Per la prima volta arriva in Italia un prodotto musicale legato alle pagine di un libro. A realizzarlo è Simone di Matteo (di cui vi avevamo parlato qui), che questa settimana ha lanciato “L’amore Dietro Ogni Cosa”, un cd che nella tracklist riporta esattamente le tracce nominate come i capitoli del suo libro uscito con successo nel 2016. I testi sono a firma di Simone Di Matteo e del paroliere Simone Pozzati (in foto di apertura con l’autore). L’artwork della copertina (qui in basso) è realizzato dall’artista nota a livello internazionale Lucia Ferrara.
Simone, come descriveresti questo prodotto multi-mediale?
Ogni canzone ha la sua storia e ogni storia la sua canzone, e tutte insieme contribuiscono a comunicare il messaggio originario che si cela dietro l’opera madre e che trova la sua più piena espressione nel volto dell’attore Andrea Candeo, protagonista dei videoclip ufficiali di ciascun episodio in musica. Il libro si è adattato alla musica visto che i titoli dei capitoli sono le canzoni.
Uno sforzo produttivo che ti fa onore in questo momento storico. Come ti è venuto in mente?
Questo progetto mi ha occupato la mente per anni, e ancora torna sotto varie forme. Quindi ho assecondato le mie esigenze di presentarlo in vari modi. La sfida maggiore è stata trovare le persone giuste che potessero dare voce e forma alle pagine che erano già state pubblicate. Simone Pozzati è un paroliere talentuoso e mi ha aiutato visto che era la prima volta che mi cimentavo nella scrittura della canzone, che è cosa molto diversa da quello che ho fatto.
Che attitudine hai adottato per le scelte che il progetto imponeva?
Dopo un’attenta selezione, ho trovato i collaboratori giusti. Tutte persone che ho seguito e incontrato diverse volte. Il disco ha una matrice corale. Le voci sono di Andrea Crimi principalmente, poi ho voluto Laura Bono, amica e cantante di grande spessore, Alessandro Vinci, un giovane straordinario che ho scovato in un locale milanese durante una serata canora, e il noto doppiatore Andrea Piovan che ha dato voce all’eterno girovagare dell’errabondo pellegrino di cui scrivo.
Quanto c’è voluto per realizzare il disco?
L’ho registrato a dicembre 2020, con le difficoltà del periodo pandemico in corso. I brani e le melodie originali sono state composte in due settimane e nel 2021 i primi singoli sono usciti con relativi video. Abbiamo poi ultimato ultimato il tutto ad aprile 2022.
In tutto questo tempo ci sono state difficoltà?
Avrei voluto che uscissero tutti i singoli musicali e poi il prodotto finale, ma alla fine siamo riusciti ad estrarre singolarmente cinque brani abbinati ai racconti. Ci vuole forza espressiva per interpretare le mie storie e tanta interiorità e prontezza ad accettare una sfida. Questa è stata l’asticella che ci siamo prefissati. Sai, puoi trovare un cantante bravo ma non è detto che sia anche un interprete comunicativo. Era questo il mio obiettivo, che credo di aver centrato col tempo e con la ricerca, visto che il libro e il disco raccontano amori che ho vissuto personalmente.
C’è poi la derivazione visiva del disco, che è altrettanto curata.
Andrea Candeo attore protagonista e volto dei video ufficiali di tutte le storie, è stato bravissimo, perché qui ci sono tre livelli di comunicazione diverse che si fondono in un insieme. Penso che quello che ho scritto racchiuda emozioni che non potevo relegare solo alla carta stampata e sto pensando che dopo il teatro questi testi meritano anche una trasposizione cinematografica. Ci sono già dei registi interessati che hanno chiesto di partecipare al prossimo passo. Ovvio che la narrazione di un film è diversa rispetto ai video musicali.
Come ti senti ora che è tutto consegnato al pubblico?
I libro mi assorbe sotto tanti punti di vista ma questa operazione rinasce in continuo. Ormai ho partorito tre volte. In questi anni non credo di essere cambiato, credo ancora nelle belle favole e che tutto sia possibile. C’è un aforismo che caratterizza da sempre la mia vita: per arrivare dove non si è arrivati bisogna esplorare quello che non si conosce.
Come ti relazioni col tuo pubblico?
Io credo di avere un pubblico di nicchia ed è ciò che mi ha permesso di rimanere in piedi finora, dopo le esperienze televisive, di giornalismo e altre cose che ho fatto. Al momento godo di una polarità diversa rispetto ai prezzemoloni della tv, sono riuscito a reinventarmi ma fedele a me stesso. Il consenso che mi arriva è legato alla mia voglia di lasciare un segno con cose che abbiano un senso. Non mi interessa apparire ma costruire una mia strada, anche a costo di risultare impopolare.
Cosa ti aspetta domani?
Ora punto a un nuovo libro perché la scrittura è quello che più mi si addice. Quando scrivo le rubriche per i rotocalchi faccio le critiche alla televisione, sono “irriverente” perché mi occupo di quello che si vede, non di gossip, qualcosa di diverso. Quello è il mio lato popolare e leggero, mentre nei libri metto la mia parte ermetica e intima. Al momento vorrei riuscire ad aver tempo per scrivere qualcosa che si scontri con la superficialità dei nostri tempi. La vita è fatta di istinti mentre dovremmo pesarla in istanti.
Scrivere di televisione senza peli sulla lingua ti porta conseguenze?
Vado poco alle feste, se è quello che intendi. Magari qualcuno si offende e non mi invita più, ma sono libero di poter commentare degli atteggiamenti pubblici. Spesso chi va in tv si sente divo, io cerco di riportarlo coi piedi per terra, la satira è garantita in Italia mi sembra. Questo vuol dire che ho pochi amici in quell’ambiente e mi va bene. Voglio trascorrere il mio tempo con chi non è interessato a queste cose.
Che periodo stai attraversando nella tua vita?
Al momento sono felicemente innamorato di me stesso, di tutto ciò che faccio e della mia vita e a 38 anni sogno ancora. Vivo le mie giornate con la semplicità che mi caratterizza, spero di riuscire a restare fedele all’immagine che ho di me e spero che chi mi sta vicino sia fiero di quello che ho fatto. Detto questo sono allegro, cerco di godermela bene. Al momento propendo più per i piaceri della tavola che quelli carnali.
Sei di Latina ma per lavoro vivi da anni a Milano. Che succede a Simone Di Matteo quando torna in famiglia?
Quando torno a Latina torno a mare principalmente. Amo il mio mare, amo la maga Circe e le passeggiate sulla spiaggia dopo mesi di vita cittadina. Quando metto i piedi davanti al mare capisco che quela è la culla di ogni mia emozione. Sono molto abitudinario, torno dai miei amici d’infanzia che non sono mai cambiati, rivedo i famigliari, i miei animali, i miei sette gatti che sono lì accuditi perché a Milano sarebbe impossibile prendermi cura di loro. Sono un nostalgico e mi riconcilio con i miei ricordi.