Rielaborazioni e reinterpretazioni dell’arte sono alla base della longevità e importanza culturale di un’istituzione come l’Accademia Nazionale di San Luca a Roma. Recentemente si è conclusa la mostra Rifrazioni. 15 curatori x 15 artisti, ideata da Marco Tirelli, presidente dell’Accademia, con il coordinamento scientifico di Massimo Mininni, storico dell’arte e curatore, e Barbara Reggio, curatrice interna all’Accademia.
In foto di apertura di questo servizio c’è l’installazione Claire Fontaine Fontana Luminosa (Marco), 2023 una luminaria tradizionale siciliana struttura in legno, lampade a led, cavi e trasformatore (foto di Andrea Veneri). L’opera è nello spazio destinato all’esposizione di opere classiche e ne completa la suggestiva fruizione.
“Fin dalla sua costituzione, alla fine del Cinquecento, l’Accademia di San Luca è stata ideata come sodalizio di artisti e architetti che, sulla propria autonomia e indipendenza, ha costruito il suo prestigio e il suo carisma. A tutt’oggi l’Accademia elabora il proprio percorso basandosi sulla volontà esclusiva degli artisti, degli architetti e degli storici che la compongono – afferma il presidente Marco Tirelli – È in questa luce, ed è proprio il caso di usare questa espressione, che dobbiamo intendere questa mostra, che non ha nessuna pretesa di offrire una panoramica esaustiva di quanto avviene oggi nell’arte contemporanea, ma senz’altro può essere intesa come tappa di un percorso di indagine che continuerà nel tempo”.
Il progetto espositivo ha coinvolto quindici curatori – di generazioni diverse e ambiti critici eterogenei, tra i più attenti e riconosciuti, anche a livello internazionale, con un’esperienza maturata nella curatela di mostre presso istituzioni pubbliche e private – nel proposito di restituire uno spaccato diversificato e sfaccettato del panorama artistico contemporaneo, ponendo un’attenzione particolare alle più recenti ricerche.

art; cm 42×60 courtesy l’artista. Foto di Andrea Veneri.

Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari hanno creato per l’Accademia WET FRUIT, un’opera site-specific immersiva che mette in discussione in maniera dialogica l’aulicità dell’istituzione, proiettandola nel presente, e che rilegge e riconstestualizza alcune delle opere della collezione permanente. Lo scopo è quello di presentare un immaginario che punti ad ampliare la definizione contemporanea di chi sia un artista e di quale sia il suo rapporto con la storia. WET FRUIT è stata realizzata all’interno della Sala Paesaggi cambiandone completamente la percezione, trasformandola in un ambiente marino in tempesta, dove dipinti e sculture, fra cui il “Leone che si abbevera” (1649-50), studio in terracotta di Gian Lorenzo Bernini per la fontana dei Quattro Fiumi, sembrano emergere dai flutti, come sopravvissuti a un naufragio.

Rifrazioni – 15 curatori x 15 artisti da un’idea di Marco Tirelli, con il coordinamento scientifico di Massimo Mininni e Barbara Reggio. Tenutasi presso Accademia Nazionale di San Luca Palazzo Carpegna Roma, piazza dell’Accademia di San Luca.