L’opera più importante della collezione d’arte di Intesa Sanpaolo, il ‘Martirio di sant’Orsola’ di Caravaggio, torna a ‘casa’ alle Gallerie d’Italia a Napoli dopo l’esposizione a Roma nella grande mostra ‘Caravaggio2025’. Sono emerse delle importanti novità durante l’ultimo intervento conservativo dell’opera ed è stato presentato questa mattina in città il nuovo allestimento ideato dal designer Jacopo Foggini.
Qui in basso il capolavoro ritornato a Napoli e un viaggio fotografico tra le opere esposte: Giuditta decapita Oloferne di Louis Finson, da un perduto originale ancora di Caravaggio, Sansone e Dalila di Artemisia Gentileschi, tre tele di Bernardo Cavallino, una Sacra famiglia di Battistello Caracciolo, San Francesco di Assisi riceve le stigmate di Gerrit van Honthorst, il San Giorgio di Francesco Guarini, il Ratto di Elena di Luca Giordano. I dipinti di natura morta contano due preziosi Sottoboschi di Paolo Porpora e tele di Giuseppe Recco e Giovan Battista Ruoppolo che danno conto della rilevante presenza di questo genere nelle collezioni dei ricchi committenti e collezionisti presenti a Napoli nel Seicento.













Le opere della collezione permanente sono presentate all’interno di tre itinerari tematici. Al primo piano, nella sezione del museo curata da Fernando Mazzocca, è proposta una selezione di dipinti e sculture che offre un’antologia in grado di tratteggiare, a grandi linee, un profilo delle vicende salienti della pittura a Napoli e in ambito meridionale dagli esordi del Seicento ai primi decenni del XX secolo. La raccolta già esposta a Palazzo Zevallos Stigliano è integrata e ampliata da significativi capolavori, alcuni di recente riscoperta. Il Martirio di sant’Orsola, ultima tela di Caravaggio realizzata nel maggio del 1610, poche settimane prima della morte. Nel nuovo allestimento, il confronto con altri capolavori della prima metà del XVII secolo permette di collocare l’opera all’interno del contesto artistico e culturale connesso alla rivoluzione caravaggesca, che in particolare a Napoli determina una svolta decisiva nelle esperienze figurative degli artisti operanti nella capitale del viceregno spagnolo in quegli anni.
Fotoreport da Napoli di Davide D’Antonio

Dal 24 luglio al 30 settembre 2025, il prezioso olio su tavola del Maestro lombardo sarà infatti ospitato nella Sala Paesaggi al piano nobile del museo, in dialogo con la copia ad altissima definizione della versione della Conversione realizzata da Caravaggio per la Cappella Cerasi, nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma. A completamento del dossier espositivo dedicato alla Pala Odescalchi sarà inoltre presentata la riflettografia infrarossa realizzata in occasione del restauro dell’opera nel 2006.
Foto Alberto Novelli e Alessio Panunzi
Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini
Via delle Quattro Fontane 13, Roma
www.barberinicorsini.org