Bill Brandt e Henry Moore, 2020, distribuito da Yale Center for British Art, Yale University Press, scritto e curato dagli autori Martina Droth e Paul Messier. Questo libro illustra in maniera appassionante il percorso dialettico tra le opere del fotografo Bill Brandt (1904-1983) e quelle dell’artista Henry Moore (1898-1986).

Entrambi condividono una visione artistica che li accomuna: attraverso le esperienze quotidiane e le emozioni vissute pervengono a tematiche che si compenetrano nella loro sensibilità ed empatia verso le sofferenze umane.
Lasciano intravvedere un mondo parallelo di tragedie umane a cavallo della seconda guerra mondiale, soprattutto nella Londra sotto i bombardamenti tedeschi e nel lavoro sfibrante dei minatori gallesi.
Con il loro contributo i due artisti partecipano attivamente ad un atto di resistenza umana contro il mostro della guerra: è significativo come le foto di Bill Brandt siano state ampiamente diffuse sui mezzi di informazione britannici, quale testimonianza di una partecipazione sentita intimamente.
Ed Henry Moore, che pure lui scendeva nei rifugi sotterranei durante le incursioni dei caccia tedeschi su Londra, trasfigura il dolore e la sofferenza umana nell’ elegia cromatica dei suoi disegni e nelle sue sculture demiurgiche.
Gia’ negli anni ’30 del Novecento Moore aveva capito l’importanza del mezzo fotografico nella diffusione dell’opera artistica , e affermava che “ il pubblico è più sensibilie all’immagine piatta che all’oggetto solido”.
La sinergia creativa tra Brandt e Moore si è trasformata in un sodalizio artistico che ha contribuito a rendere il mezzo fotografico interprete della scena artistica dell’età moderna.
Una breve rassegna di immagini, ricavate dal libro, aiuterà il lettore a immaginare il percorso di questi due grandi artisti e a interiorizzare il loro pathos creativo.
Articolo a cura di Gianni Foraboschi