Sembra impossibile finanche da dire, ma Milano è capitale della qualità della vita 2018 in Italia. Impossibile perché la vetta è agguantata su una contraddizione: la città è sempre inquinata e quindi insalubre, ma decisamente viva, e quindi in perfetta salute.
Altro dato inspiegabile: Milano non è mai stata al top della classifica Sole 24 Ore in un trentennio, seppur detenendo da un pezzo il primato di capitale finanziaria, economica e anche dello shopping, che è il motore di gran parte dei consumi italiani.
Cosa è successo, dunque? Succede che la città da cui vi scriviamo e raccontiamo la creatività ogni giorno, per effetto di un remare collettivo, come giustamente ha sottolineato il sindaco Beppe Sala, si è rimboccata le maniche e ha cominciato a correre da sola, distanziando il resto d’Italia.
The Way Magazine che opera qui dal 2016, all’indomani di Expo e quindi sull’onda di quella euforica balaustra sul mondo durata 6 mesi, può testimoniare il fervore culturale e imprenditoriale che si respira qui. Come se più di prima, ma non all’improvviso, milanesi e cittadini di adozione avessero puntato tutti verso mete ambiziose, facendo sempre più leva su quello che funziona in città.
Che a quanto testimonia l’ottimo iCityrate (quello dell’indice tecnologico) è sempre più incentrato sulla condivisione. Il business ha scoperto la condivisione (spazi di lavoro, bici, auto) e la condivisione fa fare business. Una città che non ha mare, non ha montagna (ma è candidata ad ospitare Olimpiadi invernali) e sicuramente appare lontana dalle bellezze paesaggistiche italiane sta pure diventando meta attrattiva per turisti in estasi. Questa è la dimostrazione che in Italia le cose belle si possono fare. Soprattutto quando subentra un sano orgoglio per il luogo che si abita.
Sicuramente la nomina a città regina d’Italia è anche frutto dei tempi, ma non solo delle evoluzioni tecnologiche di cui Milano è portatrice. Qui, nell’età post-industriale, ce la si fa in prima persona, si conta per quel che si è e si fa. E soprattutto, raramente si viene ostacolati nei percorsi propositivi come invece lamentano molti altri italiani in questi anni.
E anche se potrà sembrare provocatorio il primo posto tra le città dove si vive meglio, la notizia arrivata in una settimana fredda e presumibilmente densa di smog, inorgoglisce tutto il Paese.
“Totò, Peppino e la… malafemmina” è un film del 1956 e la scena che è rappresentata in foto di questo servizio è simbolica dell’immigrazione interna italiana verso la capitale del Nord. Fino al 10 febbraio 2019 la mostra “Milano e il cinema” presso Palazzo Morando a Milano approfondisce il rapporto tra Milano e il cinema.
Commenti e opinioni
Milano e la qualità della vita: “Nojo volevam savoir…”
Come la celebre espressione di Totò a Milano 60 anni fa. Oggi tutti si chiedono: ma come fa Milano?
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Come la celebre espressione di Totò a Milano 60 anni fa. Oggi tutti si chiedono: ma come fa Milano?
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Come la celebre espressione di Totò a Milano 60 anni fa. Oggi tutti si chiedono: ma come fa Milano?
Sembra impossibile finanche da dire, ma Milano è capitale della qualità della vita 2018 in Italia. Impossibile perché la vetta è agguantata su una contraddizione: la città è sempre inquinata e quindi insalubre, ma decisamente viva, e quindi in perfetta salute.
Altro dato inspiegabile: Milano non è mai stata al top della classifica Sole 24 Ore in un trentennio, seppur detenendo da un pezzo il primato di capitale finanziaria, economica e anche dello shopping, che è il motore di gran parte dei consumi italiani.
Cosa è successo, dunque? Succede che la città da cui vi scriviamo e raccontiamo la creatività ogni giorno, per effetto di un remare collettivo, come giustamente ha sottolineato il sindaco Beppe Sala, si è rimboccata le maniche e ha cominciato a correre da sola, distanziando il resto d’Italia.
The Way Magazine che opera qui dal 2016, all’indomani di Expo e quindi sull’onda di quella euforica balaustra sul mondo durata 6 mesi, può testimoniare il fervore culturale e imprenditoriale che si respira qui. Come se più di prima, ma non all’improvviso, milanesi e cittadini di adozione avessero puntato tutti verso mete ambiziose, facendo sempre più leva su quello che funziona in città.
Che a quanto testimonia l’ottimo iCityrate (quello dell’indice tecnologico) è sempre più incentrato sulla condivisione. Il business ha scoperto la condivisione (spazi di lavoro, bici, auto) e la condivisione fa fare business. Una città che non ha mare, non ha montagna (ma è candidata ad ospitare Olimpiadi invernali) e sicuramente appare lontana dalle bellezze paesaggistiche italiane sta pure diventando meta attrattiva per turisti in estasi. Questa è la dimostrazione che in Italia le cose belle si possono fare. Soprattutto quando subentra un sano orgoglio per il luogo che si abita.
Sicuramente la nomina a città regina d’Italia è anche frutto dei tempi, ma non solo delle evoluzioni tecnologiche di cui Milano è portatrice. Qui, nell’età post-industriale, ce la si fa in prima persona, si conta per quel che si è e si fa. E soprattutto, raramente si viene ostacolati nei percorsi propositivi come invece lamentano molti altri italiani in questi anni.
E anche se potrà sembrare provocatorio il primo posto tra le città dove si vive meglio, la notizia arrivata in una settimana fredda e presumibilmente densa di smog, inorgoglisce tutto il Paese.
“Totò, Peppino e la… malafemmina” è un film del 1956 e la scena che è rappresentata in foto di questo servizio è simbolica dell’immigrazione interna italiana verso la capitale del Nord. Fino al 10 febbraio 2019 la mostra “Milano e il cinema” presso Palazzo Morando a Milano approfondisce il rapporto tra Milano e il cinema.
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