Il Conte Orazio Zanardi Landi, della famiglia storica nobiliare piacentina, e la Contessa Anna Calciati, al Castello di Rivalta in provincia di Piacenza, parlano di un’amicizia e un legame con la compianta Regina Elisabetta II con disinvoltura e afflato. I due hanno avuto la fortuna di stringere negli anni un affettuoso rapporto con la casata dei Windsor in Gran Gretagna, tanto che ormai sono celebri i ricordi che affiorano nelle loro interviste ai media. Ma a The Way Magazine hanno voluto raccontare le parti più segrete e inaspettate di una tale, prestigiosa frequentazione.


La vostra conoscenza con la famiglia reale inglese è iniziata quando avete avuto ospite la Principessa Margaret, sorella della Regina Elisabetta, qui in Italia.
Conte Orazio Zanardi Landi:
- La prima volta è stata nostra ospite nel 1988, era ad un pranzo a casa di un parente a Roma ed era particolarmente interessata a visitare le piccole città del Nord Italia, le fu indicata dunque mia madre (Contessa Franca Zanardi Landi di Veano Ardissone). Le chiesero se fosse stata disponibile ad avere come ospite la Principessa. In un primo momento mia madre era titubante data la fama della Principessa Margaret, la dipingevano spigolosa e antipatica. Però accettò. Margaret, morta poi nel 2002, si rivelò spigolosa ma estremamente simpatica.
Fu così che iniziò una serie di visite al Castello di Rivalta a Piacenza da parte del casato inglese…
Conte - L’anno seguente Margaret chiese di tornare, cosa che non fece mai in nessun posto che visitò. La seconda volta fu ancora più simpatica e noi eravamo più preparati ad accoglierla.
Lei Contessa come ricorda la Principessa Margaret?
Contessa Anna Calciati - Ricordo che all’inizio ero abbastanza agitata mentre aspettavamo il suo arrivo, poi in un secondo momento l’agitazione mi passò anche perché io non parlando inglese non ero in prima linea. Me la ricordo come un’esperienza molto particolare, dopo il primo saluto tutto è andato avanti in maniera abbastanza naturale.
Conte - Tra le gite che abbiamo fatto siamo andati a Cremona a Villa Calciati a Persico Dosimo.
Contessa - Mia madre organizzò una colazione picnic molto rustica in giardino. Ricordo una tavolata lunga con le tovaglie bianche e rosse con un buffet freddo e tanti piccoli tavolini. La Principessa gradì particolarmente questa cosa che andava un pò fuori dagli schemi e dalla rigidità del protocollo.

- A un certo punto però vi arriva l’invito da Buckingham Palace, come avete reagito?
Conte - A mia madre arrivò una telefonata dalla segreteria di Buckingham Palace, rimase un pò spiazzata e inventò una scusa per temporeggiare. Disse che la nonna non era stata bene, ma io le dissi di richiamare subito. Avevo la sciatica all’epoca ma come usiamo dire in Italia esclamai: ”Ci vado anche con una gamba sola, una cosa così quando ci ricapiterà?”. Ci tengo a precisare che era un invito in famiglia, al telefono, come ognuno di noi inviterebbe un amico; un invito ufficiale invece arriva per posta con un cartoncino.
Sua madre parlava l’inglese?
Conte - Mia madre parlava un’Inglese perfetto, tant’è che quando la Regina la incontrò se ne congratulò.
- Come andò il viaggio?
- Conte: Partimmo io mia madre e mia moglie (Contessa Anna) in classe turistica. Una volta scesi dalla scaletta dell’aereo trovammo due Rolce Royce, una serviva solo per i bagagli.
Qual’è stata la sua prima emozione?
Contessa - Beh, ero molta curiosa ma ero allo stesso tempo tranquilla perché eravamo ospiti quindi avremmo avuto un programma da seguire. Alloggiammo al Royal Lodge, la casa della Regina madre. Ci portarono ognuno nella nostra camera, una cosa inusuale, ognuno aveva una stanza e un bagno, per me era una stranezza. Avevamo un programma da seguire, ogni giorno ci dicevano il diario della giornata. Le cameriere mi disfarono le valigie e ogni giorno mi preparavano i miei vestiti, una mise per ogni giornata.
Conte - Ricordo che il salotto della Regina Madre era pieno di libri. I soprammobili erano assai curiosi, c’era il primo pupazzetto di Pongo che il Principe Carlo aveva fatto per la nonna, gli acquerelli della Principessa Anna, poi un uovo di Fabergé regalato dallo Zar di Russia alla Regina Madre. Nel bagno c’era un comò francese con bronzi dorati, un oggetto che si può trovare in un museo.


