La nuova collezione autunno/inverno 2019/20 “Dive Divine” di Giancarlo Petriglia riecheggia la voce della mitologia, invocando nel lusso dei materiali la poesia delle muse Clio ed Erato. Sculture classicheggianti e pop, specchi, arredi vintage, persino un portale rinascimentale verso la sotterranea galleria d’arte, ecco il caldo ed eclettico ambiente di The Small, bistrot e polivalente quartier generale milanese di Giancarlo Petriglia. Nel pomeriggio domenicale della Fashion Week 2019 è stato il setting per la presentazione dell’ultima collezione di borse del fashion designer, con lo stesso mood ispirazionale.
Lo stile di tutta la produzione di Petriglia è contemporaneo nella sua capacità di combinare e riconciliare mondi lontani: dal disegno antropomorfo di dettagli pop incorporati alla superficie frontale della borsa, ai contrasti cromatici e di texture accostate nella lavorazione e nella qualità dei materiali, sempre in una forma geometrica strutturata e decisa.
Il gusto barocco che distingue i solidi volumi si accompagna ad un’eleganza più solenne nell’ultima collezione, impreziosendone i pellami con la forte personalità della pelliccia d’Astrakan, così prepotentemente glamour e dal richiamo più antico che vintage. Forse la solennità è suggerita dall’ideale delle Muse, dall’ispirazione al mito greco, elevandosi ad una visione più aulica e misteriosa. La ricerca di una perfezione sta qui nei volumi e nel match polimaterico, che si esaltano vicendevolmente e che isolano con precisione il motivo dei due grifoni, leit motiv anche in diverse creazioni precedenti, nella sua presenza decorativa e strutturale.
Essi sono concretamente posti in evidenza nella placca incisa in prezioso ottone o rutenio a seconda dei modelli , che è elemento chiave di apertura della borsa come uno scrigno ai segreti di una donna, ma che è anche l’icona inconfondibile del marchio di Giancarlo Petriglia.

Se il logo è senza dubbio ante litteram rispetto alla collezione Dive Divine, ora si accentua tuttavia la sua eco antichizzante, nelle sembianze di stemma araldico e di creatura leggendaria, nel suo sdoppiarsi simmetrico a suggerire il senso della ricerca di perfezione e di persistenza di un carisma enigmatico. Il cardine per comprendere appieno un carattere resta un mistero insondabile anche, o soprattutto, mettendo in evidenza il suo emblema.
Anche il ricamo realizzato a mano, notabile solo su alcuni modelli di Dive Divine, ha una connotazione più estetizzante e precisa nel tono su tono oro, che rimanda ad un senso del lusso originario, lontano nella storia, presente nella memoria delle civiltà millenarie. La vocazione luxury si avverte nella preziosità dei materiali e nello studio dei loro colori: texture di vitelli e vitelli spazzolati, serpenti metallizzati e opachi accostati a pelliccia d’Astrakan in colori ricercati quali oro, nero intenso, grigi delicati o vividi.
Dive Divine si nutre del mondo simbolico legato al culto delle divinità greche, e in particolare si ispira all’immaginario più simbolico che visivo delle muse Clio ed Erato, tramandato nella tradizione artistica e letteraria. I due modelli di punta materializzato il loro mito e sono ad esse dedicate anche nel nome. Clio ed Erato: la poesia epica per celebrare, la poesia amorosa per promettere bellezza.

Clio, figlia di Zeus e di Mnemosine, che rappresentano rispettivamente la Potenza e la Memoria, non poteva che essere la Musa della Poesia Epica e della Storia, per la forza con cui è in grado di narrare le gesta del passato. Il nome stesso deriva dal verbo κλείω che significa celebrare, glorificare.
Nel modello di Petriglia è una city bag spaziosa e dal corpo morbido, in pelliccia Astrakan nera con una piccola patta superiore per alleggerire la sua linea e renderla pratica. L’essenzialità del nero impreziosito dai piccoli dettagli funzionali in oro celebra il racconto di un’eleganza oltre il tempo. Fa parte della collezione Dive Divine anche la sua versione in elaphe matt bordeaux. Erato è la musa del canto corale e della poesia amorosa, invocata da Apollonio Rodio all’inizio del Terzo Libro delle Argonautiche, che fa derivare il suo nome da Eros. Connessa alla passione d’amore, nella borsa del fashion designer richiama il desiderio, nel suo corpo geometricamente equilibrato e armonioso.
Presentata in due versioni: una in serpente elaphe metallizzato multicolore con il motivo dei dragoni in ottone, la seconda in astrakan argentato e serpente elaphe metallizzato grigio, con la placca incisa in rutenio. I fianchi sporgenti sono un ideale paradigmatico di femminilità e incorniciano il marchio dei grifoni speculari, sigillo di un omaggio alla donna nella firma inconfondibile.
Testo a cura di Michela Ongaretti. Foto d’apertura: Dive Divine la nuova linea di borse presentata a The Small, Milano. Creazione con ricami oro