2 Agosto 2025

Alla scoperta delle cave delle Alpi Apuane

Un programma tv con Roberto Giacobbo. E una mostra a Pontremoli con tele del Seicento che ritraggono l'ambiente nell'antichità.

2 Agosto 2025

Alla scoperta delle cave delle Alpi Apuane

Un programma tv con Roberto Giacobbo. E una mostra a Pontremoli con tele del Seicento che ritraggono l'ambiente nell'antichità.

2 Agosto 2025

Alla scoperta delle cave delle Alpi Apuane

Un programma tv con Roberto Giacobbo. E una mostra a Pontremoli con tele del Seicento che ritraggono l'ambiente nell'antichità.

Nuovo appuntamento con «Freedom – Oltre il confine», in onda domenica 3 agosto 2025, in prima serata, su Retequattro. Al centro del programma a cura di Contenuti – Production & Media, le Alpi Apuane e il Marmo di Carrara, uno dei più pregiati al mondo, con il quale sono state realizzate inestimabili opere architettoniche e scultoree.

Dal marmo delle suggestive Cave di Carrara, infatti, sono state create opere come la Pietà di Michelangelo, il David di Donatello, Amore e Psiche di Antonio Canova, il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, il Duomo di Pisa con il suo celebre Pulpito, l’Obelisco del Foro Italico e la Colonna Traiana, a Roma.

Roberto Giacobbo visita una cava in totale solitudine, ed entra nelle sue profondità per ammirarne la magnificenza. Un viaggio che ripercorre gli eventi che hanno dato vita ad alcuni capolavori, che svela segreti e caratteristiche di questa strordinaria roccia, da sempre simbolo universalmente riconosciuto dell’eccellenza dell’arte italiana nel mondo.

E per chi volesse recarsiin questo angolo d’Italia suggestivo e in mezzo alla separazione tra nord e centro penisola, c’è anche un’iniziativa culturale di alto pregio in queste settimane. Dal 25 luglio al 2 novembre 2025, Pontremoli (MS), comune dell’Appennino tosco-emiliano, crocevia tra la Toscana, l’Emilia-Romagna e la Liguria, è teatro di un importante evento espositivo dal grande significato storico e artistico.

Per la prima volta, nella Sala Sindaci del Palazzo Comunale saranno riunite le tre versioni del dipinto ‘manifesto’ del Romanticismo: Pietro Rossi nel castello di Pontremoli di Francesco Hayez (1791-1882).

L’iniziativa, curata dal punto di vista scientifico da Valentina Ferrari, Paolo Lapi, Fernando Mazzocca, organizzata dal Comune di Pontremoli e dalla Pinacoteca di Brera di Milano, col patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Massa Carrara, Museo delle Statue Stele Lunigianesi, si avvale della collaborazione dell’Accademia di Brera di Milano, della Pinacoteca di Brera, della Banca d’Italia che hanno concesso i prestiti delle opere presenti nelle loro collezioni.

Francesco Hayez, Pietro Rossi, 1818-1820; olio su tela; 131 x 157,5 cm; Milano, Pinacoteca di Brera. “Il legame con Francesco Hayez – dichiara Jacopo Maria Ferri, Sindaco di Pontremoli – oggi si consolida e trova il suo coronamento più concreto ed esemplare nella nostra Sala dei Sindaci, ormai trasformata in un vero e proprio spazio espositivo per eccellenza. La Pinacoteca di Brera, l’Accademia di Brera e la Banca d’Italia hanno generosamente dato in prestito tre opere di grandissimo prestigio, valore e bellezza, facendo sì che nella nostra città si possano ammirare, riunite insieme per la prima volta nello stesso luogo dove avvenne l’episodio loro ispiratore, le tre versioni dell’opera fondamentale nel percorso artistico di Hayez: Pietro Rossi nel castello di Pontremoli”.
 
Il soggetto dei tre quadri vede Pontremoli e il suo castello fare da sfondo alla vicenda storica, avvenuta il 13 giugno 1336, quando gli Scaligeri, che avevano occupato quasi tutti i domini dei Rossi di Parma, assediarono, capitanati da Simone da Correggio, Pontremoli dove risiedeva Pietro con i suoi familiari qui ritiratisi come “loro ultimo asilo”. In questo frangente, nel mese di agosto, mentre difendeva la città, Pietro Rossi ricevette una lettera del doge Francesco Dandolo con cui il Senato veneziano gli proponeva di assumere il comando dell’esercito della Repubblica di Venezia per sconfiggere gli Scaligeri, dai quali anch’essa era minacciata. Pietro, nonostante le suppliche e le lacrime della moglie, Ginetta de’ Fieschi, e delle figlie, accolse la proposta recandosi in un primo tempo a Firenze alleata di Venezia contro gli Scaligeri e poi a Venezia dove il primo ottobre ricevette il vessillo della Serenissima dalle mani del doge.

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