26 Maggio 2025

Gorizia riabbraccia l’arte di Zoran Music

Ha aperto il 25 maggio a Palazzo Attems Petzenstein (Gorizia) l’esposizione dedicata al grande artista, all’interno del cartellone di “GO! 2025”, Nova Gorica – Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025.

26 Maggio 2025

Gorizia riabbraccia l’arte di Zoran Music

Ha aperto il 25 maggio a Palazzo Attems Petzenstein (Gorizia) l’esposizione dedicata al grande artista, all’interno del cartellone di “GO! 2025”, Nova Gorica – Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025.

26 Maggio 2025

Gorizia riabbraccia l’arte di Zoran Music

Ha aperto il 25 maggio a Palazzo Attems Petzenstein (Gorizia) l’esposizione dedicata al grande artista, all’interno del cartellone di “GO! 2025”, Nova Gorica – Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025.

Nell’ambito del programma culturale di Capitale della Cultura, ha inaugurato a Gorizia (Palazzo Attems Petzenstein) una nuova mostra del programma di GO! 2025 (Nova Gorica – Gorizia Capitale Europea della Cultura), “Zoran Music. La stanza di Zurigo, le opere e l’atelier”. A vent’anni esatti dalla sua morte, l’artista torna a Gorizia, con un’esposizione di oltre 100 opere divise in decenni, dagli anni ’30 al 2000, che ripercorre il percorso artistico e la vita di Zoran Music. La mostra è curata da Daniela Ferretti.

La stanza di Zurigo Courtesy Charlotte und Nelly Dornacher Stiftung, Svizzera. «Penso che nulla sia in grado di ritrarre un artista meglio dell’insieme della sua opera ed è da questo presupposto che ho cercato di sviluppare un impianto narrativo capace di raccontare, dagli esordi fino all’ultimo segno tracciato sulla tela, il percorso di arte e di vita di un uomo puro e di genuino talento. Il punto di partenza della mostra è la “Stanza di Zurigo” un vero e proprio compendio della produzione artistica di Music dopo l’inferno di Dachau. Alcuni frammenti delle pitture murali con cui l’artista aveva decorato il suo studio veneziano nel 1948 testimoniano la genesi di quest’opera straordinaria. Il racconto si sviluppa poi in un percorso cronologico-tematico per giungere alla chicca finale che è la rappresentazione (tutta realizzata con gli arredi originali provenienti dagli atelier di Parigi e di Venezia) dello spazio di lavoro dell’artista in cui, tra pennelli, colori, libri, mobili e tele poste sui cavalletti campeggia l’ultimo abbozzo di un quadro che Music ci ha lasciato prima di andarsene a 96 anni il 25 maggio 2005» ha dichiarato la curatrice, Daniela Ferretti.

Zoran Music torna a casa, a Gorizia, in quella realtà di scambio, incontro, sovrapposizione di matrici culturali diverse che ne ha segnato la vita e ritorna nell’arte e nella memoria di un pittore di fama internazionale. A venti anni dalla morte avvenuta a Venezia nel 2005, al grande artista, nato nel 1909 a Bukovica (Boccavizza), un paese ora di cinquecento abitanti, a poco più di otto chilometri da Gorizia, città che con la slovena Nova Gorica sta condividendo l’impegno di Capitale Europea della Cultura per questo 2025, è dedicata – all’interno di GO! 2025 – la mostra “Zoran Music. La stanza di Zurigo, le opere e l’atelier”, curata da Daniela Ferretti, che è ospitata dal 25 maggio al 31 ottobre 2025 nell’intero primo piano di Palazzo Attems Petzenstein, la sede dal 1900 dei Musei Provinciali di Gorizia.


La “Stanza di Zurigo” è il cuore della mostra proposta per celebrare Zoran Music. Il percorso espositivo si dipana intorno a un’opera magistrale, realizzata tra la fine degli anni ’40 e l’inizio dei ’50, su commissione delle sorelle di nazionalità svizzera Charlotte e Nelly Dornacher che, affascinante dai decori dello studio veneziano di Zoran, chiesero all’artista di riprodurli nella cantina della loro villa a Zollikon, sulle colline di Zurigo, per trasformarla in un locale accogliente di ritrovo tra amici. I luoghi di Venezia, i cavallini, i barconi carichi di bestiame, le donne dalle gonne multicolori e gli ampi parasole si intrecciano da un lato con i nudini, il ritratto dell’amatissima moglie Ida e delle committenti e dall’altro con le vedute di una Venezia trasognata.