- Poi arriva il momento del fatidico incontro con sua maestà la Regina
Contessa - Il primo giorno avevamo in programma un tè con la Regina, che però in quel momento non era la Regina ma la sorella di Margaret.
Conte - La principessa disse: ”Oggi andiamo da mia sorella”.
- Sarà stata una grande emozione per voi! Come avete vissuto questo momento?
Conte - Beh un minimo di agitazione c’era, il primo problema fu estetico, siamo stati ospiti a maggio pensando che l’Inghilterra fosse fredda, avevamo abiti abbastanza pesanti, ma c’era un caldo torrido, infatti abbiamo una foto mentre mangiamo in giardino.
Contessa - La Principessa diceva: “si mangia in costume” e io pensavo ma chi ce l’ha il costume? Allora mi diedero un pareo
Conte - Probabilmente mi diedero il costume dell’allora Principe Carlo. Io non stavo bene, avevo la sciatica e portavo il bastone, allora chiamarono il cerusico (chirurgo) di corte che disse che avevo bisogno di fare il bagno in piscina. Allora ogni giorno alle due facevamo il bagno in piscina. Mi dissero di non fare tuffi però, perché la Regina e la Principessa non potevano bagnarsi i capelli siccome da lì a breve avrebbero dovuto ricevere una delegazione del Giappone.
Ma com’è stato il vostro primo incontro con la regina?
Conte - Salimmo una scala del Castello di Windsor, si trova nell’androne dove uscì la bara del Principe Filippo per intenderci, dove c’è uno scalone. Un maggiordomo mi disse che la regina non prendeva il baciamano. Io andai su per primo, mi trovai davanti la Regina, allegra e in Kilt che mi allungò la mano per il baciamano io per sbaglio le diedi una dentata perché non me l’aspettavo. Mi scusai e lei sorrise. Poi ci chiese se preferivamo un tè o una limonata. Mi disse che era la solita limonata che anche noi conoscevamo, era la stessa che faceva la Principessa Margaret con l’estratto di limone quando era nostra ospite.
- Contessa: Mi ricordo che guardavo fuori dalla finestra per capire dove si trovava la stanza dove eravamo, e la Regina si avvicinò e mi raccontò che in alcune giornate di sole vedeva un bagliore proveniente dalla finestra opposta. Lei scoprì che la luce battendo sul sedere del cavallo di bronzo di Enrico VIII produceva quel bagliore.
Conte - Io ero stranito, me la trovai davanti in kilt, mi faceva la limonata e mi parlava del sedere del cavallo, pensavo di non capire, pensavo che non fosse la vera Regina. Ma lei era così, sciolta e a suo agio in un ambiente casalingo e informale. Mi parlava in francese siccome io non parlo inglese, mi disse che lei lo aveva imparato durante la guerra. Mi raccontò che durante la guerra lei e sua sorella furono mandate in Francia, in Bretagna per l’esattezza, perché Hilter mandò un commando per rapirle. Penso che in quel momento involontariamente mi confessò un segreto di stato. Poi successivamente ci fece da guida personale al Castello di Windsor. Ci portò a vedere il suo stipo, siccome a Rivalta ne abbiamo uno che piaceva molto a sua sorella. Poi ci mostrò i disegni della cupola del Guercino del duomo di Piacenza, un servizio di piatti che il Re d’Italia regalò a sua madre per le nozze, e successivamente l’armeria. A un certo punto io ero stanco e mi accomodai, la Regina disse: “Il conte è stanco, sediamoci”. Poi mi avvisò: “Lei Conte è seduto sul trono di mio padre Giorgio VI”. Lei si immagini la mia reazione. Ma la regina disse che non c’era nessun problema e mi fecero una fotografia sul trono.
Quale fu l’invito successivo a questa visita?
Contessa - Fummo invitati dalla Principessa Margaret per un pranzo a Kensington Palace e successivamente ci saremmo spostati al ballo per il compleanno della Regina Madre a Buckingham Palace. Questo fu un invito ufficiale, inviato con il cartoncino.
Conte - Dopo la cena partimmo dal palazzo della principessa Margaret per dirigerci a Buckingham Palace. Io dissi all’autista di seguire la macchina di Margaret e per sbaglio prendemmo un ingresso errato a palazzo. Eravamo molto agitati e in imbarazzo, soprattutto mia madre, ma la principessa ci disse che non c’era alcun problema. Ci fece passare per un corridoio dove si trovavano i guardaroba e lei ci avrebbe aspettato sullo scalone dove accoglieva gli ospiti. Ricordo che tutti ci facevano dei grandi inchini e io ero stranito, ma mia madre disse: ”Non farci caso, qui fanno così”. Successivamente incontrammo la regina che ci salutò e si rese conto che non avevo più il bastone, quindi mi disse: “Orazio i bagni in piscina hanno funzionato”. Il principe Carlo invece mi disse che io ero quello che non lo voleva ospite.
Per quale ragione?
Conte - Perché chiese di essere ospite al Castello di Rivalta ma rifiutammo. Ci mandò due richieste di invito per il periodo invernale, gli spiegai che in inverno il castello era chiuso, faceva troppo freddo, lui però ribatté che era abituato al freddo di Balmoral.
Tornando alla situazione attuale, secondo voi Re Carlo sarà in grado di colmare il vuoto lasciato dalla madre?
Conte - Farà del suo meglio sicuramente.
Contessa - Secondo me sarà una persona assolutamente degna di ricoprire il ruolo della madre, è una persona indubbiamente diversa e si trova in un contesto diverso, ma secondo me sarà un grande sovrano.
Conte - La Regina ha vissuto in un arco di tempo diverso, ha vissuto diversi processi storici come la guerra per esempio, qualcuno dice che abdicherà ma lo statuto inglese non prevede l’abdicazione.
Contessa - La Regina una volta mi disse: “Io servirò il popolo inglese fino alla mia morte perché l’ho giurato” e così farà anche Re Carlo, perché ha promesso la stessa cosa.

Report dal Castello di Rivalta a cura di Nicola Sacchi.