Damiano De Crescenzo è un vulcano di idee. Per il suo Enterprise Hotel, su Corso Sempione, una destinazione business e leisure della capitale dell’imprenditoria italiana, Milano, ha appena avuto un primato non solo per la catena alberghiera che dirige, la Planetaria Hotels.
Infatti è riuscito ad avere il primo e unico spazio eventi immersivo, una stanza a 360 gradi con alto contenuto emotivo, dove la sua clientela business sta facendo a gara per avere eventi aziendali con proiezioni fatte su misura. “Sulle pareti – ci spiega il manager dell’hotel – vengono proiettate immagini e filmati con suggestioni sonore attraverso 16 proiettori Full HD. Uno sforzo economico notevole che ha reso Enterprise Hotel l’unico e primo hotel in Italia ad avere questa tecnologia”.
Enteprise ha avuto nel 2017 il Best Location Awards. E con il 2018 le novità non sono finite, con l’ingresso nella catena della location numero 10: lo splendido Leon’s Place di Roma, il gioiello boutique hotel a via XX Settembre.
PLANETARIA – Si tratta dell’ultimo arrivato in un gruppo alberghiero presente su tutto il territorio italiano con pregevoli strutture a 4 e 5 stelle, innovativo nel servizio e sartoriale nel modo in cui concepisce l’ospitalità. Il managing director ci dice: “Nelle scelte mi aiuta la mia esperienza molto diversificata, dalla gavetta dei villaggi agli alberghi internazionali e le catene di lusso come Tempinski, Radisson, Intercontinental, o gruppi italiani con modelli diversi come Jolly Hotel. Di tutto quello che ho imparato fuori, oggi arrivo a non fare quasi nulla. Perché Planetaria è diversa”.
Impara dal passato e mettilo da parte, quindi? “Non proprio. Ho trovato moto corretto e istruttivo apprendere quello che fanno gli altri, ma bisogna chiedersi cosa noi italiani abbiamo in comune con gli altri. Planetaria Hotels è un piccolo gruppo di 10 alberghi e se copiasse i colossi finiremo in un modello molto accentratore che per noi non funzionerebbe. Quindi bando alla formazione per uniformare gli standard senza possibilità di spaziare. Il cliente che chiede al portiere di notte un servizio da noi lo trova, mentre altrove deve aspettare il capo che rientra al mattino“.
Come avete fatto a essere così snelli a Milano, Genova, Firenze….”Io ho risolto gli ostacoli con una struttura organizzativa ridotta. Ad esempio, io che sono direttore dell’albergo di Milano sono anche direttore generale della catena. Un modello snello, senza sede, trasversale: il direttore di Genova che ha gli skills commerciali, o Roma che ha responsabile acquisti, fanno per il brand quello che sanno fare meglio. Rendere snello motiva le persone sul campo perché sono sono loro la chiave del successo giorno per giorno. Oltre ad avere struttura smart, il personale ha autonomia decisionale”.
E questo è il punto più innovativo della direzione De Crescenzo, un vero plus nel modus operandi delle catene alberghiere, soprattutto quando si tratta di standard di accoglienza al top: “Certo, lo facciamo correndo qualche rischio, ma i dipendenti devono fare scelte senza timore di poter essere sgridati. Ho messo sulla bilancia i rischi che possono essere errori economici ma sono compensato dall’apprezzamento del cliente che trova strana la velocità e la risoluzione dei problemi che abbiamo”.
Come hanno fatto ad avere in maniera così celere la sala a 360 gradi e perché nessuna glil’ha ancora copiata? “Perché non abbiamo procedure da omologazione. Un impianto del genere, che è costosissimo, è ancora al vaglio di catene molto più facoltose della nostra. Mentre qualcuno fa i report, gli altri fanno il business. Quindi da noi il sistema premiante non è basato sulla carta e i dipendenti sono molto felice di lavorare in questo modo”.
La strategia ora si amplia con la recentissima acquisizione del Leon’s Place di Roma: “Nella capitale eravamo presenti finora con un albergo di design all’Eur e l’opportunità che si è creata ci ha permesso di avere un posto entralissimo tra Termini e Via Veneto con tutte le ambasciate e ministeri lì vicino. E la sinergia tra i due alberghi sarà estremamente positiva”.