3 Maggio 2021

Le porte di Mohammed El Hajoui: il design celebra l’accoglienza

Il progetto "Egira" da intagli di carta raggiungerà i decori dei muri cittadini. Incontro con il giovane creativo che l'ha ideato.

3 Maggio 2021

Le porte di Mohammed El Hajoui: il design celebra l’accoglienza

Il progetto "Egira" da intagli di carta raggiungerà i decori dei muri cittadini. Incontro con il giovane creativo che l'ha ideato.

3 Maggio 2021

Le porte di Mohammed El Hajoui: il design celebra l’accoglienza

Il progetto "Egira" da intagli di carta raggiungerà i decori dei muri cittadini. Incontro con il giovane creativo che l'ha ideato.

Si trova da Paper & People a Milano, la mostra “Egira” di Mohammed El Hajoui, un creativo di origine marocchina che nonostante la sua giovane età (ha 26 anni), ha realizzato un progetto unico nel suo genere. Nel tempio della carta come supporto alla creatività libera degli artisti, Mohammed, che proviene da un paesino vicino a Marrakech ma vive in Italia da quando aveva 2 anni, ha realizzato quadri di carta intagliata a mano che richiamano alle porte del Marocco. Una simbologia che incuriosisce, oltre che arredare con gusto e fascino gli ambienti dove troneggiano questi elementi di design.

Mohammed, raccontaci del tuo arrivo in Italia da piccolo.

Sono nato a Kelaa Des Sraghna, mio padre poi è venuto dopo l’università in Italia, avevo due anni e attualmente abitiamo a Offanengo, provincia di Cremona. Dai tempi dell’Università a oggi ho sempre avuto un legame con Milano. Nel 2018 ho conseguito il diploma accademico di Graphic Design & Art Direction. Attualmente lavoro come designer 3D.

Che progetto è questo di “Egira”?
Si tratta di una raccolta di tavole con pattern che ricordano l’estetica marocchina, che riprendono i dettami dell’architettura araba in chiave contemporanea. I quadri si ottengono con la sovrapposizione di fogli intagliati a mano che giocano sulla scomparsa di alcuni elementi. I motivi geometrici astratti che uso richiamano alle case e ai decori del mio paese. Le carte sono prevalentemente Colorplan e Mohawk.

Che reazioni hai avuto dai tuoi famigliari quando hai deciso di fare design su carta?
Mia madre mi ha molto stimolato e appoggiato per il disegno, in Marocco invece non ho ancora sponsorizzato questo lavoro. Voglio trovare il canale giusto per lanciarlo nel mio paese. Voglio che si colga il senso, l’esigenza di rappresentare delle porte che nasce dal bisogno personale di accoglienza e di aprirsi a culture diverse. Si migra in cerca di luoghi per migliorare la propria vita. E questo è uno stato d’animo ormai condivisibile.

Perché la porta?
La porta è un simbolo universale, io rappresento la porta come strumento. Rimando all’accoglienza e al senso di benvenuto, c’è un richiamo alle mie origini e ci sarà sempre una parte marocchina in me. Ho scelto per esprimermi una forma artistica che confina con l’interior design. Anche frequentare le persone che hanno estrazioni e provenienze diverse, significa aprire tante porte, non c’è bisogno di eventi tragici per farci capire l’importanza del gesto di apertura.

Ci spieghi la provenienza del termine “Egira”?
Egira è un termine arabo che significa spostamento, migrazione, è collegato alle porte perché rappresenta l’accoglienza. Molte porte vengono chiuse mentre io ho voluto spostare l’attenzione dal tragico al colorato. Mi piacerebbe che il messaggio arrivi alle persone, mostrare alla società qualcosa di bello di noi che siamo degli stranieri che viviamo in questo paese. Usiamo sempre verbalmente il concetto ‘porte chiuse’, ma non vengono mai rappresentate queste porte.

Perché la carta?
La carta è funzionale perché mi è sempre piaciuto disegnare, ero molto preciso da ragazzino e ho trasportato questa meticolosità sull’intaglio nella carta. Al primo esperimento ho rappresentato subito una porta. Un professore alla Naba mi ha suggerito di farne altre. Grazie a questo suggerimento mi sono avviato all’esperienza professionale. La grammatura deve essere una via di mezzo tra la resa solida e la facilità di intagliare. Tra i 200 e 300 grammi, direi.

Come si evolverà questo progetto?

Benché non sia legato a qualcosa di tradizionale, voglio che Egira diventi anche riconoscibile in altri modi. In Marocco non c’è una tradizione di decori su carta ma ci sono molti mosaici nei decori di interni, soprattutto con le piastrelle Zellige o manufatti di terracotta. Questo mi ha fatto pensare che sarebbe interessante portare questi disegni con la stencil art nelle strade, su grande scala.

Per seguire Mohammed El Hajoui qui. Le tavole sono esposte all’interno dello showroom di @paperandpeople_ a Milano.

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Immagine di Christian D'Antonio

Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
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