Il tessuto umano e artistico di quarant’anni di vita studentesca giovanile, hanno riempito le aule del liceo artistico “Umberto Boccioni”, di Milano: milioni di passi ne hanno calpestato i corridoi, tessiture di infinite voci, sono risuonate tra le sue pareti. È la magia di un luogo unico e speciale che si chiama “scuola”, che vibra in modo unico, perché si erge, di anno in anno, a custode dei sogni più magici, quelli legati alla gioventù. Così, il “Boccioni”, il 24 maggio apre la sua preziosa cassaforte e soffia 40 candeline.

LA STORIA DEL LICEO ARTISTICO “UMBERTO BOCCIONI”
Nel 1933 a Milano viene costruito il “Regio Istituto Nazionale dei Sordomuti Principi di Piemonte”, edificato con l’intento di garantire alloggio ed istruzione ai giovani audiolesi. Allo scoppio della 2^ guerra mondiale, lo stabile subisce duri bombardamenti ed infatti sarà ricostruito alla fine del conflitto. Nel 1984 il liceo si chiama “3^ Liceo Artistico”, originariamente come sede distaccata del “1^ Liceo Artistico” allocato in via Panizza, 5. Dal 1981, si trasferisce in Piazzale Arduino, 4, che è tuttora la prestigiosa sede dell’ istituto. All’inizio, gli ambienti si condividono con una scuola materna e con l’originale istituto per sordomuti. Con l’aumentare degli iscritti, si finisce per acquisire l’intero spazio, che dal 1988, prende l’attuale denominazione di “Liceo Artistico Statale Umberto Boccioni”, in onore del grande pittore e scultore futurista. Negli anni a venire, si riqualifica grazie ad un ulteriore ampliamento, che aggiunge una palestra interna e un Auditorium.
1984/2024 “I SUOI PRIMI 40 ANNI
Non poteva che onorarsi con una mostra, il quarantesimo anniversario del liceo artistico “Umberto Boccioni”, primo evento che apre l’anno di celebrazioni. Il vernissage si inaugura alla presenza della Dirigente Scolastica Stefania Caterina Giacalone, venerdì 24 Maggio alle ore 18. L’invito a partecipare numerosi, è ovviamente indirizzato non solo agli studenti, alle loro famiglie, ai docenti, ma è esteso sul territorio. Al pubblico interessato, si offre la visione del talento artistico delle studentesse e degli studenti “boccioniani”, declinato in cinque diverse mostre, poi aperte dal 28 al 31 Maggio dalle ore 10,15 alle ore 12, e con visite guidate dal 4 al 6 Giugno dalle ore 17 alle ore 19.
IL COMMENTO DELLA DIRIGENTE SCOLASTICA STEFANIA CATERINA GIACALONE
“Ogni mostra rappresenta un viaggio unico all’interno della creatività dei nostri ragazzi. Dalle riflessioni profonde sulle tematiche sociali alle reinterpretazioni di grandi maestri dell’arte, passando per l’esplorazione di nuove forme espressive, le opere esposte testimoniano il talento e l’impegno di ogni studente.
Costruire un’identità di scuola forte e coesa
L’organizzazione di queste mostre è stata un’impresa corale, che ha visto la partecipazione attiva di studenti, docenti, famiglie e personale scolastico. Un lavoro di squadra che ha rafforzato il senso di appartenenza alla nostra scuola e ha contribuito a costruire un’identità di istituto forte e coesa.
Intrecciare competenze per creare qualcosa di straordinario
Le mostre sono anche il frutto di un lavoro sinergico tra diverse discipline artistiche. Studenti e docenti hanno lavorato fianco a fianco, intrecciando competenze e abilità per dar vita a opere uniche e originali. Un esempio concreto di come la collaborazione e la condivisione di idee possano generare risultati straordinari.
Le famiglie al centro del nostro progetto
Un ringraziamento speciale va alle famiglie dei nostri studenti, che hanno supportato il progetto con entusiasmo e dedizione. La loro partecipazione attiva è stata fondamentale per la riuscita delle mostre e dimostra il forte legame che unisce la scuola alle famiglie.”




LE MOSTRE:
OMAGGIO AD ARMANDO TESTA
Nell’atrio del liceo, nella mostra curata dal prof. re Giuseppe Mendolia C., le studentesse e gli studenti delle classi 5^ E e 3^ F, nell’ambito di un progetto didattico interdipartimentale tra gli indirizzi di Grafica e Arti Figurative, hanno voluto omaggiare, mediante una serie di artefatti, l’operato e la ricerca del grande artista Armando Testa, creativo trasversale e poliedrico che nel corso della sua carriera, ha lavorato con differenti medium e in diversi ambiti della comunicazione visiva, a partire dalle arti figurative, e fino alla pubblicità.

L’ARTE CONTRO ODIO E VIOLENZA
Ospitata nella “Sala Boccioni”, curata dalla prof.ssa Francesca Alparone, la mostra “Odio – Violenza”, è un’esplorazione tematica attraverso le arti plastiche, realizzata con le studentesse e gli studenti delle classi 4^ F e 5^ F. Il tema coinvolge qualsiasi tipo di violenza coniugata a tutto tondo, non solo le urgenze legate alle guerre o ai femminicidi. I ragazzi si sono ascoltati nel profondo, estrapolando i più segreti timori, e traghettandoli nello loro creazioni, in un disagio che racconta un’epoca toccante.

