Resistenti Nicola Biasi, il progetto visionario dell’enologo pluripremiato Nicola Biasi, continua a conquistare il panorama vitivinicolo italiano con il suo impegno per una viticoltura innovativa e sostenibile. A soli tre anni dalla sua fondazione, il progetto ha raggiunto l’apice del riconoscimento con due premi prestigiosi.
Nella stessa stagione Resistenti Nicola Biasi è stato riconosciuto da DoctorWine che gli ha assegnato alla rete il Premio Vitienologia Sostenibile 2025 nella rinomata Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2025.
Gambero Rosso ha onorato Resistenti Nicola Biasi con il Premio Speciale per la Vitivinicoltura Sostenibile dell’anno nella sua autorevole Guida Vini d’Italia 2025.

Resistenti, che ad oggi unisce otto aziende vitivinicole nelle regioni del Friuli, Veneto e Trentino. Attraverso l’uso di vitigni resistenti (PIWI) e una viticoltura attenta all’ambiente, la rete ha dimostrato che è possibile produrre vini di altissima qualità riducendo drasticamente l’impatto ambientale, come evidenziato anche dagli studi sulla riduzione di CO2 condotti presso le aziende aderenti.
Nicola Biasi, miglior giovane enologo d’Italia nel 2021 e enologo dell’anno nel 2022, ha guidato la rete verso una nuova frontiera della viticoltura, dove l’innovazione e la tradizione si fondono in un equilibrio perfetto. La vendemmia 2024 ha rappresentato una sfida importante, a causa delle condizioni climatiche estreme. Tuttavia, grazie all’uso di vitigni resistenti e a una viticoltura scrupolosa, le aziende della rete sono riuscite a vinificare uve di altissima qualità, mantenendo i livelli di sempre.

Resistenti non sono solo i vitigni, noti anche come PIWI (dal tedesco pilzwiderstandfähige, ossia resistenti ai funghi – malattie fungine) ma anche gli stessi produttori che hanno abbracciato la sfida della sostenibilità in territori differenti e caratterizzati da altitudini e climi che fanno della loro viticoltura qualcosa di davvero innovativo. Questa difesa del territorio, coniugata a una viticoltura di precisione e a un’enologia dedicata e scrupolosa, permette di esaltare le qualità di queste nuove varietà e di conquistare così anche i palati più esigenti e rigorosi.
Non solo la rete ha raccolto successi, ma anche il celebre Vin de la Neu, prodotto a quasi 1000 metri di altitudine tra le Dolomiti trentine, con l’annata 2022 ha ottenuto riconoscimenti straordinari. Con 95 punti dalla guida DoctorWine e il prestigioso “faccino”, questo vino bianco unico ha conquistato un posto anche tra i vini rari nella Guida Vini d’Italia 2025 di Gambero Rosso con il punteggio di 96/100: solo 50 vini di altissimo livello, prodotti in quantità limitate, sono stati selezionati per questa speciale categoria. Confermano questi punteggi anche il 96/100 di Raffaele Vecchione curatore di Winescritic.com, i 5 grappoli di Bibenda, l’oro di The Wine Hunter e il Golosario che inserisce la 2022 nella sua Top Hundred. Anche Renitens, l’iconico blend della rete, segue la scia del successo, infatti l’annata 2023 arriva in finale tre bicchieri, si aggiudica l’oro del Merano Wine Festival ed è 94/100 per il noto critico Raffaele Vecchione.
Nicola Biasi, commentando il successo di questo straordinario anno, ha dichiarato: “Ricevere questi due premi è un riconoscimento importante non solo per me, ma per tutto il progetto Resistenti Nicola Biasi. Abbiamo sempre creduto che la sostenibilità non dovesse essere solo un concetto astratto, ma un impegno concreto che si riflette in ogni scelta quotidiana, in vigna e in cantina. Questi traguardi dimostrano che produrre vini di altissima qualità e rispettare l’ambiente non sono obiettivi incompatibili, anzi, sono la chiave per il futuro della viticoltura”.
LA RETE DI NICOLA BIASI
Nicola Biasi nasce in Friuli terra di vini e, dopo il diploma di Enotecnico, lavora per importanti aziende del Friuli come Jermann e Zuani della famiglia Felluga. Prima di trasferirsi in Toscana, Nicola lavora per Victorian Alps di Gapsted in Australia e poi in Sud Africa per Bouchard Finalyson, dove amplia le sue conoscenze enologiche internazionali.
Marchesi Mazzei, San Polo a Montalcino e Poggio al Tesoro di Bolgheri di Allegrini sono le aziende Toscane per cui lavora come enologo per quasi dieci anni.
Nel 2016 Nicola decide di intraprendere l’attività di libero professionista fino ad arrivare nel 2020 a fondare la Nicola Biasi Consulting che vanta consulenze in Toscana, Piemonte, Veneto, Friuli, Trentino e Marche.
Questo è senza dubbio un anno di trionfo per l’enologo e il suo progetto. Oltre ai successi personali e di rete, questi riconoscimenti mettono in luce un modello di viticoltura che non solo rispetta l’ambiente, ma innalza continuamente gli standard di qualità nel mondo del vino. Con il suo impegno, Nicola sta dimostrando che un futuro sostenibile e di eccellenza enologica è non solo possibile, ma già in atto.

