Dall’archivio del MEP, la casa europea della fotografia aperta a Parigi, le suggestioni che si ricavano sono molte. Così come si evince da “Exteriors – Annie Ernaux & Photography“, il libro appena pubblicato che celebra lo stretto rapporto tra la fotografia e la scrittura di Annie Ernaux, vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura nel 2022, attraverso testi tratti dal suo libro Journal du external (1993) e fotografie provenienti dalla collezione MEP. La mostra allla Maison européenne de la photographie da cui deriva il libro è il risultato di una residenza guidata dalla curatrice e scrittrice Lou Stoppard nel maggio 2022. Per un mese ha fatto affidamento sulla collezione MEP per una ricerca che collega fotografia e letteratura.






La mostra unisce testi tratti dal libro Journal du external, 1993 di Annie Ernaux – una trascrizione di scene di vita quotidiana nelle strade, nei treni, nei negozi tra Cergy-Pontoise e Parigi dal 1985 al 1992 – con opere della collezione MEP. La selezione di 150 stampe realizzate da 29 fotografi tra cui Harry Callahan, Claude Dityvon, Dolorès Marat, Daido Moriyama, Janine Niepce, Issei Suda, Henry Wessel e Bernard Pierre Wolff, copre il periodo dal 1940 al 2010. Andando oltre il quadro geografico del libro, la mostra riunisce fotografie scattate per lo più in Francia ma anche in Inghilterra, Giappone, Stati Uniti e altri paesi.
Annie Ernaux si interessa di fotografia da molto tempo e nel suo lavoro compaiono riferimenti alle foto dell’infanzia. In Journal du external evoca il tentativo di scrivere come se stesse realizzando immagini: “Ho cercato di praticare una sorta di scrittura fotografica della realtà, in cui le esistenze che si intersecano conservassero la loro opacità e il loro enigma. » L’eurodeputato rende omaggio alla visione di Ernaux esponendo i suoi scritti sui muri come stampe fotografiche. Le immagini e gli scritti rivelano come eventi ordinari e apparentemente insignificanti osservati in città riflettano disuguaglianze sociali e stereotipi più ampi. La mostra è strutturata attorno ai temi centrali del libro: i nostri rituali quotidiani di movimento e consumo, la nostra performance di classe e genere che gerarchizza la società, ma anche i sentimenti di paura e solitudine che le nostre città moderne possono provocare.











Fotoservizio da Parigi: Andrea Agostinelli per The Way Magazine.