SPAZIO SCARI
Lungo il corridoio dell’area delle “classi R”, la mostra “Spazio Scar”, vuole essere un luogo di libertà e comunicazione, dove si espongono i disegni dello studente boccioniano Dario Cerlenizza, nome d’arte Scar, giovane di indiscusso talento, purtroppo prematuramente scomparso, che amava rappresentare il proprio mondo immaginario con schizzi in bianco e nero. Questo spazio espositivo non solo lo ricorda con una personale delle sue opere, ma diventa un’occasione di condivisione artistica per gli studenti, per dare forma a sentimenti, idee, personaggi, in nome della spontanea espressione artistica.
40 BOCCIONI
La mostra “40 Boccioni” nasce dal PCTO “Progettazione dell’allestimento di uno spazio espositivo” organizzato dal Politecnico di Milano e diretto dai tutors esterni: Andrea Manciaracina e Giulia Maria Gerosa; e dai tutors interni: Salvatore Rugino e Domenico Restuccia con le studentesse e gli studenti delle classi 3^ C e 4^ C, indirizzo Architettura e Ambiente. Il tema è stato declinato da ogni singolo gruppo con dei sottotemi: “l’arte attraverso le sue forme”, “Dal buio alla luce”, “Percorso di crescita personale”, “Passato-Presente-Futuro”, “Dalla sanguigna a photoshop”, “Le immagini della creatività”, “La costruzione dello spazio attraverso il tempo”, “Dall’idea al progetto”. I ragazzi, attraverso lezioni e revisioni, sono stati guidati alla progettazione di un allestimento ma anche alla curatela della mostra, dalla scelta del tema, ai materiali da esporre.



, schizzi di progetto (C. Del Pino, M. Olivari, G. Panetta, F. Papini).

, schizzi di progetto (M. Boiocchi, S. D’Ambrosio, L. Hu, L. Mangiagalli, M. Radice)

, schizzi di progetto (E. Aleshkina, E. Iovane, A. Martinez, M. Mellone, S. Pizarro)
LABORATORIO DI ARCHITETTURA LETTERARIA
Presso lo spazio delle “Antiche docce”, a cura dei docenti Claudia Peri e Salvatore Rugino, si espongono le opere realizzate dalle studentesse e dagli studenti di 5^ C e 3^ C, sviluppate durante un laboratorio di architettura letteraria, tenuto dall’architetto Matteo Pericoli, secondo il credo “può un testo trasformarsi in una struttura architettonica?” Si è arrivati all’idea che “il laboratorio di architettura letteraria è un’esplorazione multidisciplinare della narrativa e dello spazio”, secondo una citazione dello stesso architetto Pericoli. A partire da racconti di autori quali Ernest Hemingway e Italo Calvino, si sono realizzati modelli che hanno espresso l’architettura intrinseca di quei testi: parole e forme, plasmate dentro strutture decisamente originali.

SOSTITUIRE L’IO CON IL NOI
L’architetto Giulia Minetti in “aula Metodo” con le studentesse e gli studenti della 5^ D ha creato il progetto “E SE FOSSE TUO FIGLIO?” . L’obiettivo è fare immedesimare lo spettatore sulla pericolosità che le nostre azioni producono sul cambiamento climatico. Il protagonista principale dell’opera, è l’animale più grande al mondo, la balenottera azzurra, più precisamente un cucciolo, che rappresenta la parte da accudire, proprio come il cucciolo d’uomo, il bambino. L’installazione è composta da questi due personaggi principali, il cucciolo di balenottera azzurra e il bambino, entrambi agonizzanti, con il suono di sottofondo, attraverso suoni interattivi, del canto delle balene, delle onde che si infrangono sulla spiaggia, del pianto straziante del bambino. Sono presenti delle percezioni interattive tattili, possibili attraverso la texture che risulta verosimile, grazie all’uso di resina e vetro riciclati per rendere il tutto iper-realistico.




RESTI DI UNA CIVILTA’
La ribellione del mondo è già in corso, ma molti la ignorano, non riconoscendo i segnali evidenti, come il riscaldamento globale. Si è creata una scultura che ritrae il mondo, con gli animali protagonisti, che cercano di fuggire da un ambiente rovinato dagli uomini, che compromettono le loro vite: l’unica via, è abbandonare il mondo che abbiamo danneggiato.

IL MONDO RIBELLE
Questa concezione nasce dalla volontà di sensibilizzare e colpire i visitatori, per motivarli a cercare di plasmare il futuro che ci attende. È una realtà già vissuta nel passato con l’estinzione di alcune specie viventi, e si ripresenta con la minaccia sempre più tangibile per la specie umana, a causa del cambiamento climatico. Occorre suscitare consapevolezza, immergendo in un futuro distopico in cui l’umanità è già estinta, e i resti delle nostre presenze sono la testimonianza rimasta.

