Se anche il World Economic Forum di Davos (Svizzera) alla 47esima edizione si accorge della necessità della redistribuzione della ricchezza, qualcosa nel mondo dei potenti sta cambiando.
Al WEF si ritrovano i possidenti, i decision makers, quelli non necessariamente riconosciuti ma le lobby internazionali che decidono. Davos in questi giorni è assediata da auto blu e jet privati. Eppure tutti si sono posti il problema nel 2017 di come l’economia stia creando delle fratture. Visto che Oxfam diffonde le statistiche che fanno scalpore (sette uomini miliardari detengono la ricchezza di 3,6 miliardi di persone) e le classifiche lanciano l’allarme.
L’Italia non è a crescita inclusiva (siamo al 27esimo posto in Europa per questo pattern) e qualcosa si dovrà muovere in questo senso. Il presidente cinese, Xi Jinping, invitato per la prima volta a partecipare al forum in Svizzera, ha fatto il suo bell’elogio della globalizzazione, che è il volano basilare per l’economia della sua nazione. Sono le due facce di uno stesso forum che mostra contraddizioni.
Responsive and responsible Leadership è il tema dell’incontro di quest’anno. Bisognerebbe partire tutti da qui per almeno intravedere gli stessi obiettivi.
Se la Cina preme per il liberismo estremo (a poca distanza temporale dal dirigismo comunista) e Donald Trump l’americano torna al protezionismo, gli equilibri economici sono davvero rovesciati.
Ma i dialoghi di Davos ci indicano anche altro. Qualcosa si dovrà perdere nell’economia degli opposti: non si potrà a lungo conservare il privilegio dell’arricchimento e predicare lo sharing come stile di vita.
Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it.
Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia.
Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
In attesa del nuovo album in uscita in autunno, i Måneskin, la band romana dei record uscita da X Factor
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Commenti e opinioni
Se anche Davos si accorge della sharing economy
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Se anche Davos si accorge della sharing economy
Se anche il World Economic Forum di Davos (Svizzera) alla 47esima edizione si accorge della necessità della redistribuzione della ricchezza, qualcosa nel mondo dei potenti sta cambiando.
Al WEF si ritrovano i possidenti, i decision makers, quelli non necessariamente riconosciuti ma le lobby internazionali che decidono. Davos in questi giorni è assediata da auto blu e jet privati. Eppure tutti si sono posti il problema nel 2017 di come l’economia stia creando delle fratture. Visto che Oxfam diffonde le statistiche che fanno scalpore (sette uomini miliardari detengono la ricchezza di 3,6 miliardi di persone) e le classifiche lanciano l’allarme.
L’Italia non è a crescita inclusiva (siamo al 27esimo posto in Europa per questo pattern) e qualcosa si dovrà muovere in questo senso. Il presidente cinese, Xi Jinping, invitato per la prima volta a partecipare al forum in Svizzera, ha fatto il suo bell’elogio della globalizzazione, che è il volano basilare per l’economia della sua nazione. Sono le due facce di uno stesso forum che mostra contraddizioni.
Responsive and responsible Leadership è il tema dell’incontro di quest’anno. Bisognerebbe partire tutti da qui per almeno intravedere gli stessi obiettivi.
Se la Cina preme per il liberismo estremo (a poca distanza temporale dal dirigismo comunista) e Donald Trump l’americano torna al protezionismo, gli equilibri economici sono davvero rovesciati.
Ma i dialoghi di Davos ci indicano anche altro. Qualcosa si dovrà perdere nell’economia degli opposti: non si potrà a lungo conservare il privilegio dell’arricchimento e predicare lo sharing come stile di vita.
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