Si è confermato il performer di classe che tutti conosciamo, Bryan Ferry, nell’unica data sold out del suo tour italiano. Agli Arcimboldi di Milano, l’ex leader dei Roxy Music ha portato il suo pop indimenticato con una cover mozzafiato sul finale, Jealous Guy di John Lennon. Un riferimento alto che dimostra quanto Ferry sia, di diritto, inserito nell’immaginario collettivo in quella lega, quella fascia di miti che il passar del tempo non scalfisce.
Impossibile slegarlo nella memoria di tutti dal periodo glam rock che contribuì ad alimentare con David Bowie negli anni Settanta. Ferry poi si è dedicato all’evoluzione più elegante del pop inglese, sfornando classici come Avalon e Slave To Love che nel pieno degli anni Ottanta hanno dettato il trend per il sound dei successivi eredi del brit pop. La sua immagine ha fatto storia e Ferry continua a essere ammirato come uno dei musicisti più eleganti sul pianeta.
Nato a Newcastle nel 1945, Ferry ha esordito nel 1972 per poi arrivare ai classici dei Roxy Music poco dopo: “For your pleasure” (1973) e “Siren” (1975) sono nella storia del rock, complice il sodalizio artistico col compagno di squadra Brian Eno. Il tour, slegato da ogni uscita discografica, prosegue in Germania Polonia, Austria e Danimarca.
L’ultimo disco della leggenda inglese è Avonmore del 2014 e vede come ospiti Nile Rodgers, Marcus Miller e Johnny Marr, l’ex chitarrista degli Smiths. Quest’estate Bryan Ferry si esibirà in America con una tappa orchestrale all’Hollywood Bowl, il 26 agosto.
Foto di Betta Cardone – Bryan Ferry Live, Teatro degli Arcimboldi, Milano, maggio 2017.