Essere in grazia alla tv di Stato non è un affare qualunque. E soprattutto arrivare a condurre la 25esima edizione di un programma identitario come Quelli Che Il Calcio deve significare davvero un grande salto per Luca e Paolo, la coppia di comici genovesi per 20 anni a Mediaset.

La stagione è iniziata bene con Camera Cafè su Rai Due in una striscia lunga quanto basta. La tv di Stato riesce ancora a tutelare le lunghezze giuste, quelle che non spremono autori e spettatori. Eppure, alla vigilia della prima domenica calcistica in tv, i due si scherniscono all’incontro con la stampa: “Dobbiamo prendere misure con Mia Ceran, fare in modo da non parlare tutti allo stesso momento e stare zitti all’improvviso. Cosa che è successa alle prove”.
Luca e Paolo hanno dimostrato di funzionare molto nell’improvvisazione (esilaranti le interviste da ospiti negli altri talk) e peccare un po’ di supremazia della parola negli interventi scritti (qualche Sanremo di troppo).
“Forse dovremo smettere di rischiare – dice Luca Bizzarri – ma le cose che non abbiamo mai fatto ci stimolano. Improvviseremo teatralmente a tre per tre ore ogni domenica. Una sfida complicata”.
Paolo Kessisoglu ribatte: “Il nostro lavoro non cambia da una tv all’altra, è solo che ci piace recitare nei programmi longevi. Siamo come il jazz, dobbiamo trovare l’accordo giusto”.
La Ceran non è del tutto nuova, ha fatto già incursione l’anno scorso nei collegamenti. E si lascia andare a commenti sociologici che hanno verità: “Se il calcio è la religione d’Italia a noi piacerà raccontare il Paese attraverso la narrazione sportiva”.
Prima di prendere la parola, i dirigenti Rai li hanno involontariamente intimiditi, proiettando un video con la sintesi della storia del programma. A parte i conduttori (Fazio, Ventura, Savino, Cabello) con cui inevitabilmente scatterà l’effetto comparazione. Ma è bene ricordarsi anche di che specchio d’Italia è stato Quelli Che… in questi anni. E che ospiti ha avuto nello studio milanese della trasmissione. Due su tutti mancheranno: David Bowie e Amy Winehouse, fortemente voluta dall’allora tutto-è-possibile super Simona Ventura.