Idee, creatività e voglia di sovvertire le regole per creare del nuovo, nel marmo, così si può riassumere il progetto HACKER, che nasce dall’unione di esperienza di due realtà leader nei rispettivi settori: DWA Design Studio di Milano – fondato dal duo Frederik De Wacher e Alberto Artesani – e Manuel Coltri, che è meglio indicare come “il sarto della pietra” perché davvero riesce ad alleggerire con maestria materiali duri. Un incontro in cui Paolo de Vivo, esperto di comunicazione e marketing, ha visto un’opportunità di sinergia.
HACKER, la nuova collezione di artefatti in marmo presentata l’anno scorso in occasione della Milano Design Week 2019, è la sintesi di un lungo lavoro di studio e analisi mirato ad individuare nuove tecniche di lavorazione del materiale scardinando le metodologie classiche per crearne di nuove.
Affidandosi all’esperienza e all’abilità di Manuel Coltri e partendo dalle proprietà fisiche del marmo, infatti, i designer hanno cercato di “hackerare” la lavorazione classica, per espanderne le possibilità agendo sui relativi scarti, lastre altrimenti inutilizzate. Le lastre vengono combinate, tagliate, ri-composte e ri-sezionate in un processo che potrebbe durare all’infinito, fino a ottenere il blocco perfetto, irripetibile e diverso da quello successivo. Schemi a scacchiera, strisce, quadrati, minutissimi pixel, grafica segnaletica: i dettagli ipnotici e unici di ogni pezzo parlano chiaramente dell’incredibile lavoro manuale ancora prima del design accurato che pur ricco di rimandi (dalla Secessione viennese alla Pop Art e alla Digital Art, ecc.) non manca di vergine inventiva. Inventiva che “hackera” vecchi paradigmi fino a formarne di nuovi.
Il progetto HACKER nasce dall’unione di esperienza di DWA Design Studio e Manuel Coltri, da decenni nel settore della lavorazione di marmi e pietre naturali.
Lorigine del nome della linea è presto spiegata. Affidandosi all’esperienza e all’abilità di Manuel Coltri e partendo dalle proprietà fisiche del marmo, si è cercato di “hackerare” la lavorazione classica, per espanderne le possibilità agendo sui relativi scarti, lastre altrimenti inutilizzate.
A dispetto della durezza del materiale, le lastre di marmo sono sottoposte a trattamenti complessi: vengono combinate, tagliate, ricomposte e ri-sezionate in un processo che potrebbe durare all’infinito, fino a ottenere il blocco perfetto, perchè irripetibile e diverso da quello successivo.
I marmi utilizzati sono il bianco di Carrara e la pietra lavica delle montagne dell’Italia centrale, gli onici arcobaleno e verde provenienti dalla Persia e dal Sudamerica e il semiprezioso lapis blu sudamericano.