Come si mette il sentimento che evoca una città in una canzone pop? Sinisi, apprezzato cantautore e autore televisivo, pubblica il singolo venerdì 13 dicembre “Lisbona” (distribuito da ADA Music Italy). Ed è una dichiarazione d’amore e nostalgia per una delle capitali europee più affascinanti.
Giuseppe Sinisi ci ha abituati a un pop riflessivo e mai urlato. Nel 2021 ci aveva raccontato dei suoi viaggi personali. Ora esce con una canzone che è un tuffo nella nostalgia di un amore che non c’è più ma che continua a vivere nei ricordi. Maliconia e bellezza struggente si fondono in un viaggio emozionale che anticipa un approfondimento musicale in arrivo
Sinisi da autore sensibile si sta approcciando alla pubblicazione di un primo disco completo, dopo anni di lanci singoli.
Cosa ha rappresentato Battisti nella tua formazione?
Battisti per me è stato come un maestro a distanza: con le sue canzoni ho imparato che si può parlare di emozioni profonde con una semplicità disarmante. Ogni volta che lo ascolto, penso: “Ma come fa a dire tutto questo in poche parole e con una melodia che ti resta in testa per giorni?” Mi ha insegnato che nella musica conta il cuore, l’istinto e l’essere autentici. Quando scrivo una canzone, mi chiedo sempre, “Battisti approverebbe?”

Arisa, Massimo Ranieri e Marco Mengoni. Il 2021 è l’anno di “Quello che verrà dopo di te”, una ballata che si inserisce nel filone pop-retrò malinconico, caro al cantautore pugliese. Il brano presenta una ricerca introspettiva ed una maggiore maturità, sia nel testo che negli arrangiamenti, che risultano più compatti e più raffinati. Sinisi sta lavorando al suo primo disco di inediti assieme al musicista e produttore romano Flavio Cangialosi. Come autore televisivo ha lavorato in varie produzioni TV quali “La Corrida” e “Italia’s Got Talent”.
Che ispirazione hai avuto per l’ultimo singolo “Lisbona”? Cosa ti fa venire in mente quella città?
“Lisbona” è un brano che mi somiglia tanto. La scelta della città come sfondo del racconto non è casuale: Lisbona è una città che ho visitato alcuni anni fa e rappresenta un momento personale felice e spensierato. Sin da subito mi ha colpito per la sua bellezza e atmosfera unica, ma solo dopo tanto tempo ha iniziato a suscitarmi una profonda nostalgia. Del resto Lisbona è molto legata al concetto di ‘saudade’ – una parola portoghese che esprime una malinconia dolce, il ricordo nostalgico di qualcosa di bello che non tornerà più. Questa emozione incarna perfettamente il cuore della canzone. In “Lisbona” ho voluto raccontare questo contrasto tra la bellezza di ciò che è stato e il dolore di ciò che non potrà più essere, cercando di catturare quella sensazione che si prova quando un amore diventa solo un ricordo dolce e amaro.
Stai preparando il tuo primo album dopo un debutto nel 2006. Come è cambiato il mondo della musica per te in questi anni? Quali sono le tue aspettative?
In generale la musica è cambiata e si è evoluta, come è giusto che sia. Da parte mia sicuramente c’è un approccio più maturo e consapevole. Negli ultimi anni ho lavorato tantissimo per trovare il mio sound e un’identità nei testi. Il risultato è un album che mi rispecchia completamente: ci sono sonorità indie, influenze anni ’80 e quella voglia di raccontare storie autentiche. È come se fosse il mio diario, ma in musica! Le mie aspettative? Mi piacerebbe che le mie canzoni riuscissero a emozionare qualcuno nei momenti più inaspettati. Vorrei continuare a scoprire nuove strade creative e a sentirmi libero di esprimermi. Per ora voglio godermi ogni passo di questo viaggio, senza forzare nulla.
La tua attività in tv influenza in qualche modo la tua scrittura?
Assolutamente sì. Nel lavoro televisivo è fondamentale entrare in empatia con le persone, e questa connessione mi aiuta a essere più introspettivo nella scrittura. Quando mi immergo nelle loro storie e esperienze, finisco per farmi carico di un bagaglio emotivo che diventa parte di me. Questo processo mi consente di vedere la realtà da prospettive diverse e di cercare una maggiore profondità nei miei testi.”
Cosa ti piace vedere in tv e ascoltare per piacere personale?
Per ovvi motivi sicuramente “La Corrida”! eheh. Ad ogni modo sono un grande appassionato di “Techetechetè” e di film in bianco e nero. E poi sono un grande amante del vinile: nel suono c’è una calda profondità, una sorta di “imperfezione” che mi emoziona. Ascolto un po’ di tutto: dalla musica jazz di Nina Simone, alla magia degli anni ’80 con Alison Moyet, senza dimenticare Mina.
Dove pensi risieda la forza delle canzoni in questo periodo storico?
Nella loro semplicità. Credo che una canzone arrivi davvero al cuore quando è autentica e diretta. La semplicità permette al messaggio di essere chiaro e immediato, senza troppi giri di parole. Non serve complicare troppo: se quello che racconti è vero e sincero, la gente lo sente e si riconosce. E la gente vuole questo.
Che tipo di pubblico ti segue sui social?
Direi vario, un bel mix! Sicuramente ci sono persone che amano i miei reel di viaggio – perché ci metto un sacco di passione. Perdo ore a trovare l’inquadratura perfetta e la canzone giusta, quasi fosse una missione impossibile. Poi ci sono gli ascoltatori delle mie canzoni, che magari ritrovano nei miei testi un po’ di quelle emozioni che racconto, e anche chi si diverte a curiosare nei dietro le quinte dei programmi a cui lavoro. Insomma, una community di sognatori, esploratori e, diciamolo, anche un po’ di investigatori.

Vivi a Roma, che tipo di attività svolgi in città? Cosa ti piace vedere e dove ti rifugi?
Vivere a Roma è un’avventura quotidiana e il tempo sembra essere sempre poco, anche perché spostarsi qui non è proprio facile! Quando riesco, mi piace godermi il quartiere oppure andare in centro: passeggiare tra i vicoli di piazza Navona, scoprire botteghe e locali nascosti, o fermarmi in un bar a osservare la città che si muove. Uno dei miei posti del cuore a Roma è il Giardino degli Aranci. È un luogo magico, dove il tempo sembra rallentare. È uno di quei posti che ti fanno ricordare quanto è bella questa città, anche nei giorni più frenetici.