preclusioni cercando di ricreare la musica che ho nella testa.Trovo affascinante lavorare con uno strumento acustico e con l’elettronica (una forma di artigianato che richiede ore di dedizione quanto il suonare uno strumento musicale) e l’unione regala un mezzo incredibile per creare qualcosa di estremamente personale. Questa raccolta include brani molto famosi ed è giovane: il pezzo più vecchio ha 16 anni. Fortunatamente è difficile iscriverla in un genere”.
In #Darklight c’è molto cinema. Come un pezzo di Clint Mansell, Welcome To Lunar Industries, che è tratto dal film sci-fi “Moon” (2009), o Silecio Du Park Guell di Joe Hisaishi e brani di Nils Frahm e altre perle più energetiche che richiedono grinta. Dopotutto, l’arpa è uno degli strumenti che richiedono più coinvolgimento fisico dopo le percussioni.
Floraleda ha venduto migliaia di dischi incidendo per le principali major discografiche (Decca, Universal, Philips e Deutsche Grammophon) e per Tactus, Brilliant Classics, Amadeus Arte, ed è stata solista con numerose orchestre (Neubrandenburger Philharmonie, Camerata Portuguesa, Milli Reasurans Oda Orkestrası, Wuhan Philharmonic, Orchestra Regionale Toscana, ecc).
Curiosa e vivace, Floraleda, oltre a suonare musica classica, ama sperimentare con l’elettronica e ha composto musica per il teatro e il cinema.