Paesaggi, animali, piante: la naturae tutto il bello del creato catturato dagli artisti dell’obiettivo. Il green è trendy anche nelle fotografie.
Terra nuda e interpretata dalle fotografie diventa di nuovo protagonista degli obiettivi dei artisti internazionali. Il trend è evidente da quello che si è visto nei giorni scorsi a MIA Photo Fair, la fiera internazionale della fotografia artistica a Milano.

Marshall Vernet (foto di apertura) è un fotografo americano innamorato dell’Italia. Ha partecipato a varie edizioni della fiera (un incontro con lui qui) e questa volta, scelto come proposta MIA, ha portato il progetto Urbis et Natura, quasi a voler sottolineare la valenza del trend che abbiamo individuato. Il grande artista si confronta con paesaggi italiani naturali con il suo inconfondibile bianco e nero lucente e stupefacente. Le geometrie occasionali dei paesaggi ritratti rendono queste foto autentiche opere d’arte. Marshall sta preparando una mostra su Roma alla Galleria Antonacci Lapiccirella nella capitale, che debutterà a maggio.

Settimio Benedusi passa dalla moda e ritrattistica a una suggestiva serie naturale. Il grande fotografo del glamour (non solo italiano) si dedica alla bellezza naturale con l’innovazione del processo. “Ho scattato con l’iPhone – ci ha detto al MIA – e poi ho trasformato quei file in negativi per dare più spessore e definizione. Il risultato lo vedete stampato in questa serie”. Orizzonti e mari di estrema bellezza.

Beba Stoppani con Sogno di una notte… ha esposto un lavoro sull’Islanda che si basa sulla voluntà di eniunciare un modello reale di vita sociale a cui ispirarsi per un futuro sostenibile. Il paese magico e tutto da scoprire nei suoi contrasti, è ritratto come luogo incantevole di amplissimi paesaggi. Rigenera l’anima guardare queste immagini che si compongono l’una con l’altra, dove il blu del mare dell’isola fa da contrappunto alle rocce laviche. La luminosità della notte rende il tutto ancora più armonioso.

Gianni Maffi è un fotografo milanese che ha delle sue opere conservate presso collezioni pubbliche e private (tra cui quella del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello – Milano). A MIA Photo Fair 2017 ha portato dei paesaggi naturali ritratti col vero piglio d’artista, perché rispettano la natura del luogo ma allo stesso tempo sembrano catapultarsi in un’altra dimensioni. Questa Capri vista in grigio assomiglia più a un’isola del Mar del Nord che alla perla del Mediterraneo. La realtà è indubbiamente di chi la guarda.

Mimmi Moretti fa parte delle proposte MIA per questa settima edizione della fiera internazionale. È un fotografo di grande classe quando usa la metafora poetica del groviglio dei rami, si dedica a un tema, quello della vegetazione preferibilmente lungo le coste, e ci mostra le meraviglie della profondità delle radici. È ovviamente un escamotage per descrivere l’attaccamento della vita alla terra: questi rami in bianco e nero sembrano davvero degli anziani deturpati dal tempo che però continuano magnificamente a vivere sulla Terra.

Thierry Radelet (Gallerie Maspes, Milano) radiografa, più che fotografa, la natura. Il suo progetto al MIA è Lympha (latino per Linfa) ed è uno studio sull’ingresso del microcosmo naturale. “Una resa grafica suggestiva – dice l’artista – mi ha permesso di rendermi conto della bellezza di queste immagini. Mi è venuto in mente di usare la tecnica quando ho iniziato a utilizzarla per los tudio delle opere d’arte. La bellezza intrinseca delle immagini mi hanno portato a sperimentare su diverse nature morte ma anche tra le viti all’aria aperta, o nei boschi bonsai”.

Anna Guilhermina Baglioni da San Paolo (Brasile) nel focus dedicato al suo Paese ha incantato i visitatori del MIA con un ciclo stampato su corteccia d’albero Materiam et Memoriam. Alcuni dei suoi scatti di alberi sono impreziositi da un velo di rame. Altri, sono composti su sottili lastre di legno che vive nel suo paese. Il tutto per sottolineare l’emergenza green che sta attraversando il Brasile.

