Il Festival dell’Accademia Chigiana presenta in esclusiva per l’Italia il nuovo allestimento dell’opera The Turn of the Screw di Benjamin Britten, in co-produzione con il Mozarteum di Salisburgo, con la regia di Florentine Klepper.
La direzione è affidata a Kai Röhrig,
alla testa della Mozarteum University Chamber Orchestra. Dopo il grande successo riscosso dall’allestimento scenico del Don Pasquale di Gaetano Donizetti, andato in scena in luglio nell’ambito di una sinergia unica tra l’Accademia Chigiana e altre 4 Istituzioni accademiche di alto profilo, del contesto musicale internazionale, il Chigiana OperaLab,laboratorio di produzione d’opera legato alle attività di alta formazione dell’Accademia Chigiana, ritorna con una nuova produzione in prima italiana.
In collaborazione con il corso di Canto tenuto alla Chigiana dal M° William Matteuzzi e in coproduzione con l’Università Mozarteum di Salisburgo va in scena in prima italiana il 9 e il 10 agosto al Teatro dei Rozzi di Siena, il nuovoallestimento di The Turn of the Screw di Benjamin Britten (1913 – 1976), opera basata sul celebre romanzo Il giro di vite di Henry James, con la direzione musicale di Kai Röhrig alla testa della Mozarteum University Chamber Orchestra, per la regia di Florentine Klepper. Scene e costumi sono di Selina Schweiger.
Il cast dei cantanti vede impegnati i giovani talenti del corso di alto perfezionamento di Canto dell’Accademia Chigiana tenuto dal M° William Matteuzzi, che si esibiranno suddivisi in due diverse formazioni, la prima nella serata del 9 agosto e la seconda in quella del 10 agosto. Joseph Alexander Allmark e Paolo Mascari si alterneranno nel doppio ruolo del Prologo e Quint, Clara Hugo e Anna Maria Husca The Governess), Sveva Pia Laterza e Sofiia Nosenko (Miles), Alessia Attili e Barbara Cadei(Flora), Zuzanna Maria Klemanska e Julia Maria Eckes (Mrs. Grose), Lucia Pagano e Angelica Lapadula (Miss Jessel).
Alla produzione scenica del nuovo allestimento collabora l’Associazione Guido Levi Lighting Lab, con la partecipazione di Davide Gagliani, lighting designer junior e Valerio Alfieri, lighting designer tutor.
«Questa nuova produzione è caratterizzata da una ricercata essenzialità. Siamo di fronte a un’opera che non può lasciare indifferente. Un forte pugno allo stomaco, in senso positivo – spiega il M° Matteuzzi – basato su una piacevolissima semplicità e essenzialità che rende lo spettacolo molto pulito e chiaro. Una trasparenza che permette ai ragazzi, molti dei quali giovanissimi, di lavorare con maggiore efficacia sui personaggi».
The Turn of the Screw (Giro di vite), l’opera formalmente più ricercata di Britten (1898) e pietra miliare del Novecento musicale, raggiunge un vertice perfetto di unità e intensità psicologica. Il dramma, che si articola in un prologo, due atti e sedici scene collegate tra loro da interludi strumentali, fu rappresentato per la prima volta al Teatro La Fenice di Venezia il 14 settembre 1954.
La trasposizione librettistica di Myfanwy Piper, scritta per Benjamin Britten circa mezzo secolo dopo l’uscita del romanzo di Henry James, tende a ridurre i margini d’ambiguità interpretativa. Nell’opera gli spiriti, che in James si limitano a una presenza muta ed evanescente, sono presenti concretamente interloquendo con i bambini e tra di loro. In questo modo il compositore inglese mette in primo piano il problema della corruzione esercitata dagli adulti sui bambini, a cui i piccoli sono più esposti perché più indifesi.
L’allestimento in prima italiana di The Turn of the Screw è la seconda delle tre produzioni d’opera realizzate nell’ambito del Chigiana International Festival & Summer Academy 2024 “Tracce”, per quello che costituisce, quest’anno, il maggior sforzo produttivo messo in atto dal Festival dell’Accademia Musicale Chigiana in questi 10 anni.
The Turn of the Screw, foto di scena. Foto di Wolf Silveri