In occasione della quarta edizione di CORTEMPORANEA, inaugura il 17 maggio a Siena Earth, Coral, Clouds, la prima mostra personale in Italia dell’artista italo-sudafricana Bianca Bondi (Johannesburg, 1986). L’artista è attualmente borsista presso Villa Medici a Roma (2024-2025) e nominata per il Prix Marcel Duchamp 2025. L’esposizione, a cura di Fiammetta Griccioli e Cloé Perrone, trasforma le sale e la corte del settecentesco Palazzo Chigi Zondadari di Siena in un intreccio dinamico di forme organiche e inorganiche in continua mutazione.

ISPIRAZIONE
“La Terra non è solo un foglio bianco su cui proiettare il desiderio umano: il ciclo del desiderio si basa su entità (Terra, corallo, nuvole) che esistono anch’esse in forma di ciclo in relazione tra loro e in relazione agli esseri umani.”
— Timothy Morton, Dark Ecology
Il titolo della mostra, ispirato a “Dark Ecology” di Timothy Morton, invita a confrontarsi con la ciclicità del mondo naturale e le scomode verità della nostra esistenza ecologica. Bondi realizza interventi site-specific che esplorano i temi della trasformazione, della memoria e del tempo attraverso processi di cristallizzazione, ossidazione e mutamento chimico.
“Per la mostra Earth, Coral, Clouds – spiegano le curatrici Fiammetta Griccioli e Cloé Perrone – Bianca Bondi, con le sue opere, si insinua negli spazi di Palazzo Chigi Zondadari entrando in dialogo simbiotico con l’iconografia allegorica dei soffitti e delle pareti del Palazzo settecentesco. La natura è al centro della pratica dell’artista che, con materiali come sabbia, sale, muschio e fiori, dà vita a installazioni capaci di trasformarsi nel tempo, sfidando l’immutabilità dello spazio circostante. Il lavoro di Bondi si distingue per un approccio radicale ai materiali impiegati che mutano attraverso antichi processi alchemici, realizzando opere dove si incontrano saperi ancestrali e nuovi rituali. L’artista riflette sulla ciclicità dell’esistenza umana e sulle urgenze del presente: dalla perdita di senso collettivo alla fragile relazione con il nostro ecosistema.”
Nella corte, Procession for the lost and found (2025) emerge come un rituale fluttuante: una composizione sospesa di fiori e crocifissi bruciati evoca gesti di devozione e memoria, simbolo di un’offerta all’invisibile. Le forme in bilico richiamano l’equilibrio fragile tra distruzione e rinascita, tra presenza e assenza.
Nel salone da ballo, The Nymphaeum (2025) si presenta come una grande vasca di acqua salata turchese che riflette e distorce la luce. Richiamando tanto una coppa rituale quanto un antico ninfeo, l’installazione canalizza la relazione ancestrale tra acqua, rito e trasformazione.
Più avanti, nella sala da pranzo, What grows after us (2025) si sviluppa sotto un soffitto decorato con cieli stellati: un tavolo da banchetto appare sopraffatto dal tempo, dove merletti e minerali si fondono in una reliquia sospesa tra passato e futuro. Alle pareti due opere della serie Lorelei (2024) sublimano l’idea di un ambiente acquatico salino, riproponendo superfici fluttuanti attraverso manipolazioni fotografiche di anfore di rame immerse nell’acqua. Tradotti in trama tessile e arricchiti da fiori simbolici come amaranto, gelsomino e ortensia, i due arazzi evocano una dimensione sospesa, uno spazio in cui il tempo sembra dilatarsi.

Tra le stanze del palazzo, le vetrine della serie Bloom si presentano come portali verso universi di vita dormiente. Ispirate alla vita del crostaceo Megabalanus tintinnabulum, riflettono sul concetto di staticità e sedimentazione della memoria. I materiali organici ricoprono oggetti di epoche passate, che, attraverso processi di cristallizzazione, assumono forme nuove in continua evoluzione. I Cabinet (2024-2025), invece, rievocano le cassette di medicinali novecentesche, contenitori di frammenti di natura cristallizzati: conchiglie, sali e muschio trasformano questi armadietti in reliquie sospese tra cura e dissoluzione.
Attraversando la mostra il visitatore è invitato a perdersi in un percorso circolare tra fioriture e relitti, un uroboro sospeso che trapela la magia del passaggio dell’artista, rivelando la natura simbiotica del suo lavoro.

BIANCA BONDI EARTH, CORAL, CLOUDS A cura di Fiammetta Griccioli e Cloé Perrone18 maggio – 8 dicembre 2025 Opening sabato 17 maggio 2025 ore 18.00 – 21.00 Fondazione Palazzo Chigi Zondadari, Siena |