Dalla chicca del repertorio di De Gregori alla ballata rock internazionale. Buona parte della musica pop che anima le frequenze radiofoniche contemporanee e vintage passa dal trattamento Wall Stamps. Si tratta di due fratelli talentuosi, Davide, 25 anni, e Luca, 23, che di cognome fanno Fusco e vivono in provincia di Torino. Nati da padre avellinese e mamma piemontese, i fratelli hanno deciso di mettersi alla prova con la musica del passato e registrare video dal loro home studio. E l’intuizione di sorprendere con rifacimenti molto originali (quasi sempre individualmente prodotti) sta aumentando la loro fama nella dimensione digitale. La maggior parte delle cover è realizzata chitarra e voce, e qualcuna vede anche l’aggiunta di un piano. Presto si esibiranno anche dal vivo. Davide Fusco ce ne parla.
Come vi siete messi assieme anche dal punto di vista professionale?
Facciamo ricerca, passiamo del tempo a cercare brani che siano adatti alla nostra voce. E anche all’interpretazione declinata in maniera moderna, ma solitamente sono tutti pezzi di genere pop e rock. Dei due, Luca è più orientato sul repertorio italiano, mentre io mi dedico a quello straniero. Facciamo cover in maniera singola ma abbiamo lo stesso account, e quando ci mettiamo assieme in alcuni brani creiamo video divisi della stessa canzone.
Che origine professionale avete?
Noi nasciamo dj e produttori, fino a 4 anni fa dopo aver studiato musica, dalla chitarra classica all’elettronica, facevamo soprattutto questo. Poi siamo passati alla musica acustica e ci è venuta l’idea di metterci assieme in un progetto che rispecchiasse un’evoluzione come cantanti veri. Avevamo un nome da dj e ora siamo Wall Stamps, che ci rappresenta meglio come duo.
Chi ha scelto il nome?
Lo volevamo particolare e memorizzabile, ho una parete in camera mia piena di foto e poster, io ho avuto i miei idoli, sportivi, attori o cantanti, da Michael Jackson e Rocky agli Stones. Si tratta di un nome-omaggio. Vero, sono idoli che non appartengono alla nostra generazione. Con mio fratello ci univa come punto di riferimento Avicii uno che aveva stile personale ed era molto contemporaneo.

Perché avete abbracciato i social e non la dimensione live?
Ovviamente pubblichiamo cover su Instagram per farci un pubblico ed essere notati, ma scriviamo anche cose inedite. MA per adesso non abbiamo pubblicato brani nostri, da settembre in poi faremo ascoltare anche la nostra produzione. Le cover sono da intrattenimento, vogliamo che ci sia una community su Instagram e TikTok per poi passare alle esibizioni dal vivo. Non è una scorciatoia, anzi, passiamo ore in studio a provare.
Il rapporto con i vostri seguaci come è?
Ci fa piacere che suggeriscano dei brani, facciamo dei sondaggi con la scelta delle cover, prendiamo quelle che secondo noi possano essere adatte al nostro genere. Questo è anche un modo per scoprire e arricchirsi con la musica che non conosciamo.
I video sono curati, ma hanno quasi sempre la stessa ambientazione. Perché?
Volevamo far abituare il nostro pubblico alla riconoscibilità. Lo studio in cui registriamo le cover è dove lavoriamo, in casa, ed è molto reale. Adesso le persone ci vogliono vedere anche in altri ambienti e ci impegneremo per fare video diversi.
Le cover sono un territorio minato. Come affrontate i rifacimenti musicali?
Cerchiamo sempre di dare il nostro marchio di fabbrica e di fare qualcosa di diverso da quello che è stato già fatto, altrimenti diventa una brutta copia. L’autenticità è più apprezzata, la personalizzazione dei pezzi ci aiuta a definire uno stile. A modo nostro diamo un contributo alla scoperta della buona musica e stiamo ricevendo molti apprezzamenti. Certo, è capitato di aver rifatto dei brani che non sono piaciuti molto. Poi quando Luca ha risuonato Mio Fratello di Biagio Antonacci che non reputavo brillante, ha avuto una risposta inaspettata di grande coinvolgimento, e ci siamo resi conto che è impossibile prevedere.
C’è anche una mission in quello che fate?
A volte riattualizziamo anche dei pezzi dei repertori altrui perché li vogliamo far scoprire, come è capitato di recente con una canzone di Elvis Presley e ci piace far conoscere brani nuovi che sono importanti nella storia della musica. Avere a disposizione tutta la produzione che si vuole a portata di clic permette anche delle ricerche e dei confronti immediati.
Cosa vi aspettate in futuro?
Per adesso non stiamo facendo delle serate anche se non abbiamo ritrosie per i live, ci piacerebbe incontrare il nostro pubblico. Stiamo cerco un management e una casa discografica e un addetto al booking.
Infine ci dici come si gestisce un duo musicale tra fratelli?
Lavorare con un fratello è bellissimo, siamo simili come gusti e come modi di pensare, abbiamo delle qualità in cui ci compensiamo. Il modo di affrontare la musica ci entusiasma, a volte aggiungiamo musicisti ma l’intesa è soprattutto tra noi.