«Una mostra dedicata a uno straordinario artista come Anton Zoran Music non può che essere motivo di prestigio e di orgoglio sia per ERPAC FVG – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia, che ne è organizzatore, sia per Palazzo Attems Petzenstein, che la ospiterà nelle sue prestigiose sale. “Zoran Music. La Stanza di Zurigo, le opere e l’atelier” si propone come una sorta di prodigio, non soltanto perché riassume la produzione artistica di Music verso la fine degli anni ‘40, ma anche perché si tratta di opere originariamente realizzate sulle pareti e sul soffitto – ma anche su tele di lino e juta – della casa delle sorelle svizzere Charlotte e Nelly Dornacher, e poi recuperate dal raffinato restauratore, nonché cognato di Music, Paolo Cadorin affinchè potessero diventare un’esposizione itinerante – ha dichiarato Lydia Alessio-VernìDirettrice Generale di ERPAC FVG – Si tratta di una esposizione creata su misura per GO!2025 grazie alla collaborazione di ERPAC con la Charlotte und Nelly Dornacher Stiftung e con l’Archivio Barbarigo Cadorin Music, carica delle sue suggestioni e del percorso artistico umano e cosmopolita di un artista così evidentemente figlio delle nostre terre di confine».

La Stanza fu accogliente e vitale ma sarebbe potuta andare distrutta e restare vittima dell’abbandono imprevedibile di quei luoghi. E invece la Stanza è stata  salvata dall’incuria  e dalla demolizione, le opere sono tutte visibili, grazie all’estro di Paolo Cadorin, grande esperto dell’arte della conservazione, amico e poi cognato di Music che fin dall’inizio applicò le sue conoscenze nella prospettiva di un recupero che consentisse di godere dell’opera fuori dalla realtà per cui era stata concepita.

La mostra propone la visione di opere con cui è documentata l’intensa ricerca artistica di uno dei pittori più raffinati ed enigmatici del XX secolo, dagli esordi a Zagabria al viaggio in Spagna, da Venezia a Dachau. Ritornato dalla prigionia alla città lagunare, nell’oro dei mosaici, nella luce di San Marco che si apre a Oriente verso la costa dalmata, Music ritrova la sua tavolozza e definisce la sua personalissima cifra stilistica.


Si divide per lunghi anni tra Venezia e Parigi. Le radici culturali di Music affondano da un lato nella nativa Mitteleuropa e nella storia millenaria di Venezia, dall’altro si nutrono delle immagini provenienti dalle grandi tradizioni pittoriche europee: El Greco, Goya, Rembrandt.

Nella capitale francese consolida la sua fortuna critica e sperimenta, con le “Suites Bizantine” e le “Terre Dalmate”, un’astrazione formale che abbandonerà poco dopo per lasciare emergere a distanza di venticinque anni, il ricordo dei corpi di Dachau immortalandoli nello straordinario ciclo “Noi non siamo gli ultimi” a cui fanno seguito i “Motivi vegetali”, i “Paesaggi rocciosi”, gli “Interni di cattedrale” e i “Canali della Giudecca”. Nell’ultima produzione Music ripiega il suo sguardo sempre più verso sé stesso e verso Ida eseguendo una notevole serie di autoritratti e doppi ritratti in cui, su tele grezze di grande formato, i colori rarefatti, scuri e terrosi delineano figure spogliate di tutto il superfluo per presentarsi nella loro pura essenzialità.


L’allestimento prevede l’esposizione di oltre cento opere divise in decenni dagli anni ’30 al 2000, tutte provenienti dall’ambito familiare o privato dell’artista.

Read in:

Ti potrebbe interessare:

Una canzone per Sincerus

A Sanremo 1995 cantava “Io rivoglio la mia vita”. Lighea sul senso dell’esistenza si è sempre interrogata e oggi esce

Olimpiadi della robotica, ecco i top 5

Le Olimpiadi Nazionali di Robotica, organizzate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) hanno incoronato dei vicinitori per l’edizione

Iscriviti alla newsletter e ai nostri contenuti speciali!

Vuoi farne parte? Con soli pochi step si entra in un mondo “privè” con alert sulle novità e tanti contenuti esclusivi. Registrati subito e accedi ai contenuti “Privè”