11 Giugno 2020

Il “Burn Out” di Gianluca Patti, Valeria Vaccaro e Gabriele Zago

Alla Galleria Ferrero di Ivrea fino al 31 luglio i progetti dei tre artisti a cura di Liletta Fornasari.

11 Giugno 2020

Il “Burn Out” di Gianluca Patti, Valeria Vaccaro e Gabriele Zago

Alla Galleria Ferrero di Ivrea fino al 31 luglio i progetti dei tre artisti a cura di Liletta Fornasari.

11 Giugno 2020

Il “Burn Out” di Gianluca Patti, Valeria Vaccaro e Gabriele Zago

Alla Galleria Ferrero di Ivrea fino al 31 luglio i progetti dei tre artisti a cura di Liletta Fornasari.

Tre artisti molto diversi sono i protagonisti della mostra burn: out s.m. [il fuoco comincia a spegnersi]. Gianluca Patti, Gabriele Zago e Valeria Vaccaro, che per la prima volta espongono insieme dall’intuizione della Galleria Ferrero Arte Contemporanea a Ivrea, provincia di Torino.
Con le loro opere essi rappresentano tre forme di linguaggio contemporaneo tra ricerca e racconto, inteso come mezzo capace di testimoniare proiezioni e figurazioni cariche di significati attraverso l’uso insolito della materia e l’applicazione di tecniche nuove.
Sperimentazione e figuratività possono essere i due termini entro i quali è stata concepita la mostra presso la Galleria Ferrero, intitolata in modo tale da dare l’idea di una rinascita contemporanea, in parte scaturita dalla ripresa, ma anche dal superamento, di tradizioni valide e proiettate al futuro, sebbene quest’ultime siano legate al passato.
La ricerca di Gabriele Zago qui presenta un progetto inedito nato da un recente viaggio in Papua Nuova Guinea nell’Oceano Pacifico. Fotografo e instancabile viaggiatore, si esprime in mostra con uno dei suoi tanti progetti che, traendo origine dai viaggi, documentano sempre spaccati di vita contemporanea, intendendo con questa definizione alcuni dei popoli in via di estinzione, poiché minacciati dalla globalizzazione, oppure gruppi etnici in territori remoti, in gran parte destinati a scomparire a causa dei cambiamenti climatici.
La curatrice Liletta Fornasari scrive: “Eccellente negli scatti di Zago è la capacità di creare immagini statiche, partendo da fotografie istantanee “intorno al mondo” e dando ad ognuna di esse l’idea di essere al contempo ferma e dinamica, utilizzando con molta sapienza i processi tecnici e grafici di post-produzione. Il progetto qui presentato è del 2020 con stampe in digitale su alluminio bianco. Esso si intitola Colors still remain | Papua Nuova Guinea. I soggetti, che pare si dissolvano nel bianco dello sfondo, al punto tale che sembrano estrapolati dal contesto, appartengono ad alcune tri-bù della Papua Nuova Guinea colpite da un inarrestabile processo di estinzione. È questo l’aspetto dominante che viene evocato dal modo con cui Zago ha creato il contrasto dal mondo colorato dei loro costumi e il tono algido dello sfondo, quasi questo venisse a rappresentare un abisso, nel quale i soggetti pare che sprofondino lentamente, sebbene posti in superficie in atteggiamenti e pose straordinariamente eclettici, i primi, e scorciate, le seconde”.
Gianluca Patti, invece, attraverso la stratificazione di elementi materici, racconta la sedimentazione del tempo, trasformando quest’ultima in una serie di pannelli di ricordi, sia monocromi, che policromi, con una sperimentazione che confonde il tempo con la mano dell’artista. Patti interviene nei solchi lasciati dalle bolle enfatizzando la sensazione di superficie brulicante nelle sue opere denominate “trappole visive” da molti osservatori.
Valeria Vaccaro, artista dotata di una precisa abilità tecnica, è una scultrice che aggiunge un terzo aspetto alla mostra, quello dell’inganno materico. Oggetti simbolo di una quotidianità dismessa, destinata al macero e alla dispersione, poiché inutili e consumati, sono protagonisti assoluti di un’illusione “rinata dalle ceneri”. Fornasari racconta: “Valeria Vaccaro illude lo spettatore creando un binomio concettuale e, oserei dire morale, tra l’aspetto apparente dei suoi oggetti, che sembrano davvero da buttare e fragili, oltre che danneggiati, e la materia con cui essi sono realizzati, il marmo, materiale nobile e simbolo di indistruttibilità. Nella solidità del marmo si fondono i segni della consunzione, la precarietà della materia apparente enfatizzando il concetto di trasformazione attraverso il fuoco che bruciando purifica e genera una rinascita della materia che si concretizza proprio nel marmo, contenuto e contenitore, da cui l’opera prende avvio. Valeria Vaccaro è artefice di un concetto antico, la mimesi, da lei tradotto in una quotidianità contemporanea in linea con il binomio che la sua arte propone nella fusione di oggetto scartato e di oggetto prezioso”.
Gabriele Zago da Torino si sposta nel mondo alla ricerca di immagini che documentino luoghi e gruppi etnici minacciati dalla globalizzazione.
Valeria Vaccaro: torinese del 1988, usa il fuoco e la combustione come metodo per plasmare la materia delle sue opere.
Gianlcua Patti: monzese del 1977, effettua ricerca su materiali cementizi e resine con le sue opere.
BURN:OUT s.m. [il fuoco comincia a spegnersi]
a cura di Liletta Fornasari
dal 18 maggio al 31 luglio 2020
presso gli spazi espositivi di  GALLERIA FERRERO in via Torino 29 a Ivrea (TO)
tel. +39 347 1414200

 

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