Si chiamava “srranezza spaziale”, Space Oddity, e già nel 1970 sembrava qualcosa destinata a lasciare il segno. Perché David Bowie faceva agli inizi della sua carriera delle stravaganze e degli accostamenti visivi e sonori di assoluta bellezza. E quell’onda lunga di pura creatività, con messaggi subliminali non convenzionali, vive ancora con l’eternità del mito di chi non è più con noi.
Quell’alieno caduto sulla Terra, come accaduto nel film “L’uomo che cadde sulla terra”, diretto da Nicolas Roeg nel 1976, ci guarda dallo spazio, e sprigiona ancora forza e vita attraverso la sua musica e la sua poesia e a quanto pare, infonde ispirazione a molti artisti. Tanto che a Roma inaugura il 4 giugno “Far above the moon” da un’idea di Pietro Galluzzi nuova mostra di Galleria SpazioCima, sita in via Ombrone 9 (presenta l’inaugurazione l’attrice/scrittrice Alessandra Izzo).
La mostra proseguirà sino a venerdì 21 giugno. La collettiva, organizzata da Roberta Cima e Pietro Galluzzi, è a ingresso libero, da lunedì a giovedì dalle 15 alle 19 e il venerdì mattina solo su appuntamento. Circa trenta le opere e le installazioni in esposizione, di vari formati. Una mostra incentrata proprio sul rapporto tra il cantante e lo spazio, che in varie occasioni è stato approfondito.
“Sebbene sia lontano più di centomila miglia, mi sento molto tranquillo, e penso che la mia astronave sappia dove andare. Dite a mia moglie che la amo tanto, lei lo sa”. Queste parole sono tratte da “Space Oddity”, uno dei capolavori di David Bowie, pubblicata nel luglio del 1969. Il brano racconta di un astronauta che sta per avvicinarsi alla luna e che, durante la famosa passeggiata spaziale, si trova spaesato, ma sereno, di fronte all’immensità che ha di fronte. Questa canzone fu pubblicata sulla scia degli avvenimenti che stavano accadendo in quel periodo: non solo il primo uomo sulla luna, ma anche l’uscita del film “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick.
LA MOSTRA – Tra gli artisti che hanno reinterpretato l’immagine di Bowie on le loro opere e con i loro stili, l’omaggio dei facet portrait di Massimo Perna, che firma l’immagine promozionale dell’iniziativa, con un ritratto di un tardo Bowie anni 90 con pizzetto. La “Luna terra Bowie” di Dante Gurrieri è un’altra delle opere in mostra.
Le altre sono di Eugenio Rattà, Nino Attinà, Chiara Montenero, Cristina Taverna, Cristina Davoli, Valerio Prugnola, Paola Lomuscio, Marco Giacobbe, Mokodu Fall, Giovanni Sechi, Barbara Lo Faro, Adriana Farina, Valentina Lo Faro, Antonella Torquati, Rosalba Ruggero, Gabriella Annik, Tuono Pettinato, Daniela Durisotto.