Resistenti Nicola Biasi è una realtà unica in Italia, che al momento conta otto aziende agricole in altrettanti territori diversi tra Friuli, Veneto e Trentino, che hanno deciso di abbracciare l’obiettivo comune di unire l’eccellenza qualitativa alla reale e concreta sostenibilità del settore vitivinicolo, attraverso l’impiego di vitigni resistenti alle malattie fungine, noti anche come Piwi.

“L’andamento climatico del 2024 ha invertito le tendenze dello scorso anno. Se nel 2023 abbiamo assistito a piogge abbondanti nel Centro-Sud, quest’anno il maltempo si è concentrato nel Nord Italia, colpendo tutte le regioni da est a ovest, dal Friuli al Piemonte. Oltre alle forti precipitazioni, abbiamo dovuto affrontare gravi problemi di malattie funginee e, in alcune aree, anche la grandine ha inflitto danni significativi. Al contrario, il Centro-Sud ha sofferto per la mancanza d’acqua, con conseguenze visibili nella vegetazione poco sviluppata e nei grappoli piccoli e spargoli, preannunciando una vendemmia scarsa.”
Nicola Biasi evidenzia come, nonostante le difficoltà, ci siano vitigni che hanno dimostrato una maggiore capacità di adattamento alle condizioni estreme.
“Alcuni vitigni autoctoni, spesso più tardivi rispetto agli internazionali, stanno mostrando una maggiore performance in annate precoci, mentre i vitigni resistenti, i cosiddetti piwi, continuano a distinguersi per la loro alta tolleranza alle malattie funginee, anche in condizioni estreme. Chiudere la difesa con pochi trattamenti di rame e zolfo, ottenendo comunque uve perfettamente sane e mature, rappresenta un grande successo. Questi vitigni offrono una sostenibilità economica, sociale e ambientale che è imprescindibile per il futuro del nostro settore.”
La vendemmia 2024 sarà quindi un banco di prova importante, ma anche un’opportunità per riaffermare la visione della Resistenti Nicola Biasi: un equilibrio tra tradizione e innovazione, con l’obiettivo di produrre vini di alta qualità in armonia con l’ambiente.
LE IMPRESE DELLA RETE:
Albafiorita a Latisana, nella riviera friulana.
In un zona non conosciuta per l’innovazione, Dino de Marchi decide di puntare sulla sostenibilità producendo i suoi vini bianchi esclusivamente da vitigni resistenti.
Ca’da Roman a Romano d’Ezzelino.
Ai piedi del Monte Grappa, Massimo e Maria Pia Viaro Vallotto nel 2015 danno vita all’azienda di soli vitigni resistenti con cantina dedicata che a oggi, risulta essere la più grande d’Europa.
Colle Regina a Farra di Soligo, tra i colli trevigiani.
Nel cuore del prosecco Docg Marianna Zago decide di andare controcorrente concentrando la sua produzione su vini ad alta sostenibilità grazie all’impianto di vitigni resistenti.
Poggio Pagnan a Mel, nella Valbelluna.
Gianpaolo Ciet e Alex Limana coltivano esclusivamente varietà resistenti e le vinificano nella loro cantina, la prima di Borgo Valbelluna.
Della Casa a Cormons, in pieno Collio.
Renato Della Casa decide di affiancare l’innovazione alla tradizione dei vitigni autoctoni del suo Collio bianco.
Vigneti Vinessa a San Zeno di Montagna, sull’alta costa veronese del Garda
Mauro e Leonardo Bonatti, per il loro progetto di coltivare esclusivamente vitigni resistenti, in un territorio quasi inesplorato per la viticoltura ad oltre 700 metri s.l.m
Villa di Modolo, Belluno, nel cuore delle Dolomiti venete
Francesco Miari Fulcis, decide di ridare lustro alla dimora storica di Modolo, con un progetto unico nel suo genere che, come protagonista, prevede la produzione di vino da vitigni resistenti
L’azienda dell’enologo.
A Coredo, tra le Dolomiti trentine, Nicola Biasi crea un vino che nasce per rompere gli schemi, il Vin de la Neu.