Quello che vedete nella foto è Ostelli Generator, uno dei punti di aggregazione più simbolici del quartiere che risorge a Dublino, Irlanda. Si chiama Stoneybatter e sorge lungo le rive del Liffey e prende piede grazie al rinnovamento della Smithfield square. Ve ne parliamo perché oltre all’arrivo di hipster e rigeneratori urbani ormai classici nelle città (birrerie, centri polifunzionali, creativi sui 30 anni), il quartiere ha una riserva (naturale) che risulta al momento essere imbattibile.
E si tratta del Phoenix Parc che è non distante, dove nascono e crescono liberi anche i daini visto che è una delle aree naturali urbane più grosse del mondo (oltre 700 ettari, il doppio di Central Park a New York). Un simbolo di rinascita ancora più benvoluto della gentrification, che comunque è un toccasana dopo gli anni di boom della Celtic Tiger. A cui sembrava non dovesse succedere nulla.
In sostanza si parla di rinascita economica di Dublino da metà anni 90 a pochi anni fa. Poi l’inevitabile battuta d’arresto e il conseguente necessario “momento di riconversione”.
Quindi creatività, giovani e natura tutto nello stesso spicchio metropolitano. C’è finanche una press locale, Lilluput, che a giugno durante il festival della zona, ha organizzato molte aperture e momenti di incontro. Talmente avventurosi da essere ancora ricordati: come il corso di mindfulness per bambini, per esempio.
Spirito di una comunità nuova che non esisteva prima di due anni fa, e ora si dà appuntamento a cafè alla moda e hub della rinascita, anche sociale, della vecchia Irlanda. Che ha, per esempio, dal 2015 approvato le unioni civili che qui spopolano. Così come la zona è il top della satisfaction su Airbnb per tutte le destinazioni europee.