“La standing ovation per Giorgia è stato meglio di qualsiasi piazzamento“. Glissa così sulle polemiche della classifica finale di Sanremo 2025, Carlo Conti, l’uomo del 70% di share della finale del festival della canzone italiana. “La vera classifica la farà il pubblico nei prossimi giorni”, dice il direttore artistico in conferenza stampa il giorno dopo il trionfo di ascolti. “Adesso sarà difficile per chi arriverà dopo, ah già…sono io”. Scherza Conti, ma la soddisfazione è grande, anche per la Rai (introiti pubblicitari oltre i 67 milioni di euro.

E se Sanremo è il nostro Superbowl, dovrebbe essere trattato come tale. Veniamo ai presentatori della finale in mondovisione, Alessia Marcuzzi e Alessandro Cattelan. Rispettivamente 52 e 44 anni, per la gavetta televisiva che hanno fatto, certamente li aveva ammessi di diritto al programma di spettacolo più importante della nostra televisione. Ma la resa?





Foto gallery a cura dell’artista Victoria Su da Sanremo per The Way Magazine
Carlo Conti si congeda guardando indietro, accontentando molti che lo hanno definito ‘normalizzatore’: “Per me un festival che funziona è un festival baudiano nel miglior senso della parola. E penso proprio che sia Pippo Baudo ad averci insegnato come si fa un evento di questa portata, con la varietà delle proposte, le polemiche, i protagonisti”.
“Già ero contento quando la critica aveva apprezzato dall’inizio la mia canzone – ha detto Brunori Sas, terzo classificato – e come sempre capita quando non hai niente da perdere, a volte accadono cose belle. Per me era già una vittoria portare il mio mondo all’attenzione del pubblico. La canzone è una lettera a chi mi ha cambiato la vita. Conosco Lucio Corsi da tempo, e scherzavamo pensando a quanto la scena della premiazione assomigliasse a un film. Unica pecca, non poter portare i miei outfit da parroco all’Eurovision”.
Lucio Corsi ha spiegato: “Topo Gigio è un personaggio dei sogni, c’è qualcosa di magico in lui e in Domenico Modugno, che è stata la prima voce di quel pupazzo. Sono affezionato al momento classico della televisione del duetto tra Topo Gigio e la Carrà. La tv era molto più larga, e c’è un modo di fare anche oggi questo”. Il cantante arrivato secondo ha ammesso: “Per me lunedì è iniziato un salto nel vuoto, non sapevo cosa aspettarmi. Grazie anche per il premio della critica, e viva Mia Martini”.
Prima di arrivare al grande pubblico, Olly ha detto di aver scritto musica per anni: “Per me è stata un’emozione sentire nella serata di giovedì quando dopo la prima strofa ho sentito il calore del pubblico. Io sono qui per fare cose per le persone, riuscire in un contatto fisico, mentale, energico con le persone è davvero unico”. Olly, 23 anni, ha vinto Sanremo con due endorsement a ridosso della nomina della vittoria, da due giganti: Simon Le Bon dei Duran Duran, che l’ha sentito cantare e l’ha voluto conoscere, e Vasco Rossi, che nella sera della finale ha postato un contenuto online tifando per il giovane. “Poco importa se la canzone che ho portato è una storia autobiografica, la cosa fondamentale è davvero riuscire a far immedesimare il pubblico in quello che canto. Nel momento in cui ho visto che Vasco mi ha fatto i complimenti ho toccato la realtà, ho realizzato che davvero è successo qualcosa. Per me era giusto che tante persone non mi conoscessero, ma vedere questo affetto ora è bellissimo. Sono 7 anni che faccio musica e dietro questo podio c’è un lavoro lungo e di tante persone. Siamo tre cantautori sul podio, è bello anche celebrare le emozioni che abbiamo portato sul palco“.



Senza scendere nelle polemiche, Brunori Sas, sulla mancanza di donne nelle prime posizioni della classifica finale di Sanremo 2025 ha detto: “Questo è un tema, ne abbiamo anche discusso in privato Ma posso dire che questo podio ha rappresentato un maschile che sicuramente non è patriarcale“.
Olly da vincitore non nasconde il suo animo tenero: “Nascondo una grande timidezza, da genovese ho diffidenza nel mio dna. Ma ho una profonda sensibilità, sono cresciuto in una famiglia che mi ha insegnato rispetto e amore. Ho scelto di fare canzoni per inventarmi una realtà che è diversa da quello che vivo e non mi piace. So di poter trarre in inganno perché d’aspetto sono grosso, ma sono diverso nel privato. L’unica lotta che faccio è con me stesso”.
Lucio Corsi racconta la sua immagine così: “Per me è uno strumento in più, mi diverto a pensare a cose che sono intorno alle canzoni, Tommaso Ottomano è sempre con me e siamo due fratelli del far west maremmano. E abbiamo sempre scritto e inventato assieme. Ci tengo sia sempre con me quando c’è qualcosa di importante”.