Fuorisalone, la carica dei 400mila ha riportato il clima di Expo a Milano
Baccarat ha esposto alla Pinacoteca di Brera le reinterpretazioni dei lampadari classici.
Chi pensava che l’Expo fosse confinata ai sei mesi di ombelico del mondo che abbiamo vissuto a Milano l’anno scorso si sbagliava. Con i 400mila visitatori del Fuorisalone 2016 (+10% in più in un anno) la città da cui vi informiamo ogni giorno si è riconfermata al centro dell’interesse globale. E a noi questa esperienza piace perché dal design sconfina nell’arte, nella convivialità e nella cultura a tutto tondo.
COSA FUNZIONA
La differenziazione tra zone. La “vecchia” Brera affascina e sorprende, nonostante gli spazi limitati, ha offerto delle oasi di rara bellezza, cortili vivacizzati e musei riaperti senza limiti. È stata la campionessa delle proposte, con circa 200 eventi in 6 giorni. San Gregorio Docet in Porta Venezia era per veri intenditori vintage. Ventura ha visto arrivare anche gli italiani, sovrapposti agli olandesi che l’hanno scoperta nel 2009.
La concomitanza con altre esposizioni è vincente. Stanze alla Triennale è in linea con l’innovazione del design, il Museo del Novecento e le visite in zona Sant’Ambrogio sulle tracce di Leonardo hanno completato la proposta culturale.
COSA NON FUNZIONA
Troppi eventi concomitanti che potenzialmente potrebbero richiamare lo stesso pubblico. C’è bisogno di coordinamento maggiore.
L’esplosione dei fittacamere è una nuova economia, siamo d’accordo. Ma abbiamo visto con i nostri occhi tariffe in zona Stazione Centrale a 600 euro al giorno. Diamoci una regolata.
Gli espositori, anche al Fuorisalone, vengono per fare business. Con l’entusiasmo delle folle, non se ne fa molto. Separiamo il business dal brand awareness e saremo tutti più contenti.
Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it.
Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia.
Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
Il primo film originale per Netflix nel mondo arabo è stato un remake di “Perfetti sconosciuti”, pellicola del 2016 di
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Chi pensava che l’Expo fosse confinata ai sei mesi di ombelico del mondo che abbiamo vissuto a Milano l’anno scorso si sbagliava. Con i 400mila visitatori del Fuorisalone 2016 (+10% in più in un anno) la città da cui vi informiamo ogni giorno si è riconfermata al centro dell’interesse globale. E a noi questa esperienza piace perché dal design sconfina nell’arte, nella convivialità e nella cultura a tutto tondo.
COSA FUNZIONA
La differenziazione tra zone. La “vecchia” Brera affascina e sorprende, nonostante gli spazi limitati, ha offerto delle oasi di rara bellezza, cortili vivacizzati e musei riaperti senza limiti. È stata la campionessa delle proposte, con circa 200 eventi in 6 giorni. San Gregorio Docet in Porta Venezia era per veri intenditori vintage. Ventura ha visto arrivare anche gli italiani, sovrapposti agli olandesi che l’hanno scoperta nel 2009.
La concomitanza con altre esposizioni è vincente. Stanze alla Triennale è in linea con l’innovazione del design, il Museo del Novecento e le visite in zona Sant’Ambrogio sulle tracce di Leonardo hanno completato la proposta culturale.
COSA NON FUNZIONA
Troppi eventi concomitanti che potenzialmente potrebbero richiamare lo stesso pubblico. C’è bisogno di coordinamento maggiore.
L’esplosione dei fittacamere è una nuova economia, siamo d’accordo. Ma abbiamo visto con i nostri occhi tariffe in zona Stazione Centrale a 600 euro al giorno. Diamoci una regolata.
Gli espositori, anche al Fuorisalone, vengono per fare business. Con l’entusiasmo delle folle, non se ne fa molto. Separiamo il business dal brand awareness e saremo tutti più contenti.
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