La paura non ferma il turismo ma l’Italia spreca le chance
D’accordo per l’efficienza, riconosciamo la correttezza e l’ordine, ma la bellezza no, eh. La Germania non può (scherziamo, ovviamente) intaccare pure il primato turistico italiano, l’unica certezza che c’era rimasta. Eppure succede (secondo il rapporto di Confturismo presentato di recente a Cernobbio) che dice che gli spostamenti globali dal 2001 al 2015 sono aumentati, ma l’Italia non se ne è avvantaggiata particolarmente. Con un patrimonio di siti protetti record (i famigerati “siti Unesco” arrivano a 52) non ce la facciamo a guadagnarci su come si deve. La Germania ne trae l’80% di profitto in più. E la Gran Bretagna ci supera in addetti al turismo (ma è mai possibile?): da noi sono 1,2 milioni, oltremanica circa 2 milioni.
Basta piangersi addosso e facciamo i propositivi. Il periodo preso in esame da queste elaborazioni è cruciale. Sono i 15 anni che hanno sconvolto il mondo, in bene (globalizzazione ed era digitale) e in male (attacchi terroristici). La voglia di viaggiare non si è fermata né davanti alle distrazioni web né davanti alle bombe. E per l’Italia, noi di The Way Magazine, azzardiamo un decalogo “a 5 punti” per risalire e far capire come si può essere primi. Proprio partendo dai temi a noi cari che trovate ogni giorno sul nostro sito.
1 – Accogliere non vuol dire spennare: se vogliamo avere continuità di arrivi non dobbiamo fare i furbi, gli stranieri se ne accorgono. E scappano (restano sempre meno, in media 3 giorni).
2 – Il made in Italy è l’attrazione principale. Lo si evince dalla voglia di scoprire realtà imprenditoriali nascoste che emerge in Toscana o nelle Marche. Valorizziamola.
3 – Siamo percepiti imbattibili su cibo e moda. Ne siamo coscienti? Non proprio, se tutto quello che riusciamo a offrire sono solo negozi. Lo straniero vuole “l’esperienza Italia”. Diamogli stile, allora.
4 – “Vengo qui perché mi piace come vivete”. Questo è quello che ci si sente dire più spesso dai vacanzieri. Teniamone conto e facciamo bella figura.
5 – L’eleganza: l’abbiamo talmente dentro che spesso i turisti si vestono meglio per omaggiarci. Perché non mettere a frutto questo desiderio di emulazione?
Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it.
Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia.
Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
Biennale Tecnologia è realizzata dal Politecnico di Torino, un Ateneo con oltre 160 anni di storia e lo sguardo rivolto
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La paura non ferma il turismo ma l’Italia spreca le chance
D’accordo per l’efficienza, riconosciamo la correttezza e l’ordine, ma la bellezza no, eh. La Germania non può (scherziamo, ovviamente) intaccare pure il primato turistico italiano, l’unica certezza che c’era rimasta. Eppure succede (secondo il rapporto di Confturismo presentato di recente a Cernobbio) che dice che gli spostamenti globali dal 2001 al 2015 sono aumentati, ma l’Italia non se ne è avvantaggiata particolarmente. Con un patrimonio di siti protetti record (i famigerati “siti Unesco” arrivano a 52) non ce la facciamo a guadagnarci su come si deve. La Germania ne trae l’80% di profitto in più. E la Gran Bretagna ci supera in addetti al turismo (ma è mai possibile?): da noi sono 1,2 milioni, oltremanica circa 2 milioni.
Basta piangersi addosso e facciamo i propositivi. Il periodo preso in esame da queste elaborazioni è cruciale. Sono i 15 anni che hanno sconvolto il mondo, in bene (globalizzazione ed era digitale) e in male (attacchi terroristici). La voglia di viaggiare non si è fermata né davanti alle distrazioni web né davanti alle bombe. E per l’Italia, noi di The Way Magazine, azzardiamo un decalogo “a 5 punti” per risalire e far capire come si può essere primi. Proprio partendo dai temi a noi cari che trovate ogni giorno sul nostro sito.
1 – Accogliere non vuol dire spennare: se vogliamo avere continuità di arrivi non dobbiamo fare i furbi, gli stranieri se ne accorgono. E scappano (restano sempre meno, in media 3 giorni).
2 – Il made in Italy è l’attrazione principale. Lo si evince dalla voglia di scoprire realtà imprenditoriali nascoste che emerge in Toscana o nelle Marche. Valorizziamola.
3 – Siamo percepiti imbattibili su cibo e moda. Ne siamo coscienti? Non proprio, se tutto quello che riusciamo a offrire sono solo negozi. Lo straniero vuole “l’esperienza Italia”. Diamogli stile, allora.
4 – “Vengo qui perché mi piace come vivete”. Questo è quello che ci si sente dire più spesso dai vacanzieri. Teniamone conto e facciamo bella figura.
5 – L’eleganza: l’abbiamo talmente dentro che spesso i turisti si vestono meglio per omaggiarci. Perché non mettere a frutto questo desiderio di emulazione?
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Christian D'Antonio
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