Una poesia da appendere in casa e da mostrare come un’opera d’arte. Un’idea che è un regalo ma anche un nuovo modo di interpretare i bisogni contemporanei della comunicazione nell’era della parola che è venuta in mente allo scrittore-giornalista Luca Mottaran che ha lanciato le poesie murali.
Cosa sono? Sono poesie personalizzate e commissionate, dedicate a una persona, che Mottaran scrive seguendo delle indicazioni del committente. L’opera, successivamente viene stampata o incisa su un supporto fisico (lastra di ferro, plexiglas, acciaio o altri materiali) diventando così un “oggetto artistico”, una “poesia materica”. “Sono aperto anche ad altri materiali, come il legno – ci dice Luca Mottaran illustrandoci il progetto – le possibilità sono davvero tante per questa iniziativa che celebra la bellezza visuale della parola“.

Il meccanismo è questo: dopo una prima fase di conoscenza reciproca con il committente, che prevede anche una sorta di rilassamento meditativo, Luca Mottarana inizia a indagare con 50 domande le motivazioni, le immagini, le suggestioni, le descrizioni di chi gli affida la stesura del componimento.
“È fondamentale il rapporto vis à vis con il committente: un cenno con gli occhi, il tono della voce, la postura del corpo mi possono aiutare a capire i temi, le emozioni, le sensazioni che il committente vuol far risaltare e sono maggiormente sentite e partecipate”.
L’autore, di Novara ma che vive e lavora a Milano, aggiunge: “Uno degli aspetti più interessanti è che i committenti rispondono, se così si può dire, ‘a cuore aperto’, senza mentirmi e soprattutto senza mentirsi. In un certo senso, grazie a questo gioco, si spogliano di tutte le proprie sovrastrutture perché la spontaneità e la verità della risposta sono il presupposto basilare per la realizzazione di un’opera che rispecchi i simboli, le sensazioni, le emozioni le idee del mio committente“.
Luca Mottaran fa lo scrittore da tempo e il poeta da sempre. Ha scritto durante i suoi viaggi per lavoro (è stato a Los Angeles per lavoro foto-giornalistico e ha girato il mondo) e ha scritto anche libri di sue poesia, come “Etatomare”, edito dal gruppo Albatros Il Filo Editore. Nel 2009 ha iniziato a creare poesie murali su plexiglas e ferro per un’esposizione presso Lacontemporanea Studio Art Gallery di Torino.
“Anni fa per gioco – ci racconta – durante una cena di Natale un’amica che sapeva della mia scrittura di poesie, ha iniziato a fare domande a un commensale. All’impronta dopo un po’ gli ho scritto un componimento che ha sorpreso tutti. Successivamente ho fatto altro, ho iniziato a scrivere delle poesie sul design e sull’architettura e ho fatto due esposizioni in cui ho scritto poesie stampate su plexiglass per rendere materica l’idea“. Poi, su suggerimento di un amico che voleva regalare una poesia “materica” alla moglie, Luca è tornato sul componimento per conto di altri “e ho man mano accarezzato l’idea di lanciare un sito dove chiunque potesse contattarmi e commissionarmi lavori di questo tipo“.
La tecnologia permette oggi di raggiungere molte persone, e sono tante quelle che stanno scoprendo questa nuova forma d’arte. “Anche la realizzazione su supporto deve obbedire ad alcuni canoni di estetica e le poesie sono diventate delle vere opere da tenere in casa“.
Solitamente le poesie scritte in forma anonima sui muri si deteriorano, cambiano col tempo, si cancellano. Luca Mottaran le compone con l’ottica di conservarle nel tempo: “Bisogna avere un focus, che è la persona a cui è diretta la poesia che magari i miei committenti non hanno il coraggio o la voglia di realizzare. Il processo mi ricorda la maieutica Platone. I miei racconti non sono tirati fuori dall’allievo ma dalle persone che si rivolgono a me, grazie a quello che mi suggeriscono con le loro risposte. Ne esce fuori una fotografia linguistica del momento, che diventa un attimo di vita da regalare“.
Mottaran si definisce “un interprete che usa il proprio linguaggio per scrivere pensieri filtrati da altri. Le risposte sono molto diverse e le associazioni mentali sono diverse, quindi ogni poesia è unica. Attingo da un magazzino di sensazioni e di immagini che unite funzionano“. Le persone si commuovono, restano sorprese, a volte piangono. Che sia una ricorrenza, un amore da celebrare, un ritorno. Luca Mottaran sta scoprendo molto di quanto e come viviamo in questi anni: “È fondamentale che mi rispondano senza filtri, bisogna essere sinceri. Credo che in un mondo in cui la parola è centrale ma è subita a valanga, sia questo quello che funzioni di questo mio servizio. Le persone vogliono anche cercare dei significati profondi oltre la quantità di parole. Se ci si ferma a pensare, le parole vengono recepite in un’altra maniera. C’è una riscoperta, molti dicono basta alle parole a caso. Ci sono sempre più persone che hanno curiosità e passione per il linguaggio e che sono disposte a regalare un’emozione più che una borsa trendy“.
Le foto del servizio sono di Valeria Mottaran
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