Giuseppe Buccinà è un giovane stilista che ha a cuore qualità, design, rispetto per l’ambiente e sostenibilità. Ha creato una linea che farà felici tutti i clienti a caccia di eticità e rispetto dell’ambiente per i loro acquisti.
La sua collezione Rigpa (dal sanscrito “consapevolezza”) appena presentata durante la Milano Fashion Week, ripropone tutti i codici etici dell’acquisto responsabile, con modelli ricercati che rimandano all”insita natura della mente umana”. Giuseppe Buccinà ce lo spiega meglio: “Nel tentativo di esprimere un messaggio fortemente autentico, ho ricercato nei meandri della natura più profonda della mente. In questo processo, immagini, sensazioni e suoni, hanno creato l’humus di forme e geometrie caratterizzanti l’intera collezione. Una selezione di tessuti naturali, non trattati e con una palette di colori lineare e minimalista“.
Dal punto di vista della produzione, Giuseppe Buccinà per Rigpa ha a cuore la sostenibilità durante l’intero processo di produzione, il rispetto per i lavoratori e gli spazi in cui operano sono concetti preminenti nell’etica aziendale. I fornitori sono scelti sulla base di obiettivi condivisi, affidabilità e spirito eco-friendly. L’impegno del marchio è di mantenere elevati standard di qualità, design e rispetto per l’ambiente per clienti che vedono anche la moda come veicolo culturale nella società contemporanea.
E dalla parola tibetana Rigpa nasce un concetto che è un connubio tra volumi in trasparenza, utilizzo dei rovesci dei tessuti in un’opera di messa a nudo del materiale, che esaltano una moda vincente “per sottrazione”; blazer asimmetrici dove pannelli di tessuto e angoli di corpo in vista si alternano modellando l’armonia dell’intera collezione.
Giuseppe Buccinnà è un designer non convenzionale: ha prima conseguito la laurea in Ingegneria Civile presso il Politecnico di Milano e poi il diploma di modellistica presso l’Istituto Secoli. Ecco perché nei suoi abiti si ritrovano entrambe le educazioni: elementi strettamente tecnici con forme armoniose di ampi volumi. Come si nota anche dal logo dello stilista, collegamenti essenziali tra tessuto, stile, vestibilità, attrazione verso strutture abbandonate, così come il fascino per le culture orientali, la psicologia, la musica e la pittura svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo delle sue idee.
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