Il panorama dell’edilizia si sta rapidamente trasformando e, al centro di questa rivoluzione, troviamo la “costruzione rigenerativa” ossia, quell’approccio che enfatizza l’utilizzo di nuovi materiali, prodotti e componenti che non solo mirano a ridurre l’impatto ambientale, ma che contribuiscono attivamente alla rigenerazione dell’ambiente circostante. Di questa grande peculiarità si è diffusamente parlato lo scorso 2 ottobre, in Piemonte, nel corso di una visita guidata al cantiere della “Residenza La Lavanda”, ubicato a Savigliano, amena località in provincia di Cuneo, nella frazione di Cavallotta.


Qui, nel corso di una lunga giornata architetti, ingegneri, imprenditori, progettisti, geometri e giornalisti, hanno assistito alla presentazione di un progetto messo a segno dall’imprenditore Bruno Alesso che, dopo essere stato progettista e realizzatore di un modello di ospitalità eco-turistica unica e lungimirante, con il glamping La Sirenetta Resort & More Experience di Savigliano, ormai da un anno, sta dando vita nella zona a diverse residenze che utilizzano un mattone isolante che regola l’umidità dell’aria e fissa Co2: un prodotto innovativo che si chiama Biomattone e che si preannuncia come la nuova frontiera dell’edilizia circolare.
Il progetto arriva da Brescia, in particolare da Tecnocanapa, divisione dedicata alla bioedilizia di Senini, azienda di Montichiari fondata nel 1960, che si è evoluta da produttore di blocchi per murature a punto di riferimento nel settore dell’edilizia sostenibile che, con questo fiore all’occhiello, propone al mercato edilizio una soluzione ad alte prestazioni che è al tempo stesso sostenibile e replicabile. Non a caso, i risultati raggiunti in termini di sequestro di Co2 e di durabilità ne confermano la validità sia sul piano ambientale che costruttivo.


“Ho sempre messo il benessere delle persone prima di qualunque altra cosa, “ha affermato Bruno Alesso nel corso della giornata presso il suddetto cantiere “e ho scelto questo prodotto perché, essendo composto unicamente da canapulo, legante dolomitico naturale e microorganismi simbiotici, è in grado di massimizzare salubrità, risparmio energetico e confort abitativo.
Oggi più che mai, infatti, dobbiamo costruire per rigenerare e utilizzando materiali rinnovabili, si ottiene non solo un’eccellente isolamento termico e acustico, ma si contribuisce significativamente anche alla decarbonizzazione dell’industria edilizia. I vantaggi, peraltro, sono plurimi: dall’efficenza emergetica alla sostenibilità (la canapa è infatti una risorsa completamente rinnovabile, con un ciclo di vita che contribuisce alla riduzione delle emissioni di carbonio); dalla qualità dell’aria interna (canapa e calce regolano naturalmente l’umidità, migliorando confort abitativo e qualità dell’aria interna) alla
resistenza e durabilità (oltre ad essere ingnifughi, inappettibili ad insetti e roditori ed inattaccabili da batteri e muffe, gli involucri in canapa e calce garantiscono le loro proprietà per centinaia di anni), fino alla
flessibilità in quanto canapa e calce si sposano perfettamente con tutte le tipologie di struttura portante a telaio disponibili sul mercato: calcestruzzo armato, acciaio, legno.”
Non si tratta, del resto, di un prototipo o di un prodotto sperimentale, ma di una soluzione industriale già diffusa. Ad oggi, infatti, sono stati realizzati oltre 1.000 edifici nel mondo che hanno permesso di sequestrare complessivamente oltre 1.800 tonnellate di Co2, tale quantità corrisponde alla Co2 catturata da 36 ettari di bosco in 10 anni.
Ne ha convenuto nel corso della giornata al cantiere anche Paolo Ronchetti, direttore commerciale e marketing, linea Tecnocanapa, che ha aggiunto: “Biomattone, è un materiale completamente carbon negative che, per ogni metro cubo, contribuisce a rimuovere dall’atmosfera tra 44 e 105 kg di Co2, a seconda della combinazione con altri materiali biocompositi come il Bio Beton. Alla base del Biomattone c’è la canapa industriale, una delle piante più efficienti nella cattura del carbonio: ogni ettaro coltivato può assorbire fino a 15 tonnellate di Co2 all’anno, senza bisogno di pesticidi o fertilizzanti.

Oltre a rigenerare i suoli e favorire la biodiversità, la canapa, una volta raccolta, viene combinata con la calce per dare origine a un biocomposito che immobilizza il carbonio per l’intero ciclo di vita dell’edificio.
Questo processo consente di ottenere costruzioni sostenibili che non solo riducono il proprio impatto ambientale ma che diventano veri e propri strumenti di fissaggio della Co2 atmosferica, contribuendo attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico”.