Le spassose t-shirt date come gadget all’anteprima del film di Isaia Napoli non lasciano dubbi. Lo storytelling delle aziende di moda, anche attraverso scritte vintage che si rifanno ai polizieschi anni 70, è il trend più innovativo e creativo del momento.
Isaia non ha certo bisogno di affermazioni sul mercato. La scuola napoletana di alta sartoria su misura, specie da uomo, è conosciuta in tutto il mondo. C’è semmai bisogno di attualizzazione e di ricerca, anche per attrarre nuovi mercati. Insomma, il mondo non si ferma a chi arriva a Napoli e cerca un posto dove vestirsi bene.
E questo i fratelli Isaia l’hanno capito bene e ce l’hanno raccontato in un’esclusiva serata alla Triennale di Milano dove siamo stati accolti da un cocktail e da un ricco buffet partenopeo in mezzo ai modelli sui piedistalli. Nel mezzo, però, c’è stata la proiezione di un film, Tailor Made Crime, che è una dichiarazione di intenti per l’azienda.
Anzitutto perché é ironico, fatto bene e non appesantisce il messaggio di eleganza esclusiva che si vuole veicolare. Che sono poi i punti base da cui è partito con successo l’iperbole mondiale del marchio di Casalnuovo, la vecchia alcova dei sarti napoletani. La Savile Row del Sud Italia, insomma.
“A Tailor-Made Crime – ‘O stile chiamma, Napule risponne”, firmato dal regista Gianluca Migliarotti, è un thriller che presto si rivela parodia, più chic delle web series, meno pesante delle fiction da Rai Uno. La storia si ambienta nella sede storica della maison. L’escamotage è il binomio Napoli-Malaffare (sì, avete letto bene, si scherza su questo). Esilaranti equivoci da teatro napoletano e sequenze serrate si snodano in realtà in un racconto mai logoro ma interessante su cosa c’è dietro le creazioni di Isaia.
Isaia è l’eredità stilistica della Napoli bene che dal 1957 racchiude nel marchio “a forma di corallo” l’espressione più discreta e meno gridata dell’eleganza maschile. Ora che se ne sono accorti gli americani (shop in apertura a Los Angeles e New York) è tempo per noi di esaltarne le virtù.