Vittoria Lorenzetti è una giovane artista di Novara che ha speso mesi della sua carriera rincorrendo il perfetto scatto di pesci d’acquario. Gli anziani animali (perciò hanno la coda lunga) fluttuano in un mare nero e sono riprodotti a grandi dimensioni. Il ciclo si chiama Portami Via “e si riferisce a un particolare momento della mia vita”. Una visione decorativa e artistica allo stesso tempo di un pezzo di natura che solitamente si trova nei salotti bene. E che qui diventa metafora di uno stato mentale personale.

Giuseppe La Spada con In A Changing Sea riflette sulle tematiche eco-friendly col piglio amaro di chi è costretto a ritrarre il rapporto uomo-natura ai nostri giorni. Inevitabile dunque l’esposizione del rifiuto in plastica, che qui però è reso quasi piacevolmente fluttuante in un mare nero. Il progetto indaga sull’interdipendenza dell’uomo con la natura. Ideato insieme alla galleria Amy-d, il ciclo dell’artista (che è membro dell’International Academy of Digital Arts and Sciences di New York) lascia a bocca aperta per la bellezza della denuncia che riesce a trasmettere.

Niccolò Aiazzi porta l’efficacia del trend naturale di cui vi stiamo parlando, a nuove insuperabili altezze. È proprio il caso di dire altezze visto che le sue foto sono in alta quota quando è addirittura difficile respirare. A Niccolò piace l’estremo e alla vetta del Dente si è messo a scattare, per esempio, creando questa meraviglia.

Giorgio Majno per la Galleria Blanchaert di Milano ha realizzato delle foto misteriose e virate in tonalità innaturali ma ancora del tutto aderenti alla oscura realtà da cui derivano. Il tratto naturalista gli deriva anche dalla collaborazione con progetti riferiti a grandi istituzioni “verdi” (ha fotografato per “Grandi Giardini Italiani”, e per il libro Villa Necchi Campiglio a Milano). Ma la sua Terra Incognita è un passo oltre il percettibile dell’occhio umano.

Johanne Fournier ha avuto il coraggio di catturare nella selvaggia notte della savana, tutti gli animali simbolo della libertà che si specchiano nella luna. Un esperimento di grande classe e resa visiva romantica e misteriosa. L’idea della serie è nel titolo: “Ogni creatura vivente si svela al chiaro di luna”.

David Yarrow è un nuovo alfiere della grande scuola dei documentaristi britannici. The Siberian è un incanto per gli occhi e per la mente. E soprattutto un monito sulla bellezza delle tigri dei ghiacci che rischiano la scomparsa. L’artista è famoso per il suo libro Wild Encounters, dove analizza in scatti gli incontri con le specie umane e animali in via di estinzione.

Arsen Revazov da Mosca è un fotografo di grande spessore che si lega molto alle tematiche da fotogiornalismo. La sua serie Antarctic Loneliness ha fatto scuola nel settore: nel 2008 la sua prima visita al continente di ghiaccio lo ha portato a studiare le cartine settecentesche degli esploratori. E come un viaggiatore antico si è addentrato nel mistero dell’altra terra, quella dove il clima, i colori, l’aria e la vista sono diversi. “Tutte queste sensazioni – dice – sono connesse alla percezione che abbiamo del mondo ed essere in un posto come quello ti spinge a ripensare e a una nuova ricerca artistica. L’orizzonte è così immenso che solo la pellicola poteva imprimere tante tonalità”.

Anna Fabbrini invece si è dedicata alla ripresa dell’aurora boreale con un grande risultato. Le sue immagini sembrano derivate da avveniristiche proiezioni laser. Ma in realtà sono naturalissime: l’artista ha ripreso con macchina digitale il fenomeno nella Lapponia svedese e lo ha trasposto su carta fotografica con stampa chimica. Effetto cromatico unico.
Foto d’apertura : Marshall Vernet, FOG (2016). Particolare dell’opera gentilmente concesso dall’artista a The Way Magazine. Fotoservizio: Christian D’Antonio al MIA Photo Fair di Milano.
MIA Photo Fair – Settima edizione fiera della fotografia d’arte
diretta da Fabio Castelli e Lorenza Castelli.
Tra le novità di quest’anno, i Focus su Brasile, Ungheria, Asturie (Spagna)
Fino a lunedì 13 marzo
The Mall – Porta Nuova
Piazza Lina Bo Bardi 1, Milano
www.miafair.it