9 Marzo 2025

La fotografia Wulz tra storia e avanguardia

Il genio creativo di un'intera famiglia. una testimonianza storica della Trieste tra Ottocento e Novecento, ma anche un contributo fondamentale alla fotografia d’avanguardia. L’eredità della loro ricerca continua a influenzare la fotografia contemporanea, dimostrando come il loro linguaggio visivo fosse straordinariamente moderno e attuale.

9 Marzo 2025

La fotografia Wulz tra storia e avanguardia

Il genio creativo di un'intera famiglia. una testimonianza storica della Trieste tra Ottocento e Novecento, ma anche un contributo fondamentale alla fotografia d’avanguardia. L’eredità della loro ricerca continua a influenzare la fotografia contemporanea, dimostrando come il loro linguaggio visivo fosse straordinariamente moderno e attuale.

9 Marzo 2025

La fotografia Wulz tra storia e avanguardia

Il genio creativo di un'intera famiglia. una testimonianza storica della Trieste tra Ottocento e Novecento, ma anche un contributo fondamentale alla fotografia d’avanguardia. L’eredità della loro ricerca continua a influenzare la fotografia contemporanea, dimostrando come il loro linguaggio visivo fosse straordinariamente moderno e attuale.

La mostra “Fotografia Wulz. Trieste, la famiglia, l’atelier”, ospitata al Magazzino delle Idee di Trieste fino al 27 aprile 2025, rappresenta un’importante occasione per riscoprire l’eredità artistica e storica della famiglia Wulz, il cui lavoro attraversa un secolo di evoluzione fotografica e trasformazione urbana. Curata da Antonio Giusa e Federica Muzzarelli, l’esposizione offre una visione approfondita del contributo dei Wulz alla fotografia, sottolineandone le innovazioni tecniche e il loro impatto culturale.

L’atelier Wulz non è stato solo un centro di produzione fotografica, ma anche un laboratorio di ricerca visiva. Tra le tecniche sperimentate da Marion Wulz, spiccano:

• Doppia esposizione, fotomontaggio e sovrimpressione:queste tecniche, ancora poco diffuse all’epoca, conferiscono alle immagini un carattere onirico e visionario.

• Innovazione nel ritratto: a differenza della fotografia tradizionale, i ritratti dei Wulz non si limitano alla rappresentazione realistica del soggetto, ma ne esprimono il carattere attraverso un uso sapiente di luci, pose ed espressioni.

• Documentazione sociale e urbana: la loro fotografia è una vera e propria cronaca visiva della Trieste di fine Ottocento e inizio Novecento, immortalando eventi storici, trasformazioni architettoniche e dinamiche sociali.

Giuseppe Wulz Il Palazzo Municipale in un giorno di mercato, Trieste, ca. 1876 Firenze, Archivi Alinari-ArchivioStudio Wulz
Grazie alla selezione critica del patrimonio Alinari operata dai due curatori e alla presenza di altri materiali provenienti da istituzioni pubbliche, come la Wolfsoniana di Genova, il Museo Revoltella e i Civici Musei di Storia e Arte di Trieste, ma anche da collezioni private quali quelle della Libreria antiquaria Drogheria 28 di Trieste e la Collezione Sergio Vatta, con questa mostra si vogliono offrire nuovi spunti di riflessione e proporre letture nuove o aggiornate della produzione fotografica dei Wulz. Attraverso quasi trecento pezzi, tra scatti fotografici, negativi, vintage, documenti e oggetti dell’archivio dello Studio fotografico Wulz, la mostra ci restituisce una Trieste per certi versi inedita, una città calata in un periodo storico cruciale per la sua evoluzione, quello che va dalla seconda metà dell’800 alla seconda del ‘900 e non solo. Le immagini realizzate nell’ultimo periodo di attività dello studio, dalle sorelle Wanda e Marion Wulz, possono essere lette come l’occasione di visualizzare concretamente i progressivi mutamenti dell’identità delle donne, che nei primi decenni del Novecento intrapresero una delle fasi più importanti del loro percorso di emancipazione e indipendenza.

Un archivio atorico e artistico di grande valore

La famiglia Wulz ha svolto un ruolo cruciale nella documentazione della vita triestina, trasformando la fotografia in un mezzo di cronaca sociale e sperimentazione estetica. Le loro immagini, che spaziano dalle vedute cittadine ai ritratti intimi, non solo testimoniano lo sviluppo economico e architettonico della città, ma rappresentano anche una fonte storica preziosa per comprendere i cambiamenti sociali e culturali tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento.

In particolare, le sorelle Wanda e Marion Wulz emergono come figure innovative, capaci di ridefinire l’immaginario fotografico del loro tempo. Se Wanda si distingue per la sua perizia tecnica e la capacità di catturare l’essenza dei soggetti, Marion si afferma come pioniera della sperimentazione fotografica, anticipando molte delle ricerche del Surrealismo e del Modernismo.

Tra le opere più iconiche di Marion Wulz, Io + gatto (1932) rappresenta un esempio straordinario di fusione tra realtà e immaginazione, in cui il volto della fotografa si sovrappone a quello di un gatto, evocando il tema della metamorfosi e dell’ibridazione.

Influenze e Contributi al Surrealismo Fotografico

L’opera di Marion Wulz si inserisce in un panorama artistico più ampio, in dialogo con i movimenti d’avanguardia del primo Novecento. L’uso della doppia esposizione e della manipolazione della realtà attraverso la fotografia richiama le sperimentazioni di Man Ray e Dora Maar, così come la frammentazione dell’immagine e l’uso delle sovrapposizioni rimandano alle ricerche futuriste e dadaiste.

In questo contesto, la fotografia di Marion Wulz destruttura il concetto tradizionale di identità e corpo, presentando soggetti in forme inaspettate e visionarie. Questo approccio anticipa molte delle ricerche successive nel campo della fotografia e delle arti visive contemporanee.

L’Emancipazione Femminile attraverso la Fotografia

Oltre all’innovazione tecnica e artistica, il lavoro delle sorelle Wulz assume un’importante valenza sociale. In un’epoca in cui il mondo della fotografia era dominato dagli uomini, Marion e Wanda si impongono come figure autonome e indipendenti, ridefinendo il ruolo della donna nell’ambito artistico e professionale.

Attraverso i loro scatti, esplorano nuove rappresentazioni dell’identità femminile, allontanandosi dagli stereotipi dell’epoca e contribuendo alla costruzione di un’immagine di donna moderna e consapevole. Questa prospettiva rende il loro lavoro estremamente attuale, in un’epoca in cui la riflessione sulla rappresentazione della donna nei media e nell’arte è più che mai centrale.

La Riscoperta della Fotografia Wulz

Per lungo tempo, l’opera della famiglia Wulz è rimasta in secondo piano rispetto ad altri protagonisti della fotografia d’avanguardia. Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito a una rinnovata attenzione critica e artistica nei confronti del loro lavoro. Questo interesse può essere interpretato attraverso tre principali chiavi di lettura:

1. Valorizzazione di un archivio storico: la mostra di Trieste ha riportato alla luce un patrimonio fotografico fondamentale per la memoria visiva della città.

2. Riconoscimento del contributo di Marion Wulz: le sue sperimentazioni anticipano molte delle tecniche oggi utilizzate nella fotografia digitale e nelle arti visive contemporanee.

3. Connessione con la fotografia attuale: l’approccio innovativo dei Wulz continua a influenzare la fotografia contemporanea, dimostrando la modernità del loro linguaggio visivo.

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